Oltre la finzione: la vera storia dello strangolatore di Boston

Dal 14 giugno 1962 e al 4 gennaio 1964, la città di Boston sprofonda nella paura e nel terrore. 13 donne vengono violentate e uccise dallo strangolatore di Boston

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Sono discussioni entusiasmanti, e sempre estremamente coinvolgenti, quelle che nascono a seguito dell’uscita di film, serie televisive o film che vedono le nostre celebrities del cuore interpretare personaggi reali o fittizi e narrare vicende che ci appassionano. E questo è vero soprattutto quando portano sul grande e il piccolo schermo storie realmente accadute.

Lo strangolatore di Boston diretto da Matt Ruskin, e interpretato da una magistrale Keira Knightley, è uno di questi. La pellicola, arrivata in Italia nel mese di marzo 2023, racconta le indagini condotte dalla reporter Loretta McLaughlin per fare luce sui femminicidi che si consumarono tra le strade di Boston negli anni ’60. A commetterli fu un uomo, dal nome Albert DeSalvo, da tutti conosciuto come lo “Strangolatore di Boston”. E questa è la sua storia, raccontata anche in un libro di Gerold Frank.

Lo strangolatore di Boston

Una città travolta e sconvolta dall’orrore, dall’impotenza, dalla rabbia e dallo smarrimento. Si trattava della Boston degli anni ’60, divorata dalla paura di un mostro dalle sembianze umane, che uccideva le donne. Le violentava, le picchiava, le accoltellava e le strangolava.

Il suo nome era Albert DeSalvo, soprannominato poi lo strangolatore di Boston. Era stato lui stesso, dopo essere finito in carcere con l’accusa di stupro, a confessare gli omicidi che per due anni, dal 1962 al 1964, avevano paralizzato l’intera città. In quei 24 mesi di lucida follia, infatti, l’uomo uccise 13 donne di età compresa tra i 19 e gli 85 anni.

Chi era Albert DeSalvo

Per scoprire la storia del serial killer di Boston, e provare a indagare la sua mente, dobbiamo iniziare dalle origini. Albert Henry DeSalvo nacque a Chelsea il 3 settembre del 1931, da padre di origini italiane e madre irlandese. Sappiamo che la sua non fu un’infanzia spensierata, suo padre Frank, infatti, era un uomo violento e alcolizzato.
Oltre a maltrattare sua moglie, prima del divorzio del 1944, Frank obbligava suo figlio, ancora bambino, ad assistere a diversi e ripetuti rapporti sessuali tra lui e alcune prostitute della zona che spesso portava in casa. Questo cambiò inevitabilmente la percezione della vita del piccolo Albert che iniziò a coltivare una macabra passione: quella di torturare animali.

Ho visto mio padre far saltare i denti a mia madre e poi romperle tutte le dita. Dovevo avere sette anni.

Appena dodicenne Albert venne arrestato per aver compiuto la sua prima rapina, trascorse poi il resto della sua adolescenza compiendo diversi furti e scassi. Venne così mandato all’interno del riformatorio di Lyman per ritrovare la libertà nel 1944. Nonostante la promessa di cambiare vita, e il lavoro come fattorino, il ragazzo fu rispedito in riformatorio dopo l’ennesimo furto: Albert DeSalvo aveva molestato sessualmente una bambina di 9 anni, ma quello era solo l’inizio di una furia irrefrenabile che lo porterà a violentare e a uccidere altre donne nei modi più atroci.

14 giugno 1962 – 4 gennaio 1964: gli omicidi a Boston

In poco meno di due anni, dal 14 giugno 1962 e al 4 gennaio 1964, la città di Boston sprofondava nella paura più assoluta. Nessuna era alsicuro. In quei mesi, infatti, vennero uccise 13 donne nubili con un’età compresa tra i 19 e gli 85 anni. Viste le modalità, l’opinione pubblica ipotizzò presto che dietro a questa scia di omicidi si nascondesse una sola persona, da qui venne delineato il profilo dello strangolatore di Boston.

Di diversa idea erano le forze dell’ordine, almeno in un primo momento, soprattutto a causa della differenza di età che c’era tra una vittima e l’altra. Quello che era chiaro è che l’assassino doveva conoscere le sue vittime, dato che le scene del crimine, che altro non erano le loro case, non presentavo alcun segno di infrazione. Anche le modalità erano sempre le stesse: la maggior parte di queste fu violentata e poi strangolata, due accoltellate e una morta a seguito di colpi violenti. Solo una, la vittima più anziana, morì di infarto.

Dopo alcuni mesi dalla scia di omicidi lasciata dallo strangolatore di Boston, Albert DeSalvo fu arrestato dalla polizia. Lo aveva denunciato una giovane donna dell’East Cambridge, accusandolo di violenza sessuale. Quando la sua foto finì su tutti i giornali, molte donne si unirono a quella denuncia. DeSalvo aveva violentato anche loro, ma si era sempre presentato sotto false e diverse identità.

Venne arrestato il 3 novembre del 1964 e solo dopo la condanna per violenze sessuali ammise di essere lui l’assassino delle 13 donne uccise a Boston.

I dubbi della giuria e il mistero irrisolto

In carcere, Albert DeSalvo, non si comportò come un assassino, piuttosto come una star, supportato anche dal suo compagno di cella George Nassar. Conosceva bene la fama dello strangolatore di Boston, perché per mesi questa aveva popolato le prime pagine della cronaca locale, e fu allora che iniziò a raccontare nel dettaglio gli omicidi. Parlò delle vittime, spiegò come era arrivato a loro e in che modo le aveva aggredite, violentate e uccise. Eppure, nonostante questo, le forze dell’ordine non riuscirono a trovare alcune prove che confermassero la sua versione.

Nessuno dei testimoni di quei delitti, infatti, riconobbe DeSalvo, e lo psicologo Ames Robey lo descrisse come un narcisista patologico e desideroso di attenzioni. Fu per questi motivi, e per l’assenza di prove, che durante il processo del 1967, l’uomo fu considerato dalla giuria non colpevole. Restò comunque in carcere per le numerose violenze sessuali ai danni di numerose donne, forse anche più di 300.

L’uomo morì il 25 novembre del 1973, nel penitenziario di massima sicurezza di Walpole. Fu pugnalato e ritrovato senza vita, venne ritrovato nell’infermeria dell’edificio. Il colpevole non è stato mai individuato.

Il caso, rimasto irrisolto per anni, fu riaperto nel 2001, tanta era la voglia di fare luce su un mistero durato troppo a lungo. Fu allora che, grazie alla tecnica del DNA, vennero confrontate le tracce biologiche ritrovate sulle vittime, e conservate negli anni, e quelle del presunto assassino. E nessuna di queste combaciava col DNA di DeSalvo.

La svolta del caso avvenne poi nel 2013 quando la polizia di Boston annunciò che le tracce di sperma rilevate sulla scena del delitto della giovane Mary Sullivan, combaciavano proprio con il DNA di Albert DeSalvo. Per le forze dell’ordine non ci furono più dubbi: era lui lo strangolatore di Boston. Eppure, a distanza di anni, questo resta ancora uno dei casi più controversi e misteriosi della storia.