Valentina Parisse: “Con ‘Vischio’ mostro l’altra faccia del Natale ma il mio sarà classico”

Addio a "All I want for Christmas is you" e "Jingle Bell", la nuova canzone di Natale quest'anno è "Vischio" di Valentina Parisse

Foto di Federica Cislaghi

Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

Pubblicato: 13 Dicembre 2022 18:20

Con il suo nuovo singolo, Vischio, Valentina Parisse ci fa vedere un Natale diverso, lontano dagli stereotipi che lo vogliono, sempre e comunque, come il periodo in cui tutti sono in armonia tra loro e dove tutti ci sentiamo migliori. Con la giusta dose di ironia, ci racconta quindi quanto ci si possa sentire soli anche circondati da tante persone e regali, in un’apparente ma instabile e a volte finta atmosfera di festa e gioia, dove ognuno indossa una maschera per nascondere la realtà.

Dunque, dimentichiamoci le sdolcinate Bianco Natale e Jingle Bell, addio a All I want for Christmas is you di Mariah Carey, la canzone di Natale 2022 è Vischio.

Vischio
Il nuovo brano di Valentina Parisse

Valentina Parisse è una delle più interessanti cantautrici italiane. Inizia la sua carriera nel 2011 con l’album Vagabond e da lì non si è più fermata. Ha scritto brani per Renato Zero e Michele Zarrillo. Tra il 2019 e il 2021 ha partecipato in veste di giudice a All Together Now e nell’estate del 2022 il suo brano Animali è stato un grande successo.

Il tuo nuovo singolo Vischio racconta di un Natale diverso e malinconico: quale messaggio vuoi dare col tuo brano?
La mia intenzione con Vischio è quella di dare un altro punto di vista sul Natale, ma per una ragione molto semplice. Ogni anno in questo periodo si iniziano a sentire le solite canzoni natalizie, i grandi classici, le riedizioni, le cover delle cover, che però trovo molto distanti dalla realtà, per lo meno da come la percepisco io. Banalmente, questi grandi monti innevati, le campanelle, il senso di felicità dilagante dove tutti si è buoni non li vedo da nessuna parte. Avevo voglia quindi di alzare la voce e di dire che c’è un altro Natale, molto più vero e quotidiano.

Questo “altro Natale” dove la finta spensieratezza non ha più spazio è dovuto alla contingenza storica: il Covid, la guerra… ?
Hai detto giustamente “finta”, questo è proprio uno dei messaggi che voglio dare con la mia canzone: abbandonare le maschere che a volte nascondono delle situazioni che sarebbe invece bello affrontare così come sono. Ci sono molte persone sole. Me ne rendo conto, perché seguo da vicino la cronaca e spesso si legge di persone anziane che stanno male e non hanno nessuno che bada a loro. Naturalmente, non voglio mettermi su un piedistallo ma con la mia canzone mi chiedo: a Natale diciamo sempre che siamo tutti più buoni, ma veramente lo siamo?

Magari il paragone non ti piacerà, ma da come mi descrivi il tuo brano, mi fai pensare al film Love Actually e alla versione alternativa di Christmas is all Around, certo con intenti molto diversi
Come no, ma è il film della vita [ride ndr]. Paradossalmente la cinematografia ha dato punti di vista sul Natale molto più alternativi rispetto alla musica che è stata sempre più monocorde. Io ho amato Baffo natale di Elio e le Storie tese che prende un po’ in giro questo periodo. Ma sono pochi gli esempi musicali che potrei fare in questo senso. Invece il cinema si è sbizzarrito su questo tema, perché i film prendono spunto dalla realtà forse più delle canzoni.

Come sarà il tuo Natale?
Pensavo che mi chiedessi: ‘Cosa fai a capodanno?’ [ride ndr].

