L’omicidio di Nicholas Green e il grande gesto dei genitori

La morte di un bambino è sempre una tragedia inaudita, anche 29 anni più tardi

Foto di DiLei

DiLei

Redazione

DiLei è il magazine femminile di Italiaonline lanciato a febbraio 2013, che parla a tutte le donne con occhi al 100% femminili.

Sono trascorsi quasi 29 anni dal tragico giorno in cui Nicholas Green perse la vita. Era il primo di ottobre del 1994 quando il bambino statunitense rimase vittima a sette anni di un assassinio sull’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria nei pressi dell’uscita di Serre.

Nicholas si trovava in viaggio in Italia, con la famiglia. Al momento della fine il piccolo era diretto in Sicilia con i genitori Reginald e Margaret e la sorellina Eleanor di 4 anni. La vacanza sognata da una vita è diventata il momento più triste di un’intera esistenza.

Tragedie che non dovrebbero mai accadere

Fa male al cuore ripensare alla vicenda. Una tranquilla famiglia americana prepara la valigia e porta i bambini alla scoperta di una terra lontana e bellissima. Sembra la premessa di un sogno. Invece no, quel viaggio segna l’inizio di un incubo. Sì, perché Nicholas rimase vittima di una rapina finita male, sfociata in una brutale violenza ai danni di un bimbo. È davvero doloroso accettare che esistano persone capaci di tanto.

La vicenda di Nicholas Green

Il 29 settembre 1994 il piccolo Nicholas viaggiava con la famiglia a bordo di un’auto, accidentalmente scambiata per quella di un gioielliere da alcuni rapinatori. I malintenzionati tentarono il furto, degenerato poi in omicidio. Infatti, Nicholas fu colpito alla testa mentre dormiva sul sedile posteriore. Ricoverato al centro neurochirurgico del Policlinico di Messina, i medici tentarono ogni via, ma il bimbo morì pochi giorni dopo. I rapinatori furono poi incastrati e condannati per omicidio.

Il gesto dei genitori

In seguito alla morte di Nicholas Green, i genitori autorizzarono il prelievo e la donazione degli organi. Da questo gesto di generosità e coraggio ne beneficiarono sette italiani in attesa di trapianto.

La scelta però fece molto scalpore perché all’epoca la donazione degli organi non era una prassi comune in Italia. Ma fu un bene, perché la decisione della famiglia Green contribuì a sensibilizzare l’opinione pubblica.

Ciò che resta di Nicholas

I genitori di Nicholas, in seguito alla tragica perdita del figlio, sono diventati attivi sostenitori della donazione di organi, promuovendo numerose iniziative. Particolarmente attivo il padre di Nicholas, Reginald Green, che scrisse due libri: Il dono di Nicholas, incentrato sulla tragedia che ha visto protagonista la sua famiglia, e Il dono che guarisce, una raccolta di storie di persone comuni e professionisti ad ogni stadio di un trapianto.

Da questa vicenda sconvolgente nacque anche un film, Il dono di Nicholas, con Jamie Lee Curtis e Alan Bates. Inoltre, i genitori del bambino ricevettero molte onorificenze e a Nicholas vennero dedicate piazze e strade.

Tutti i bei gesti del mondo non colmeranno mai il vuoto lasciato dal piccolo. Nicholas aveva tutta la vita davanti, sogni e desideri da inseguire. L’unica speranza è che il lascito e le memorie del bambino americano servano da monito. Tutti questi pezzetti di Nicholas, sparsi tra libri, associazioni e targhe d’orate, devono invitarci ad essere persone migliori e ad agire nel rispetto degli altri. Il loro compito è unirci, renderci più forti contro la lotta alla criminalità.