Manuel è morto: è la vittima innocente dell’incidente tra Lamborghini e Smart

Mercoledì scorso, in una frazione della Capitale, un incidente tra una Smart e una Lamborghini ha visto morire un bambino di 5 anni. Ecco cosa è successo

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Davanti alle tragedie andiamo tutti alla ricerca di un capro espiatorio, di qualcuno di sacrificabile che sia disposto, volente o meno, di caricarsi di un fardello fatto di colpe e peccati commessi dalla comunità. Lo facciamo perché non abbiamo scelta, perché a volte il dolore è così grande, e lacerante, che l’unico modo per trovare un senso a quello che succede è puntare il dito su chi ha sbagliato.

Ma chi sbaglia, questo è certo, non è immune alle conseguenze delle proprie azioni: non lo è mai. Una consapevolezza, questa, che dovrebbe farci desistere dalla tentazione di ergerci a giudici e giurie perché le sentenze, semmai, appartengono ai tribunali e alla legge. Quello che possiamo fare, invece, è rispettare il dolore e l’ennesima vita che si spezza troppo in fretta, quella di Manuel.

Poteva e doveva vivere ancora, quel bambino di soli 5 anni, perché aveva una vita intera davanti a sé, fatta di sogni straordinari da realizzare, di successi da collezionare, di amore da dare e da ricevere. Non doveva essere la vittima di un’incidente che si poteva evitare, di una leggerezza che non sempre palesa la sua pericolosità, di una gioventù che ancora non ha fissato dei limiti chiari sulle cause e sulle conseguenze delle proprie azioni. Ma tutto questo, adesso, è già passato che non si può dimenticare, e sentenziare su quello che è stato fatto, o su quello che si poteva fare per evitare l’ennesima tragedia stradale, non ci aiuterà a far tornare in vita Manuel.

Roma: l’incidente tra Smart e Lamborghini

Il numero delle vittime di incidenti stradali si perde tra le notizie del giorno e i fatti di cronaca. Eppure si tratta di cifre spaventose che riguardano il Paese intero, così come le grandi città come Roma. I passi da giganti sono stati compiuti in ogni settore che riguarda la nostra quotidianità, eppure la messa in sicurezza delle strade urbane ed extra urbane non è, evidentemente, ancora considerata una priorità.

Ogni giorno muoiono persone di ogni età e di sesso differente mentre sono alla guida. È vero, spesso la colpa è attribuibile alla distrazione, alla velocità elevata, all’assunzione di alcol e stupefacenti che annebbiano la concentrazione. Eppure, viene da chiedersi se questi incidenti, spesso mortali, possono essere contrastati e diminuiti da strade più sicure. E Via di Macchia Saponara, alla luce di quanto è successo, non è una di queste.

Mercoledì scorso, infatti, un incidente sfociato in tragedia ha fatto tremare il Paese intero. Ha spezzato la vita di un bambino e ha distrutto quella di più famiglie. Mercoledì scorso a Casal Palocco, una frazione di Roma Capitale, due macchine si sono scontrate e Manuel ha perso la vita. Quello che sappiamo di questo incidente, e che è emerso in questi giorni, restituisce un chiaro scenario della tragedia.

Da una parte c’era una Lamborghini Urus, una di quelle macchine che spesso rappresentano un sogno proibito da realizzare a ogni costo. A bordo del veicolo c’erano cinque ragazzi tutti con un’età compresa tra i 20 e i 23 anni. A guidare l’auto, invece, era Matteo Di Pietro, influencer conosciuto al pubblico dei giovanissimi nonché membro dei The Borderline, un gruppo di youtubers che vantano, sul loro canale, oltre 600.000 follower.

Nel primo pomeriggio di mercoledì, alle ore 15.45, la Lamborghini stava percorrendo la strada di Casal Palocco, ma non era l’unica. Dall’altra parte della carreggiata, infatti, c’era anche una Smart ForFour sulla quale viaggiavano una donna di ventinove anni con i suoi due bambini: Manuel, di 5 anni, e la sua sorellina Aurora di 4. Stavano tornando dall’asilo che i due frequentavano dopo aver concluso i festeggiamenti per la fine dell’anno scolastico.