No, ho visto “la tragica domanda” che hai messo sul tuo profilo Instagram… Quindi come passerai il Natale?
Io amo il Natale, spendo un sacco di soldi in decorazioni. Decoro anche il mio cane. Devo fare però questa premessa: era da diverso tempo che volevo pubblicare la mia canzone sul Natale. L’anno scorso dovevo trascorrere le feste dai miei dove avevo preparato già tutti gli addobbi, ma ho preso il Covid e sono dovuta restare a casa mia dove però non avevo fatto nulla, c’era il niente. Tutti mi chiamavano, per farmi gli auguri e io era da sola. Allora, visto come è andata l’anno scorso, mi auguro innanzitutto di essere in salute e se tutto andrà bene, trascorrerò il Natale nel modo più classico, godendomi gli affetti più cari.

Un altro tuo recente successo è Animali, anche questo brano è una riflessione sul modo d’essere degli uomini?
Sì, siamo un’infinita fonte di ispirazione. Qualche giorno fa alla radio ufficiale delle Ferrovie dello Stato – mio papà era ferroviere – mi è stato chiesto se ho mai scritto una canzone in treno. La risposta è stata sì, perché una delle cose più belle è quando ti metti vicino al finestrino, soprattutto la sera, e vedi dentro le case illuminate spaccati di vita. A me l’esistenza degli altri affascina moltissimo. Questo mi ha ispirato per Animali.

Quando hai capito che la musica sarebbe diventata la tua vita?
Molto presto. L’ho capito inizialmente con la danza classica. Poi però il fisico mi ha suggerito una strada diversa, perché ero troppo alta e formosa per entrare in accademia e quindi la passione per il canto ha preso il sopravvento, talmente tanto che ho iniziato a lavorare in uno studio di registrazione a 14 anni.

Niente passi a due con Roberto Bolle, ma hai scritto per i grandi della musica, come Renato Zero e Michele Zarrillo. Come sono stati questi incontri?
Importantissimi. Potrei usare tanti aggettivi per descriverli, ma quello che meglio fotografa la situazione è ‘davvero importanti’, perché quando degli artisti così iconici e grandi si aprono a quello che fai, è un’enorme iniezione di fiducia in un campo in cui di certezze ce ne sono veramente poche. Poi per me che sono romana Renato Zero fa parte del DNA. In casa mia le sue canzoni si sono sempre cantate, mio fratello sopra il suo letto aveva un suo vinile.

C’è un artista per cui vorresti scrivere un brano?
Tantissimi. Soprattutto e fortissimamente donne e italiane.

A proposito di Big, hai mai pensato di partecipare al Festival di Sanremo come cantante [nel 2020 ha presentato come co-autrice Nell’estasi o nel fango di Michele Zarrillo ndr]?
Sarebbe molto bello. Ho avuto l’occasione di essere autrice nel 2020, proprio 5 minuti prima che nel mondo esplodesse il Covid. Mi piacerebbe molto cantare al Festival, penso che da lì sia passata gran parte della nostra cultura musicale, sarebbe un grande onore.

In tv hai fatto il giudice musicale in All Together Now condotto da Michelle Hunziker, come è stata quell’esperienza?
Molto bella, formativa, perché per una singola puntata si lavorava tre giorni consecutivi fino a notte, a contatto con molti colleghi, ognuno col suo mondo. Onestamente non credo alla formula del talent e sono veramente stanca dell’ossessione della gara. La musica per me non è una gara e la cosa bella di All Together Now è che era una festa e una celebrazione del talento. Non c’era la voglia di demolire o di indagare morbosamente sulla vita privata dei concorrenti, c’era piuttosto la voglia di essere utili al percorso professionale di chi partecipava.

Progetti futuri di cui vuoi parlarci?
Ce ne è uno in particolare cui tengo tanto. Si tratta della mia prima tournée teatrale. Partiremo a marzo 2023 dal teatro Garbatella di Roma. Ho scritto questo spettacolo dove la canzone perde i suoi specifici panni, perché al centro c’è la parola, dunque è la canzone in quanto parola che sarà cantata ma anche recitata. Ci saranno tanti ospiti che porteranno le loro canzoni, scelte per le parole.