La casa dice molto di chi la vive, dice tutto. Le case di Maria Callas comunicano lo stile senza tempo e l’ineguagliabile eleganza della loro padrona. Un posto speciale nel cuore della diva, di cui quest’anno si celebra il centenario dalla nascita, aveva la regale villetta in centro a Milano, regalo dell’amato marito Giambattista Meneghini.
Maria Callas, l’Italia fu la sua vera patria
Anna Maria Cecilia Sophia Kalogheròpoulos, questo il vero nome della Divina, nacque nel 1923 a New York, figlia di immigrati greci. A soli 7 anni tornò in Grecia con la madre e la sorella, in seguito al divorzio dei genitori. Ma il paese mediterraneo non era abbastanza e Maria si trasferì negli Stati Uniti. Qui trovò l’opportunità di mostrare il proprio talento, ma non trovò una casa.
Fu l’Italia il paese di adozione della diva dell’Opera, all’Arena di Verona arrivò il primo successo, il primo di una serie inarrestabile e ancora oggi mai raggiunto da nessun’altro. E di origini italiane fu il suo grande amore, l’industriale Giovanni Battista Meneghini, che diventa suo impresario e contribuisce a creare il mito Callas. Con Meneghini, Callas visse a pochi chilometri di distanza dal Teatro della Scala, in un’elegante villetta nel cuore di Milano.
La casa milanese di Maria Callas
Oggi, in via Buonarroti 38, a pochi passi da Casa Verdi, la casa di riposo dedicata ai musicisti, sorge un alto, grigio e anonimo condominio. Un palazzo come se ne vedono tanti nel capoluogo lombardo ma che, un tempo, ero un luogo magico, un posto dove nasceva l’arte. Una targa ricorda che, proprio lì, un tempo, c’era la residenza di Maria Callas e di Giovanni Battista Meneghini.
Si trattava di una villetta indipendente in stile classico, circondata da un rigoglioso giardino fiorito – quello, meno ricco ma ancora affascinante esiste ancora – che Maria Callas arredò con grande cura. Il mobilio era antico, in stile classico e leggermente barocco, così come le pesanti tende che la riparavano dalla curiosità degli sguardi esterni. Alle pareti, raffinate opere d’arte e quadri d’autore.
Unico vezzo moderno era la cucina, all’avanguardia, con elettrodomestici di ultima generazione e una grande isola in stile americano. La Divina l’aveva fatta arrivare direttamente dagli Stati Uniti, per poter cucinare in comodità i dolci che tanto amava preparare e gustare, prima di votarsi a una folle dieta, sempre uguale a sé stessa, cui forse si è ispirata Victoria Beckham.
Il falò nel giardino
Gli anni di via Buonarroti e della Scala, trasformarono la mediterranea Maria Callas in una perfetta “sciura” milanese. Magrissima, raffinata, lievemente snob. Vestita come Audrey Hepburn, sempre elegantissima e mai vistosa: camicia bianca, pantaloni a sigaretta, ballerine e grandi occhiali scuri. Si vestiva alla sartoria Biki, la preferita dalle signore dell’alta borghesia meneghina. Era stato il marito a portarla lì per la prima volta.
Così, quando il matrimonio con l’impresario milanese finì e la Scala la allontanò a causa di problemi alla voce, la Divina in un poetico gesto catartico diede tutto alle fiamme, letteralmente. Con il suo intero guardaroba accese un grande falò nel giardino della villetta di via Buonarroti, che per due giorni interi ornò di uno sbuffo grigio scuro l’elegante quartiere residenziale.