Poi l’incontro tra le due auto che si è trasformato velocemente in uno scontro mortale. I ragazzi a bordo della Lamborghini sono rimasti illesi, anche grazie alla superiorità “fisica” dell’auto in questione. La mamma con i due figli, invece, sono diventati le vittime di un destino fatale. Tutti e tre sono stati trasportati con urgenza in ospedale, dove attualmente sono ricoverate madre e figlia per lesioni gravi, anche se per fortuna sono fuori pericolo.

A nulla, invece, sono serviti i soccorsi tempestivi per il piccolo Manuel che ha perso la vita appena arrivato al pronto soccorso.

50 ore in Lamborghini

Quello che è successo a Roma, mercoledì scorso, ha sconvolto la comunità del quartiere cittadino della capitale e del Paese intero. Lo ha fatto soprattutto quella morte drammatica e inspiegabile che ha visto coinvolto un bambino di soli 5 anni.

Mentre le forze dell’ordine indagano su quanto è successo, ipotesi e testimonianze iniziano a diffondersi velocemente. Quello che è emerso, fino a questo momento, è che quella Lamborghini stava sfrecciando tra le strade di Casal Palocco già dal giorno prima. Sono molte le persone ad aver dichiarato di aver visto quell’auto, dal colore azzurro inconfondibile, a tutta velocità tra le vie del quartiere.

A quanto pare, infatti, i ragazzi a bordo della Lamborghini avevano deciso di partecipare a una delle tante challenge virali su Youtube, quella che prevede di trascorrere 50 ore all’interno di un automobile. Una vera e propria sfida che gli youtubers coinvolti nell’incidente avevano scelto di accettare. Per portare a compimento quella “missione” avevano noleggiato uno dei modelli più iconici della celebre casa automobilistica.

Al di là dei quesiti che tutti si pongono adesso, che riguardano la legittimità di quel noleggio vista la giovane età del conducente, sappiamo per certo che alla fine gli youtubers sono saliti a bordo dell’auto per girare quello che sarebbe diventato un video virale: “50 ore in Lamborghini”.

Il video su TikTok prima dell’incidente

A testimoniare la missione presa in carico dai giovani, e destinata a diventare un video per Youtube, ci sono anche alcuni filmati girati dagli stessi ragazzi poco prima dell’incidente. I membri di The Borderline avevano parlato proprio della smart, in uno degli ultimi video pubblicati su TikTok, ribadendo la superiorità della loro auto.

La testimonianza di un papà

Tra le tante testimonianze raccolte nelle scorse ore spicca quella del papà di un compagno di scuola di Manuel. L’uomo, che ha parlato al Corriere, è ancora incredulo su quanto è successo: “Un momento ero a tavola a guardare Manuel che mangiava, e poco dopo ho visto l’auto della mamma distrutta”.

“La vergogna più grande è che mercoledì il ragazzo alla guida del Suv è stato qui, sul luogo dello schianto, per quattro ore e non ha versato una lacrima” – ha poi dichiarato – “Non ho visto nessuno disperato, né lui, né i suoi amici: erano tutti sereni, perfino strafottenti. Pensavano ai follower”.

Le indagini

Le indagini, attualmente in corso, hanno rivelato che il conducente della Lamborghini, Matteo Di Pietro, è risultato positivo al test dei cannabinoidi. Il ragazzo, attualmente, è indagato per omicidio e lesioni stradali. Le forze dell’ordine stanno facendo accertamenti anche sulla legittimità del noleggio vista la giovane età dei ragazzi.

Al momento, l’unico dei The Borderline ad aver rilasciato dichiarazioni su quanto è successo lo scorso mercoledì è stato lo youtuber Vito Loiacono, esprimendo la sua vicinanza alla famiglia della vittima e raccontando l’incidente come “Un trauma indescrivibile“.