Dopo essere stata la prima donna a occupare la seconda carica più importante del Paese più potente del mondo, nonché prima afroamericana e asiatica vicepresidente, Kamala Harris potrebbe diventare la prima donna Presidente degli Usa. La prima a entrare alla Casa Bianca da padrona e non da First Lady. Dopo il ritiro di Joe Biden, è lei a sfidare Donald Trump. E seppur le possibilità di riuscire nell’impresa siano incerte, la sua è già una battaglia avvincente.
Kamala Harris arriva da lontano
Per capire chi è Kamala Harris è bene conoscerne prima la madre Shyamala Gopalan. Una pioniera che nel 1958, a soli 19 anni, lasciò India, dove era nata, per trasferirsi negli Stati Uniti, in un’epoca in cui gli ingressi dall’Asia erano limitati a un massimo di cento persone all’anno. Shyamala ci entrò ed entrò anche nella prestigiosa università californiana di Berkley, tra le prime donne indiane a farlo. Rifiutò il matrimonio combinato voluto dalla famiglia e sposò l’attivista giamaicano Donald Harris, da cui nacquero Kamala e Maya. Otto anni dopo, Shyamala continuò la sua strada verso l’indipendenza, chiedendo il divorzio.
Kamala, il cui nome significa “fiore di loto” ed è un omaggio alla dea indù Lakshmi, dea dell’emancipazione femminile, è cresciuta a pane e proteste. Contro il razzismo, contro la guerra, per i diritti civili. Si laurea in Scienze politiche ed Economia nel college nero più prestigioso di Washington, supera l’esame di avvocato e diventa procuratore distrettuale a Oakland. È la prima donna di colore a farlo. Poi la prima donna di colore indiana-americana eletta procuratore generale in California, dove combatte per la diseguaglianza di genere e sociale, contro la pena di morte e la violenza delle forze dell’ordine. Nel 2016, un nuovo record: è la prima donna indiano-americana a diventare senatrice.
Corre contro Joe Biden alle primarie dei democratici ma stavolta non eccelle. Biden, però, una volta eletto la sceglie come sua vicepresidente. Un altro record, che non porta tuttavia la popolarità sperata. Il piglio di Harris, rinchiuso nella Casa Bianca, perde di tenacia e l’incertezza della vicepresidente su temi cruciali come sanità e immigrazione le fa guadagnare numerose critiche in patria. Alla corsa per lo studio Ovale contro Donald Trump arriva in modo un po’ coatto, di certo inaspettato, ma non per questo meno brillante.
La vita privata di Kamala Harris
Il primo grande amore di Kamala Harris è stato un politico di 30 anni più grande di lei, l’ex sindaco di San Francisco Willie Lewis Brown Jr. La relazione finì proprio quando Brown fu eletto sindaco e Harris iniziò la propria scalata politica. Nel 2001, Kamala ha una breve storia con il noto conduttore televisivo Montel Williams, ma il vero amore arriva lontano dalle istituzioni e dai riflettori.
È il 2014 quando un’amica di Kamala la spinge a un appuntamento al buio con Douglas Emhoff, avvocato della California con alle spalle un divorzio e due figli. L’amica ci aveva visto giusto, perché Douglas e Kamala si piacciono così tanto da sposarsi appena qualche mese dopo il primo incontro, il 22 agosto 2014. Da allora non si sono mai lasciati e Harris è diventata affezionata matrigna di Emhoff Cole ed Ella, artista e modella, nati dalla precedente relazione di Emhoff con la produttrice cinematografica Kerstin.