#PostaDelCuore

Lei mi costringe a trascorrere l’estate con i suoi

Rinunciare a qualcosa per l'altra persona non è un atto d'amore, ma un sacrificio che rischia di privarci del nostro benessere

Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

La mia compagna è una ragazza del sud. Ogni estate da quando siamo insieme (4 anni), dato che gran parte dell’anno (se escludiamo Natale, Pasqua e qualche ponte) vive qui a Torino, andiamo in vacanza giù dai suoi. Una famiglia accogliente, ma non è esattamente l’idea di vacanza che ho io. Il posto è bello per carità, il mare anche. Le ho proposto di prenderci una casetta in affitto o un b&b, di modo da avere la nostra privacy, ma mi ha risposto che i suoi si offenderebbero. Lungi da me voler offenderei i “suoceri”, ma mi piacerebbe avere la libertà di girare per casa in mutande, ma anche fare sesso senza aver paura che mi possano sentire dall’altra camera! Inoltre stare a casa dei suoi comporta cene interminabili, spesso con parenti. Senza parlare del fatto che ogni volta che decidiamo di passare l’intera giornata al mare, e quindi di non pranzare con loro, il giorno dopo ci sono musi lunghi a non finire e l’aria si taglia con un coltello. Che devo fare?

L’amore è presenza, accoglienza e reciprocità, è impegno e supporto, e mai sopportazione. Ma soprattutto non è sacrificio. Al massimo si può optare per i compromessi, spesso sono loro a permetterci di uscire dall’impasse nel quale ogni tanto precipitiamo in coppia.

Per qualche strana ragione, però, ci siamo convinti che per stare insieme a qualcuno dobbiamo per forza sacrificare qualcosa, come se si trattasse del prezzo da pagare per aver avuto la fortuna di conoscere l’amore. A volte sacrifichiamo una vacanza, come nel tuo caso. Altre volte, invece, arriviamo a rinunciare al nostro benessere e alla felicità per l’altra persona. E no, non è così che dovrebbe essere.

Ma lo facciamo, anche per colpa – e per merito aggiungerei – di quella responsabilità affettiva che ci appartiene e che influisce sulle scelte che prendiamo, le stesse che inevitabilmente subiscono anche le persone che ci sono accanto. La tua, fino a questo momento, è stata quella di rinunciare alle tue vacanze ideali per esaudire il suo desiderio, quello di trascorrere del tempo con la famiglia.

È ammirevole che tu lo faccia, intendiamoci. Ma temo possa arrivare il giorno, neanche troppo lontano, che quel tempo forzato si trasformi per te in una prigione soffocante. Certo, stiamo parlando di poche settimane all’anno, eppure potrebbero pesarti così tanto da arrivare incrinare il rapporto che hai con la tua compagna. E sono certa che non è quello che vuoi

Sul comportamento dei suoi parenti, invece, non entro in merito. E non lo faccio perché le famiglie, indipendentemente dai suoi componenti e dalla provenienza geografica, sono universi complessi che raramente si possono comprendere nella loro totalità. L’unica cosa che possiamo fare, in questi casi, è entrare dalla porte d’accesso in punta di piedi, senza per forza dover capire i motivi di determinati comportamenti e scelte.

Indipendentemente da quello che loro fanno, e che vorrebbero dalla vostra presenza in casa quando siete insieme, io ti invito a concentrarti su quello che vorresti tu. E soprattutto a concedertelo, ogni tanto. Se è una vacanza lontano da tutto e da tutti che vuoi, allora, organizzala.

Parla con la tua compagna, dille come ti senti, spiegale cosa provi e cosa vorresti. Non accusarla e soprattutto non metterla nella condizione di scegliere tra te e i tuoi parenti. Piuttosto parlatene, anche più volte se serve. Sono certa che insieme riuscirete a trovare una soluzione – o più di una – che possa rendere felici entrambi.