Ghost Bike: una bicicletta bianca per sensibilizzare e ricordare

Una “bicicletta fantasma” è un memoriale toccante e silenzioso, una testimonianza per non dimenticare mai i ciclisti vittime delle nostre strade

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Sonia Surico

Content Editor e Storyteller

Laureata in Scienze della Comunicazione e con un Master in Seo Copywriting. Per lei, scrivere è un viaggio che unisce emozioni e conoscenza.

Pubblicato: 24 Settembre 2023 09:07

In Italia, la sicurezza stradale è un problema che affligge ciclisti e pedoni. Nonostante gli sforzi per migliorare le condizioni di viaggio, le statistiche sono ancora inquietanti. Solo quest’anno abbiamo già perso 127 ciclisti.

Da diverso tempo, nelle strade affollate e frenetiche di molte città, sono emerse delle sentinelle silenziose che parlano un linguaggio di dolore e speranza. Sono le Ghost Bikes, biciclette dipinte di bianco, posizionate nei luoghi dove i ciclisti hanno perso la vita, simboli toccanti di vite perdute e di una lotta per la sicurezza che continua ogni giorno.

Sono richiami potenti e persistenti alla necessità di una migliore infrastruttura urbana dedicata alle piste ciclabili e di una maggiore consapevolezza da parte dei conducenti. Ogni bici rappresenta una perdita e un appello alla prudenza, all’attenzione e al rispetto reciproco sulle strade.

La storia delle “biciclette fantasma”

Nell’effervescente clima di ribellione degli anni ’60, nel cuore pulsante di Amsterdam, nacque un’idea tanto audace quanto rivoluzionaria. Un gruppo di anarchici decise di sfidare le convenzioni e di dipingere le biciclette di bianco. Ma non si trattava solo di una questione estetica. L’obiettivo era democratizzare il trasporto su due ruote e liberarlo dalle catene del possesso individuale.

In questa visione, le biciclette bianche non appartenevano a nessuno e, allo stesso tempo, erano di tutti. Chiunque le trovava poteva usarle, sentire il vento nei capelli mentre pedalava lungo i canali della città, e poi lasciarla per il prossimo fortunato.

Si dice che tutto sia iniziato con Jo Slota, un artista di San Francisco, che rimase affascinato dalle biciclette abbandonate che punteggiavano la città come scheletri dimenticati. Attratto dalle forme spoglie e trascurate, decise di dare loro nuova vita, per trasformarle in opere d’arte urbane.

Nel 2003, venne avviato a St. Louis il progetto commemorativo delle biciclette fantasma, grazie all’iniziativa di Patrick Van Der Tuin. Dopo aver assistito a un tragico incidente in cui un automobilista investì un ciclista sulla pista di Holly Hills Boulevard, Der Tuin dipinse una bicicletta di bianco e la posizionò sul luogo dell’incidente insieme a un cartello che recitava “Ciclista colpito qui“.

In seguito, reclutò un gruppo di amici per recuperare altre 15 biciclette, tutte danneggiate. Queste furono poi posizionate strategicamente in diversi punti chiave dell’area di St. Louis. In alcuni casi, vennero danneggiate ancora di più intenzionalmente per sottolineare con forza le gravi conseguenze degli incidenti.

Da quel momento, l’iniziativa ha guadagnato popolarità e si è diffusa in numerose città in tutto il mondo. Nel 2009, ha fatto la sua comparsa anche in Italia, con la prima Ghost Bike installata a Roma. Successivamente, il progetto si è esteso anche a Lecce e Brindisi.

“The Ride of Silence”: la pedalata silenziosa per ricordare le vittime

La sicurezza stradale è diventata una questione molto sentita e ha trovato una grande risposta non solo da coloro che hanno perso una persona cara, ma da tutti quelli che sperano in un futuro più sicuro. Oltre alle Ghost Bikes, esistono molte altre iniziative che cercano di fare la differenza per onorare la memoria dei ciclisti deceduti, una di queste è la “pedalata silenziosa”.

The Ride of Silence” è un evento annuale che si svolge contemporaneamente in molte località di tutto il mondo. Inizia il terzo mercoledì di maggio ed è un importante richiamo per la sicurezza stradale.

Un evento gratuito che coinvolge ciclisti di diverse città, che si uniscono in una pedalata silenziosa per onorare le vittime ed educare i cittadini sul diritto dei ciclisti a condividere la strada in sicurezza.

Il movimento ha raggiunto l’Italia nel 2015 e da allora Milano ha ospitato questa pacifica protesta, con sempre più partecipanti che si uniscono per sensibilizzare su questo importante argomento.