Kamala Harris fa la storia (di nuovo), la marcia al Pride di Washington

Kamala Harris è la prima Vice Presidente a partecipare alla parata per i diritti della comunità LGBTQ+: un gesto dal forte significato

[magazine id = 6258640026001

Che Kamala Harris sarebbe stata una Vice Presidente fuori dagli schemi era evidente fin dalla campagna elettorale e già con il discorso della vittoria ci aveva dato un assaggio di quelle che sarebbero state le sue battaglie.

Vederla marciare però al Capital Pride di Washington D.C. va oltre ogni aspettativa (e speranza ripagata). La Vice Presidente degli Stati Uniti ha fatto ancora una volta la storia scendendo in piazza al fianco di migliaia di americani insieme al marito, il Second Gentleman Doug Emhoff.

Blazer color salmone e t-shirt bianca con la scritta Love is love, Kamala Harris ha manifestato tutto il suo sostegno per la causa tenendo anche un piccolo discorso per rendere chiaro come i diritti della comunità LGBTQ+ stiano a cuore all’amministrazione Biden: “Dobbiamo rendere chiaro a tutti che la nostra comunità transgender e i nostri giovani siano protetti. C’è ancora molto lavoro da fare, ma siamo tutti coinvolti”, ha dichiarato.

Un coinvolgimento che la Vice Presidente aveva già manifestato su Twitter ricordando la sparatoria avvenuta il 12 giugno 2016 in un locale gay di Orlando in cui morirono 49 persone.
“Cinque anni fa 49 persone LGBTQ+ e loro amici si stavano divertendo in una delle serate al Pulse Nightclub. E in un istante ci hanno lasciato. Oggi ricordiamo coloro che sono morti e i loro cari e prendiamo l’impegno ancora una volta di costruire un mondo libero dalla violenza delle armi da fuoco”, ha scritto.

La decisione di marciare per le strade di Washington ha un fortissimo peso simbolico e politico: è la prima Vice Presidente della storia a farlo. Un altro record per lei, ma un gesto importantissimo per tutta la comunità LGBTQ+ che finalmente sente che le loro lotte non sono state vane e che le loro richieste hanno finalmente un orecchio (anche più di uno) che le ascolta.

Uno dei primi documenti firmati da Biden una volta eletto è stato proprio un ordine per mettere fine a ogni forma di discriminazione basata sull’identità di genere o sull’orientamento sessuale: “Tutti i bambini dovrebbero essere liberi di imparare senza doversi preoccupare che venga loro precluso l’accesso ai bagni, agli spogliatoi o agli sport scolastici. Tutti gli adulti dovrebbero potersi guadagnare da vivere seguendo la loro vocazione, sapendo che non saranno licenziati, retrocessi o maltrattati sulla base di chi li aspetta a casa o perché si vestono in un modo non conforme agli stereotipi basati sul sesso. Le persone dovrebbero poter accedere all’assistenza sanitaria e assicurarsi un tetto sulla testa senza subire discriminazioni”, si legge.

Parole che danno speranza per un mondo più giusto e che grazie anche al gesto di Kamala speriamo possano davvero realizzarsi.