Candeggina per lavare i piatti: cosa succede se lo fai

Come lavare i piatti con la candeggina in sicurezza: rischi e cosa fare in caso di ustioni. Una guida utile da seguire e possibili alternative

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Redazione

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Lavare i piatti con la candeggina può sembrare un’idea interessante per molti, con le giuste precauzioni, mentre altri sono terrorizzati al solo pensiero. Nelle operazioni quotidiane di pulizia in casa igiene e sicurezza dovrebbero andare a braccetto ed è sempre necessario utilizzare i giusti prodotti.

Se è vero che la candeggina è un ottimo alleato per combattere il proliferare di germi e batteri nel proprio ambiente domestico, lo stesso può dirsi quando ci si ritrova a lavare piatti, bicchieri, pentole e posate?

Lavare i piatti con la candeggina

Per quanto oggi in molti potrebbero restare a bocca aperta al pensiero di usare la candeggina per lavare i piatti, occorre sottolineare come sia stato un metodo accettato per decenni. Una pratica relativamente comune per eliminare i germi dalle proprie stoviglie.

Considerando la pericolosità del prodotto in questione, occorre prestare molta attenzione quando laviamo i piatti con la candeggina. È fondamentale essere certi di seguire il giusto metodo, così da non correre rischi potenzialmente molto gravi.

Candeggina per i piatti sporchi: come fare

La soluzione da preparare per usare correttamente questo delicato e pericoloso prodotto per lavare i piatti è la seguente: per ogni litro d’acqua necessario, va aggiunto un cucchiaino di candeggina.

Una percentuale davvero minima, che consente di ottenere un effetto igienizzante sulle proprie stoviglie, senza per questo porsi in condizioni di pericolo. Nonostante si tratti di un quantitativo del genere, è fondamentale ricordare di indossare sempre i guanti per non correre il minimo rischio.

Una volta immersi nel recipiente scelto bicchieri, piatti, posate, tazzine, pentole e tutto ciò che dev’essere lavato in maniera approfondita, è importante lasciare in ammollo per un paio di minuti. La fase successiva è molto importante, dovendo risciacquare ogni pezzo con estrema cura.

Non può di certo bastare un rapido passaggio sotto l’acqua fredda del rubinetto, perché in nessun caso si intende lasciare tracce di candeggina sui propri piatti e non solo. Completata questa fase con grande attenzione, quindi, è possibile lasciar asciugare il tutto all’aria.

Non soltanto lavaggio a mano, però, dal momento che è possibile anche usare la candeggina nella lavastoviglie. Anche in questo caso vi sono delle precise indicazioni da seguire. Il quantitativo di liquido da utilizzare è maggiore rispetto a quanto abbiamo detto in precedenza ma in questo caso non si corrono rischi, ovviamente, per un eventuale contatto con la pelle. Per una pulizia ordinaria è possibile versare due bicchieri di candeggina sul fondo della propria lavastoviglie, avviando poi il programma di risciacquo. Qualora fosse invece necessaria una pulizia straordinaria, che vada magari a scrostare piatti e pentole dopo una ricca cena in famiglia, si può versare un tappo di candeggina in sostituzione del detersivo, avviando il lavaggio a elevata temperatura.

Ustioni da candeggina: cosa fare

Nel caso in cui lavare i piatti con la candeggina provochi un incidente, nonostante l’uso dei guanti, è necessario intervenire rapidamente. Il contatto tra la pelle e la candeggina provoca quella che tecnicamente viene definita un’ustione chimica. Esiste un trattamento immediato da mettere in pratica, al fine di evitare danni permanenti e più gravi. Ricordiamo quanto sia importante prestare la massima attenzione nell’uso di questo prodotto, considerando come possa causare ustioni simili alle scottature solari, nel senso l’evidenza del danno potrà apparire anche ore dopo il contatto.

Nell’immediato occorre sciacquare subito la parte colpita, così da rimuovere tutti i residui di candeggina. Con l’aiuto di un panno morbido si può lavare tanto la zona ustionata quanto quella circostante, aggiungendo soltanto del sapone delicato per le mani. La parte ferita va poi avvolta con una benda antiaderente (importante), per proteggerla, ricordando di cambiare la fasciatura due volte al giorno (più spesso qualora si bagnasse o sporcasse).

Ci si può rivolgere al proprio medico di base per dei consigli sul miglior trattamento a lungo termine. Generalmente per la riduzione del dolore e del gonfiore si utilizzano antinfiammatori non steroidei, come l’ibuprofene, l’aspirina o il naprossene. Una guarigione completa può richiedere circa due settimane, a meno che non sia particolarmente grave. In questo periodo si formeranno delle vesciche, che non vanno assolutamente rotte. La loro funzione è infatti quella di proteggere i tessuti delicati, evitando così infezioni. Qualora dovessero “scoppiare” da sé o in seguito a un contatto, pulire delicatamente l’area e fasciarla nuovamente.

Per accelerare la guarigione, infine, si può optare per l’aloe, da applicare sulla parte ferita. Prima di farlo, però, ricordarsi di lavare con attenzione l’ustione, per poi fasciare il tutto al termine dell’operazione. Fondamentale una visita dal proprio medico in caso di ustione profonda o molto diffusa. Lo stesso dicasi se la ferita, inizialmente di poco conto, fatica a migliorare nel tempo o peggiora. Pus, strisce rosse intorno all’ustione e febbre sono infine altri campanelli d’allarme da non ignorare.

Lavare i piatti con prodotti naturali

Lavare i piatti con la candeggina non è di certo il metodo migliore per pulire e disinfettare le proprie stoviglie. Per quanto sia innegabile come si ottengano risultati, il rischio è troppo elevato e un solo errore potrebbe comportare un’ustione di piccola, media o grave entità.

Per lavare piatti, bicchieri, pentole e altro, ma soprattutto disinfettare, è possibile sfruttare dei prodotti naturali, così da mettere al sicuro sé e chiunque sia in casa, soprattutto i bambini. A ciò si aggiunge un altro dettaglio, ovvero l’odore della candeggina, che di certo non è una fragranza piacevole.

Un problema che si presenta anche con l’uso di aceto, che è però decisamente più sicuro. In questo caso si dovrà preparare una bacinella con all’interno acqua e aceto in parti uguali. Così come spiegato in precedenza, anche in questo caso le stoviglie dovranno restare in ammollo per alcuni minuti. Compiuto questo passaggio, si potrà passare all’uso di un detergente naturale, che pulirà e profumerà tutto ciò che è stato lavato. Nello specifico si consiglia un mix di limone e bicarbonato, in grado di donare una piacevole fragranza e, al tempo stesso, una particolare brillantezza. L’aceto bianco, inoltre, può essere usato anche in lavastoviglie, versandone 250 ml nel cestello superiore, azionando l’elettrodomestico e disinfettandolo con un semplice programma di risciacquo.