Lo sport, di solito, è quella cosa che accomuna tutti. Siamo tutti uguali mentre esultiamo per una vittoria e chiunque si trasforma in un eroe quando guadagna una medaglia per il tricolore. Per Sara Curtis, però, non funziona così. Nonostante, a soli 18 anni, la nuotatrice sia primatista in ben due categorie, continua a essere vittima di pregiudizi razziali, ai quali non ha paura di ribattere con la stessa grinta che sfoggia in piscina.
Sara Curtis mette a tacere i razzisti del web
Al momento l’Italia mantiene il record di velocità nei 100 stile libero. Quello che prima fu di Federica Pellegrini e che, oggi, appartiene a Sara Curtis. È un record italiano, ma alcuni sul web lo definiscono “nigeriano”, per via delle origini della campionessa che lo ha raggiunto. “Sono frasi che mi fanno ribrezzo” risponde lei intervistata dal Corriere della Sera. E non tema di rispondere a dovere: “. Questi signori dovrebbero sfogliarsi la Costituzione, sapere che tra i requisiti per avere la cittadinanza c’è quello di avere almeno un genitore italiano. Mio papà è italiano, mia mamma è nata in Nigeria dove io non sono mai stata, ma un giorno ci andrò”.
Sara appartiene a una nuova generazione, quella per cui – speriamo – la diversità è un valore da proteggere: “Essere nata da due culture diverse è il mio grande arricchimento. Nella mia classe all’Istituto Tecnico Economico di Savigliano siamo in nove, c’è solo una ragazza che ha entrambi i genitori italiani”. Piemontese nata e cresciuta a Torino, non ci sta a sentirsi negare le proprie radici: “Sentirmi dire che non sono italiana solo perché sono mulatta è ripugnante”. Commenti abietti, ignoranti e che, fortunatamente, la giovane campionessa riesce a far “scivolare”. Spesso, utilizzando l’ironia: “L’altro giorno parlavamo di creme solari con le mie amiche e io me ne sono uscita con la battuta: meno male che sono già nata abbronzata!”.
Qualche critica riguardo al legame con l’Italia è arrivata a Sara anche per via della sua scelta di andare a studiare negli Stati Uniti. A chiamarla è stato uno dei tecnici più quotati del mondo, Todd DeSorbo della Virginia University. Un vero onore e, allo stesso tempo, una decisione non così facile. “È dallo scorso settembre che ci pensavo ogni giorno. Sentivo di voler cambiare qualcosa nella mia vita. Ho stilato una lista di tutti i pro e i contro, – ha raccontato la nuotatrice – alla fine mi sono detta: Sara buttati, se il treno passa in questo momento è per un motivo preciso”.
Il rapporto con un corpo che cambia
A Sara Curtis spettano grandi onori e esaltanti vittorie, ma, allo stesso tempo, come ogni atleta, è costretta anche a subire un’attenzione spesso morbosa verso il proprio corpo. Un fisico da eroina, muscoloso, forte, scattante, ma che a volte può sembrare “troppo” a una ragazzina di soli 18 anni: “Sono alta 180 cm, quando indosso i tacchi mi sento gigante. Adoro le mie spalle grosse, iper-definite, ma a volte quando voglio indossare un vestito attillato mi dico: queste spalle non si possono togliere per una sera?”. Con i “capelli ribelli”, invece, Sara ha finalmente fatto pace: “non li tormento più come in passato, adesso mi sono rifatta le treccine che non avevo da qualche mese. Le ho scelte un po’ particolari, con due cuori sulle tempie”.