Rossella Brescia: “La Puglia mi ha salvata e insegnato a cercare bellezza”

Rossella Brescia, nella serie “Il Santone 2 - #lepiùbellefrasidioscio” racconta quando la sua comicità è diventata artistica e come la sua terra le abbia insegnato a ricercare sempre la bellezza

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Sara Gambero

Giornalista esperta di Spettacolo e Lifestyle

Una laurea in Lettere Moderne con indirizzo Storia del Cinema. Appassionata di libri, film e del mare, ha fatto in modo che il lavoro coincidesse con le sue passioni. Scrive da vent’anni di televisione, celebrities, costume e trend. Sempre con un occhio critico e l'altro divertito.

Rossella Brescia ha avuto due vite artistiche: quella di ballerina, lanciata a Buona Domenica nel 1997 e poi proseguita ad Amici e quella di comica, scoperta a Colorado e portata avanti in radio (a RDS dove conduce dal 2005 Tutti pazzi per RDS  e – assicura – continua a divertirsi come il primo giorno). Oggi è tra i protagonisti di Il Santone 2 – #lepiùbellefrasidioscio, serie prodotta da Stand By Me in collaborazione con Rai Fiction e disponibile da venerdì 19 aprile 2024 in esclusiva su RaiPlay.

Nella serie – ispirata a Osho, il celebre personaggio creato da Federico Palmaroli e fenomeno social da 2 milioni di follower –  Rossella è la pugliese Cosima, pronta a rivestire i panni del suo alter ego Jacqueline, agguerrita agente dello show business. E la sua bravura e comicità, esibita anche in conferenza stampa, è indiscutibile.

Conoscevi Osho o l’hai scoperto con la serie?
Lo conoscevo benissimo e seguivo attraverso i social. Mi ha sempre fatto molto ridere, credo sia uno dei fenomeni più geniali degli ultimi anni. Tra l’altro quando mi hanno fatto fare il provino per la serie non sapevo ci fosse lui dietro. Quando mi hanno scelta, e l’ho scoperto, ero felicissima.

Quanto vi siete divertiti a girarla?
Siamo stati benissimo, c’era grande armonia e questa cosa traspare nella serie. C’è sempre stato un grande rispetto tra noi, anche da parte della regista Laura Muscardin che ha sempre cercato di metterci a nostro agio.

Francesco Paolantoni, che nella serie è un santone cialtrone, dice che gli attori sono tutti un po’ così (“bugiardi, millantatori..”). In conferenza stampa hai raccontato di aver incontrato, a inizio carriera, molti agenti cialtroni. Come ti sei salvata? 
È stata la mia Puglia che mi ha aiutata, la mia educazione famigliare e la mia cultura. La mentalità che ho ereditato e che mi porta a non fidarmi mai subito, ad avere sempre un dubbio. Tante volte può essere anche un difetto. Ma ad inizio carriera mi ha aiutato moltissimo.

Hai raggiunto il successo televisivo nel 1997 diventando prima ballerina a Buona Domenica. Eri molto giovane: che ricordo hai di quegli anni e di quel tipo di  televisione?
Ho un ricordo fantastico di quegli anni: era una televisione di più intrattenimento, all’insegna della musica e del ballo. Ricordo i miei tanti passi a due con Kledi. Mi divertivo tanto, perché ballavo sempre. Poi è arrivato Saranno Famosi, divenuto Amici. Quando lavori sodo ma soprattutto quello per cui hai studiato, che è la tua passione, diventa il tuo lavoro, è il massimo.

A proposito di Amici, hai partecipato e contribuito al successo delle prime edizioni. Cosa ne pensi, oggi, dei talent: hanno ancora un senso?
Ovvio che lo hanno, danno grandissime possibilità. Pensa ad Amici e a tutti gli artisti che quest’anno a Sanremo arrivavano da quella scuola. È una vetrina bella, importante, dove si lavora sodo e ci sono produzioni che credono in te. Magari avessero tutti questa possibilità.

Quanto è servita la danza nella tua vita: che eredità o bagaglio ti ha lasciato?
La danza mi ha sempre aiutata. La danza ti forma mentalmente, a prescindere che poi tu faccia il ballerino nella vita o meno. Ti forma allo studio, al fatto che per ottenere delle cose devi faticare, al senso di grande rispetto per il lavoro. Mi è capitato di andare a lavorare il giorno dopo essermi operata al ginocchio, con le stampelle e non me lo aveva chiesto nessuno. Ci sono voluta andare di mia volontà, mi sentivo di farlo. Per me era una forma di  rispetto per i colleghi e per il mio lavoro.

Come e quando hai scoperto questa verve comica che da Colorado a Tutti pazzi per RDS in poi è diventata la tua cifra stilistica?
In realtà sono proprio così nella vita. Non fingo. La danza mi aveva reso forse più algida, ma io sono sempre stata “comica”, non mi sono riscoperta. Semplicemente ho messo questa comicità al servizio di quello che facevo.

Quando è avvenuto?
A Colorado, dietro le quinte mi prendevano in giro e mi dicevano: “Ma perché non lo fai anche davanti alle telecamere?” Da lì è nato tutto.

Sei in radio, a Tutti pazzi per RDS dal 2006. Quanto ti diverti ancora?
Tantissimo: il segreto è proprio quello di divertirti come se fosse sempre il primo giorno.

In tv è più facile lavorare con le donne o con gli uomini?
Ma io ho un carattere che va d’accordo con tutti. Devi essere proprio una, o uno, tremendo per non andare d’accordo con me. Cerco sempre di fare gioco di squadra.

C’è qualcosa che non rifaresti di ciò che hai fatto nella tua carriera o qualcosa di cui ti sei pentita di non aver fatto?
Tanti lavori che ho rifiutato, l’ho fatto per amore e sono stata stupida: non lo farei mai più. Uno su tutti, l’ho sempre detto nelle interviste: ho rifiutato Malena di Tornatore.

Che legame hai con la tua terra, la Puglia? Soprattutto: cos’avete voi pugliesi nel dna da rendervi così incredibili e belle?
Quando uno cresce vedendo bellezza intorno a sé, bellezza nella natura, dalla terra al mare, nelle persone, quando respiri tutto questo da quando sei bambina non puoi che cercare a ambire alla bellezza. Vedo un terreno con una vite e subito mi ricordo di mia nonna, di quando andavo a vendemmiare. La bellezza assoluta dei vigneti, degli uliveti in Puglia. Inevitabile che  il tuo corpo, abituato a tanta bellezza, la ricerchi sempre.

Ci torni spesso, andrai anche questa estate?
Non solo d’estate, ci torno ogni mese: sono profondamente ancorata alla mia Puglia.