La leggenda di Anastasia, figlia dell’ultimo zar

Così la storia di Anastasia ha riportato in vita, per un'ultima volta, la famiglia Romanov

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Numerose sono le leggende che ruotano attorno alla vita di Anastasija Nikolaevna Romanov, la figlia dell’ultimo zar di Russia. È stata la quartogenita dell’imperatore Nicola II di Russia e della zarina Aleksandra e di lei si dice fosse un’attrice di talento. Ma qual è la vera storia dietro al mito?

C’era una volta Anastasia

Secondo i suoi tutori Pierre Gilliard e Sydney Gibbes, Anastasia era una bambina vivace ed energica e, proprio per questo suo carattere, era lei che rallegrava le giornate delle sorelle maggiori.

Una vita tranquilla e modesta, quella di figlia dell’ultimo zar, vissuta principalmente a palazzo insieme alla sua famiglia, come dimostrano tutte quelle istantanee scattate da Nicola II e che confermano le sue due più grandi passioni: la fotografia e i suoi cinque figli.

Una spensieratezza che eventi storici di quegli anni hanno spezzato, segnando per sempre la storia dei Romanov. Il 17 luglio del 1918, infatti, l’intera famiglia fu giustiziata da un plotone di esecuzione che mise così la parola fine alla dinastia imperiale.

La storia della famiglia Romanov era destinata a finire quella tragica notte se non che, diversi anni dopo, l’apparizione di una misteriosa figura femminile diede inizio a quella che poi è diventata la leggenda di Anastasia.

Anastasia, tra storia e leggenda

La storia vuole, infatti, che la granduchessa Anastasia sia sopravvissuta, un’affermazione questa priva di qualsiasi riscontro storico concreto, ma che ha tenuto in vita, nell’immaginario delle persone, l’intera famiglia Romanov. Secondo la leggenda, infatti, la più piccola delle sorelle riuscì a sopravvivere insieme a suo fratello Aleksej.

Secondo le fonti storiche, il comandante Jakov Michajlovič Jurovskij fu incaricato di occuparsi personalmente dell’esecuzione della famiglia e dei membri dello staff: in totale sarebbero morte 11 persone. Nei corpetti delle figlie dello zar vennero trovati alcuni gioielli che avrebbero potuto difenderle dai colpi di fucile, gli stessi soldati ammisero che non tutti morirono sul colpo.

Ad alimentare la teoria della sopravvivenza di Anastasia, ci fu la comparsa di una donna a Berlino nel 1920 che sosteneva di essere proprio la figlia dello zar, fuggita dal massacro. La donna raccontò con precisione di quella notte e aggiunse diversi dettagli della vita a palazzo. Non meno importante, la somiglianza incredibile della donna con Anastasia: entrambe avevano un neo particolare e un’imperfezione alla falange della mano.

A dare adito alla leggenda fu il fatto che, quando nel 1989 i resti dei Romanov vennero sottoposti all’esame del DNA, mancavano due membri della famiglia: presumibilmente Anastasia e Aleksej.

Intanto, la donna che si dichiarava essere la figlia sopravvissuta dello zar morì e se in un primo momento il suo corpo fu cremato, anni dopo un esame del DNA su un reperto bioptico della donna, sancì in maniera definitiva che quella donna non era la figlia dello zar, ma una certa Franziska Schanzkowski, una malata di mente di origine polacca scappata da un ospedale psichiatrico di Berlino.

La leggenda di Anastasia però ha continuato ad appassionare moltissime persone, i più nostalgici infatti hanno portato avanti la teoria della sopravvivenza della figlia dello zar. Il grande interesse attorno alla granduchessa ha fatto sì che 20th Century Fox dedicasse a lei un film d’animazione in cui si immagina come sarebbe stata la sua vita se fosse sopravvissuta a quel massacro del luglio 1918.