Eugenia Roccella, chi è la Ministra della Famiglia di Meloni e cosa pensa dell’aborto

Classe 1953, Egenia Roccella è una giornalista e politica: come è cambiato il suo pensiero negli anni

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Redazione

DiLei è il magazine femminile di Italiaonline lanciato a febbraio 2013, che parla a tutte le donne con occhi al 100% femminili.

Classe 1953, giornalista, una lunga militanza politica fino al nuovo e recentissimo rulo: quello di Ministra della Famiglia del governo di Giorgia Meloni. Stiamo parlando di Eugenia Roccella, che ha raccolto il testimone da Elena Bonetti.

Della Ministra Eugenia Roccella si sta parlando moltissimo, complice il suo punto di vista su uno dei temi più dibattuti: quello del diritto all’aborto e della Legge 194. Cosa ne pensa la neo Ministra?

Eugenia Roccella, chi è la Ministra e il suo percorso politico

Eugenia Roccella è “figlia d’arte”, il papà infatti era Franco Roccella uno dei fondatori del Partito Radicale. La mamma invece era la pittrice Wanda Raheli. Il suo percorso politico è iniziato molto presto nel Movimento di liberazione della donna. Tante le battaglie portate avanti in quegli anni, epoca segnata da grandi cambiamenti sul piano della lotta all’emancipazione femminile. Suo, ad esempio, il libro  Aborto: facciamolo da noi. La prima volta che si è candidata è stata proprio in quegli anni (nel ’79) nella fila del Partito Radicale.

Dal punto di vista formativo, invece, Eugenia Roccella è laureta in Lettere ed è iscirtta all’Ordine dei giornalisti professionisti.

Dopo la candidatura nelle fila del Partito Radicale, ha trascorso vent’anni lontata dalla politica, ha abbandonato il partito, ha scritto diversi libri e ha collaborato con numerose testate giornalistiche. Tra i suoi impegni anche quello per il Family Day.

Nel 2008 è stata eletta alla Camera con il PdL ed è stata sottosegretaria al Welfare e alla Salute. I suoi passaggi politici successivi sono stati nel Nuovo Centrodestra e poi nel Movimento Identità e Azione di cui è anche una delle fodatrice, poi il passaggio al Gruppo Misto USEI – IDEA.

Nel 2022 la nomina di Ministro della famiglia, natalità e pari opportunità del nuovo governo di Giorgia Meloni. Ma come si è modificato il suo pensiero negli anni? Le sue posizioni moltisismo, come dimostrano i cambiamenti lungo il suo lungo percorso politico.

Eugenia Roccella, come è cambiato il suo pensiero politico

Il cambiamento del suo pensiero politico è evidente: dalle battaglie per liberalizzare l’aborto portate avanti negli anni Settanta alle posizioni attuali che la vedono anti –abortista e a supporto di quella che viene definita famiglia tradizionale, ovvero composta da uomo e donna.

Proprio in merito alla Legge 194, ovvero quella sull’interruzione volontaria di gravidanza, Egenia Roccella aveva detto la sua di recente, ospite del programma di La 7 In Onda. Lì alla domanda della giornalista: “È un diritto l’aborto, siamo d’accordo?”  Aveva rivendicato il suo essere femminista dicendo: “Le femministe non hanno mai considerato l’aborto un diritto. Hanno sempre detto che esula dal territorio del diritto. Però è una legge”. Poi ha aggiunto: “Non direi che è un diritto, però c’è una legge e la legge va applicata  e nessuno la contesta”. Nello spiegare la sua posizione aveva detto: “L’aborto è il lato oscuro della maternità”.

Parole che, rilette alla luce del suo nuovo ruolo di Ministra della Famiglia del governo con Giorgia Meloni Primo Ministro, hanno acceso la preoccupazione sul futuro della Legge stessa. A tal proposito la neo Ministra ha fatto un intervento su La Stampa in cui ha sottolineato, ancora una volta, quello che il Primo Ministro Giorgia Meloni aveva già detto durante la campagna elettorale:  “Giorgia Meloni ha ripetuto fino alla nausea che non vuole cambiare la legge sull’aborto, e io non solo non ho nessuna volontà di farlo, ma non ne avrei nemmeno il potere, visto che dell’applicazione della legge 194 si occupa il ministero della Salute insieme alle Regioni”. Parole, che, hanno come intento quello di spegnere le preoccupazioni in merito a una possibile modifica della Legge 194, approvata nel 1978.