Il vocal coach su Eurovision 2024: “La Croazia forte. Il rito satanico lo avrei evitato”

Giancarlo Genise, uno dei più importanti vocal coach, commenta la prima semifinale dell'Eurovision 2024: "La Croazia forte, come i nostri Maneskin"

Foto di Federica Cislaghi

Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

L’Eurovision 2024 è entrato nel vivo. Martedì 7 maggio è andata in onda la prima semifinale e abbiamo visto un assaggio di cosa dobbiamo aspettarci in questa edizione del contest musicale europeo.

In attesa di vedere l’esibizione di Angelina Mango giovedì 9 maggio, abbiamo chiesto a uno dei vocal coach più importanti d’Italia, Giancarlo Genise, che per  noi ha commentato anche il Festival di Sanremo e le precedenti edizioni dell’Eurovision, di raccontarci da esperto che ha vissuto in prima persona questa competizione cosa ne pensa dei cantanti in gara che si sono esibiti nella prima semifinale e quali tendenze musicali dobbiamo aspettarci dal contest.

Bambie Thug (Irlanda) fa molto discutere, come hai trovato la sua esibizione?
Molto forte. C’è un rito satanico, per noi italiani non è un bel messaggio da trasmettere in televisione. Non so all’estero quali reazioni abbia suscitato, però mi ha un po’ disturbato. Indubbiamente, però, il suo brano non è facile da cantare, perché richiede tanti accorgimenti tecnici per far sì che la voce non si rovini. Per assurdo,  chi canta metal o chi comunque affronta suoni estremi, a differenza di chi canta pop, cura molto meglio le corde vocali. L’esibizione è impattante e molto forte. Io però non l’avrei fatta passare oltre. Il concetto di satanismo lo trovo troppo forte. Inoltre, non tutti capiscono quello che dice l’artista  e la canzone, di solito si basano su quello che vedono, e può arrivare un messaggio negativo. Sono d’accordo sul fatto che faccia discutere. Forse è più una performance per chi va a vedere quell’artista live. Però, il fatto che se ne parli funziona, perché crea il solito hype.

La Croazia di Baby Lasagna in finale tra i favoriti: cosa deve temere Angelina Mango?
Croazia molto molto forte. Baby Lasagna è una sorta di cugino oltreconfine dei nostri Maneskin. Appena l’ho sentito ho detto: ‘È un grandissimo investimento da parte della delegazione croata’. E si vede. A un certo punto però c’è un piccolo momento in cui cala l’attenzione.
Angelina in questo caso non deve temere nulla, nel senso che l’esperienza dell’Eurovision – e lo dico da addetto ai lavori, perché l’ho fatto come vocal coach  a Torino – va vissuta come un grande contenitore, come un grande gioco e viversela in maniera spensierata. Lì non bisogna pensare alla vittoria, ma a divertirsi e a fare delle bellissime performance che rimangono nel tempo. Basti pensare a Rosa Linn nel 2022, la sua canzone non vinse ma è stata la più trasmessa in tutta Europa e forse nel mondo.

La Lituania (Silver Belt) piace a Mara Maionchi, tu cosa ne pensi?
Indubbiamente è una canzone che rimane, anche se mi ricorda un altro brano famoso, sto cercando di capire quale. L’ho trovato un sound alike, un po’ come era successo a Sanremo. Piace, è ritmato, da discoteca ma non da podio. Penso che Mara abbia visto il tormentone discografico radiofonico, quello sicuramente sì.

Giancarlo Genise
Fonte: HoopMusic
Giancarlo Genise

Un tuo giudizio tecnico sulla prima semifinale dell’Eurovision 2024?
In generale non dobbiamo temere l’Inghilterra. Quest’anno Olly Alexander è stato tutto il tempo stonato. Invece, sicuramente la voce più impattante è stata la Germania. Isaak aveva un bellissimo brano ed è molto forte. Io di lui comincerei ad avere qualche timore per quanto riguarda i Big five. Poi si è sentita la Svezia con Marcus & Martinus, mi piace molto l’idea dei due ragazzi. Dalla reazione del pubblico, potrebbe esserci anche un ritorno delle boy band. I più stonati sono stati invece Australia e Inghilterra, come dicevo prima.
Tutti i brani sono stati carini, vocalmente quasi tutti messi bene, non ho trovato grandi disturbi. Certo, c’è l’emozione ma dobbiamo considerare che i cantanti stanno facendo doppio spettacolo da una decina di giorni a Malmö. Da ieri si sono aggiunte le telecamere.
Tutte le voci però sono live ed è vietato l’uso dell’autotune. Dietro il palco ci sono tanti booth numerati, delle specie di cabine, dove vengono inseriti i coristi con uno schermo per vedere l’artistica sul palco. È autorizzata l’effettistica sul microfono, che comunque non riguarda l’intonazione. L’autotune può essere utilizzato per momenti brevissimi e solo come abbellimento. Io trovo che questo sia assolutamente giusto, perché l’autotune va ad aiutare tantissimo chi è stonato. È vero che può essere una cifra stilistica ma non lo è più se usata sempre.

Tra le performance dalla prima serata c’è qualcosa che ti ha particolarmente colpito?
Vorrei menzionare Hera Björk, dell’Islanda, la concorrente più anziana di questo Eurovision. Ha 52 anni e fa l’agente immobiliare. Non so con quale criterio sia stata scelta. In ogni caso, in Italia spesso  a 35-40 anni si è considerati vecchi per la carriera di cantante, anche perché con l’arrivo dei talent molti artisti non hanno avuto il tempo di farsi sentire. Invece, l’Eurovision ti permette ancora di sognare, al di là l’età. Ho trovato questo messaggio molto bello. Ritengo che in Italia, ma ovunque, bisognerebbe prescindere dal discorso dell’età anagrafica, perché ci sono cantanti bravissimi ultra trentenni cui bisognerebbe dare una possibilità.