Simone Montedoro: “Sono un romantico. Raoul Bova? Scelta giusta per Don Matteo”

"Guai, se non fossi una persona romantica. Fiorello? Nuovo re Mida": Simone Montedoro racconta della sua commedia, "L'Albero di Natale", e di "Don Matteo"

Foto di Federica Cislaghi

Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

È impossibile raccontare tutte tutti i progetti di successo in cui ha Simone Montedoro. Mitico è il capitano Tommasi, genero del Maresciallo Cecchini, in Don Matteo. Lo abbiamo visto a Tale e Quale Show interpretare in modo straordinario Nino Manfredi e ancora in Ballando con le Stelle e Viva Rai2!. E poi i tanti film e spettacoli  teatrali.

Fino al 4 febbraio, Simone Montedoro è al Teatro Golden con la commedia sull’amore, e non solo, L’Albero di Natale, da un soggetto di Andrea Maia, scritto da Augusto Fornari, Toni Fornari, Andrea Maia, Vincenzo Sinopoli per la regia di Toni Fornari e una produzione A.T.P.R. Ass. Teatri Per Roma, che vede protagonisti con lui, Roberta Mastromichele, Emanuela Fresi, Andrea Lolli.

Sei a teatro con L’Albero di Natale: ci racconti di questa commedia?
L’Albero di Natale è una commedia, come tutte quelle fatte coi fratelli Fornari e Andrea Maia, che affronta temi delicati come la famiglia, la perdita di un amore. Io interpreto Marco, uno scrittore che quattro anni fa ha perso la donna della sua vita per un brutto male, mentre faceva l’albero di Natale. Questo tragico evento lo ha traumatizzato e lo ha bloccato anche artisticamente, sono infatti quattro anni che non riesce a trovare il finale del suo romanzo. Viene accompagnato in questo periodo dalla sua domestica, interpretata da Emanuela Fresi, che sta con lui da una vita. Ciociara e ruspante, cerca di stimolarlo in ogni modo. La stessa cosa fa Franco, interpretato da Andrea Lolli, migliore amico di Marco, improbabile pr notturno romano che cerca di coinvolgerlo in feste, cene, eventi che organizza. Una sera finalmente lo riesce a convincere. Marco finalmente esce di casa e al culmine della serata, mentre sta rientrando, incontra una donna che ha avuto un piccolo incidente. Lui la soccorre e la porta a casa sua. Ma adesso mi fermo, perché non posso svelare troppo….
Però, il messaggio che vogliamo dare con questa commedia è che nella vita le cose possono cambiare e magari un’estranea può aiutarci, perché è più facile confessarsi con una persona che non ci conosce. Infatti, spesso temiamo il pregiudizio e abbiamo paura di essere giudicati.
Lo spettacolo è davvero molto interessante e a me piace tantissimo lo stile della commedia, si ride dall’inizio alla fine, ma ci sono anche momenti di riflessione.

Possiamo dire che è una commedia sull’amore?
Assolutamente sì ed è anche sulla sincerità, in particolare con se stessi, per capire che le persone che ti sono accanto ti possono aiutare.

Anche tu sei una persona romantica?
Certo, guai se non lo fossi. I messaggi che vogliamo trasmettere sono rivolti soprattutto ai giovani, ai nuovi adolescenti. Nelle nuove generazioni il romanticismo sta scemando, si stanno perdendo tanti elementi importanti, come ad esempio la bellezza di scrivere una lettera o di leggere una poesia. Oggi si risolve tutto con messaggi ed emoticon.

A proposito di romanticismo, la tua compagna Roberta Volpicella, viene a vederti a teatro?
Sì, assolutamente, sempre.

Ti abbiamo visto anche nella serie Netflix, Suburræterna, cosa ci racconti di quest’esperienza?
È stata una bellissima esperienza. Sono stato felice di lavorare a un progetto diverso e di interpretare un ruolo differente da quelli che sono solito fare. È la cosa interessante del nostro lavoro che ti dà la possibilità di essere pragmatico e di differenziare i personaggi cui dare vita. È stato molto divertente e magari potrebbe anche ritornare.

A proposito di ritorni, ti rivedremo in Don Matteo, come è successo per Flavio Insinna?
Non dipende da me.

Che ne pensi di Raoul Bova come sostituto di Terence Hill in Don Matteo?
Una persona carinissima e un attore molto generoso. L’ho incontrato varie volte e mi piacerebbe molto lavorare come lui. E credo che sia stata una scelta giusta, anche se naturalmente Don Matteo è Terence Hill. Tutti lo abbiamo amato moltissimo e io in particolare e lo ringrazio per aver lavorato con lui. Poi ci possono essere molte cose che ti impediscono di proseguire con un progetto e così lo si conclude per iniziarne un altro. La scelta di Raoul è giusta, è stato un ottimo sostituto di Terence.

Quanto ti sei divertito a lavorare a Viva Rai2!?
Tantissimo. Fiorello mi aveva già scelto per Viva RaiPlay per le “serie fallate”, spero di continuare a lavorare con loro. Poi Fiorello non si può non ammirare, è come re Mida, tutto quello che tocca è oro.