Paola Michelini è la protagonista femminile dello spettacolo Time Lock, di Fabrizio Colica, in scena al Teatro Golden di Roma fino al 9 febbraio. Sul palco con lei ci sono Augusto Fornari, Giuseppe Ragone, Riccardo Sinibaldi per affrontare un tema scottante, attraverso una serie di colpi di scena.
Paola Michelini è una delle attrici italiane più complete, capace di affrontare ruoli drammatici e comici con la stessa disinvoltura. Oltre a teatro, l’abbiamo vista al cinema e in tv dove ha lavorato anche con sua sorella Giulia, la mitica Rosy Abate. Sul suo profilo Instagram, che vanta migliaia di follower, condivide video molto divertenti in cui la vena comica e ironica è utilizzata per descrivere e riflettere sulla realtà che ci circonda.
A noi ha raccontato del suo spettacolo teatrale, Time Lock, dei suoi progetti futuri, dei suoi sogni e del rapporto con sua sorella.
Ci racconti dello spettacolo, Time Lock. Chi interpreti e cosa accade sulla scena?
Lo spettacolo si svolge interamente in uno studio televisivo ed è strutturato come un vero e proprio talk show politico. Sul palco ci sono due politici, un esponente di destra e uno di sinistra, che si scontrano in una discussione accesa. Io interpreto l’assistente di Malmusi, l’esponente di sinistra. Come puoi immaginare, lo spettacolo riflette dinamiche molto simili a quelle che vediamo nei veri talk show televisivi: si dicono di tutto, ci sono scontri verbali accesi, ma alla fine tutto si conclude sempre con un clima di apparente pacificazione, come si suol dire “a tarallucci e vino”.
Per creare il tuo personaggio ti sei ispirata a qualcuno in particolare?
No, non a una figura specifica. Credo che il mio personaggio sia quello in cui il pubblico può identificarsi di più, se è sano di mente! Gli altri due protagonisti sono entrambi estremamente spregevoli, ognuno a modo suo. Lei invece è costretta a muoversi in questo ambiente ostile, ma fatica ad accettarne i meccanismi e le regole. È stato facile immedesimarmi in questo aspetto.
Lo spettacolo è anche una critica al modo in cui si fa politica oggi?
Assolutamente sì. Non solo nei contenuti, ma anche nel modo in cui i politici si confrontano. Si interrompono, si urlano addosso, cercano di prevalere sull’altro con la forza della voce più che con gli argomenti. È un modo di comunicare che si rivolge al pubblico più che all’interlocutore e alla fine resta sempre la sensazione che tutto sia una grande messa in scena.

Come ti definiresti come attrice?
Wow, che domandona. Direi che ho un approccio molto istintivo, di pancia, ma anche analitico rispetto al testo. Mi sono sempre vista come un’attrice drammatica, vengo anche dall’Accademia, la Silvio D’Amico a Roma, ma negli ultimi anni mi ritrovo spesso a fare ruoli comici, cosa che mi diverte molto. Il personaggio di Time Lock unisce un po’ queste due anime: lo spettacolo fa ridere, ma ha anche un risvolto più serio.
Anche sui social i tuoi post sono spesso ironici e satirici, ma con un sottofondo più profondo.
Sì, è proprio quello che mi interessa. Mi piace usare la risata per affrontare temi più seri. Se si parte con un approccio troppo serioso, a volte il pubblico si disconnette. L’ironia e il sarcasmo sono strumenti potentissimi per far riflettere senza risultare pesanti.
C’è un ruolo che sogni di interpretare?
Mi piacerebbe interpretare un grande classico, come Medea o Ifigenia. Sono ruoli intensi, stratificati, profondi. Ma se dovessi scegliere qualcosa di comico, adoro l’umorismo di The Office o di It’s Always Sunny in Philadelphia: è un tipo di comicità molto secca, dark, che adoro.
Come è nata la tua passione per la recitazione?
È nata quando ero molto piccola. In prima elementare, con la mia amica Alice, scrivevamo e mettevamo in scena le nostre “commediole” durante la ricreazione. Avevamo persino un nostro pubblico! È da lì che è iniziato tutto.
Anche tua sorella Giulia Michelini ha intrapreso questa carriera. Vi siete influenzate a vicenda?
Chi lo sa? Lei ha iniziato giovanissima, quando a scuola fecero un casting per L’ultimo bacio. Forse più che influenzarci a vicenda, abbiamo entrambe ereditato questa vena artistica dai nostri genitori, che però non c’entrano nulla con il mondo dello spettacolo: sono magistrati! Ma essendo napoletani, credo che ci abbiano trasmesso una certa predisposizione all’arte e alla teatralità.
I vostri genitori sono stati contenti della vostra scelta?
Non si sono mai opposti. Mio padre avrebbe voluto che studiassi legge, ma hanno sempre rispettato le nostre scelte. Devo dire che la giurisprudenza mi ha sempre affascinato: sono appassionata di Un giorno in pretura e di podcast di true crime.
Pensi di tornare a lavorare con tua sorella? Insieme avete recitato in Rosy Abate – La serie, spin off di Squadra antimafia – Palermo oggi, oltre che a teatro.
Lo spettacolo Alza la voce ci ha dato grandi soddisfazioni, ma Giulia non ha un rapporto facile con il teatro, quindi al momento non ci sono progetti. Per quanto riguarda la televisione, purtroppo non dipende da noi, ma ci piacerebbe lavorare di nuovo insieme.
Lavori in teatro, al cinema, in tv. Dove ti trovi meglio?
Amo il teatro. Certo, mi piacerebbe fare più televisione, ma il teatro ha un’energia unica: non puoi ripetere, il contatto con il pubblico è diretto. Dopo uno spettacolo di successo senti il calore del pubblico e questa è una sensazione impagabile.
Time Lock andrà in tournée?
Dobbiamo ancora parlarne con i produttori, vedremo.
E dopo Time Lock, hai già nuovi progetti?
Sì! Porterò in scena A Mirror, uno spettacolo di un’autrice inglese, con la regia di Giancarlo Nicoletti. Nel cast ci saranno Ninni Bruschetta, Greg di Lillo & Greg e Fabrizio Colica. Debutteremo a marzo alla Sala Umberto e poi andremo in tournée.
C’è un’attrice che ti ha particolarmente ispirata?
Ce ne sono tante! Meryl Streep è un’icona assoluta, sia come attrice che come donna. Ma adoro anche l’attrice di It’s Always Sunny in Philadelphia, è una comica straordinaria. E poi Julia Louis-Dreyfus, la protagonista di Veep: il suo umorismo è geniale.