L’annuncio dell’asta per la Villa Louveciennes, la dimora francese dell’icona della moda Karl Lagerfeld, riporta alla luce un pezzo di storia fatta di eleganza e mistero. E così il mondo del design e del lifestyle si volta verso Louveciennes, sobborgo di Versailles a due passi da Parigi, dove sorgeva il rifugio privato del grande couturier.
In questa villa settecentesca, immersa in un giardino segreto e contornata dalla foresta di Marly-Le-Roi, la figura di Lagerfeld pare ancora materializzarsi tra preziosi arredi, volumi antichi e scorci romantici. A pochi anni dalla sua scomparsa, la notizia dell’asta fa respirare un’aria sospesa tra memoria e novità, raccontando un luogo dallo charme quasi fiabesco legato indissolubilmente al genio del designer.
La storia della villa di Karl Lagerfeld a Louveciennes
Costruita nel 1858 per volere del conte Charles Tavernier come “Pavillon de Voisins” nel vasto parco di Voisins a Louveciennes, la villa è il frutto del gusto neoclassico di metà Ottocento. Originariamente circondata da un giardino all’italiana lungo il chemin de Prunay, la residenza sorgeva proprio ai margini dell’antico château legato alla principessa di Conti.
Proprio qui, nella seconda metà dell’Ottocento, la baronessa Elena Goldschmidt Rice vi teneva celebri salotti letterari: uno degli ospiti più illustri fu il poeta Charles Leconte de Lisle, che morì in questa dimora durante un soggiorno nel 1894. Successivamente la grande proprietà passò in mano a banchieri e poi alla banca BNCI, prima che la villa diventasse un gioiello dimenticato tra viali alberati e memoria storica.

Com’è fatta la villa di Karl Lagerfeld: stile e architettura
La villa si distingue per il suo stile neoclassico e armonioso, sospeso tra razionalità ed elementi aristocratici. La facciata principale appare simmetrica, con ampie finestre inquadrate da cornici in pietra chiara, e porta ancora i segnali di una sobria eleganza ottocentesca.
Attorno all’edificio si estende un parco secolare, in cui tornare vagabondi tra viali di platani e boschetti di pioppi: il confine naturale con la foresta di Marly-Le-Roi, che si intravede oltre l’orizzonte, offre all’insieme un’atmosfera bucolica di grande suggestione. Ancora oggi, passeggiare nella quiete di questo giardino evoca la riservatezza e il gusto raffinato di un’antica dimora di campagna francese.
Perché Karl Lagerfeld aveva scelto questa casa in Francia
Aggiungendo un ulteriore capitolo alla sua vita nomade di collezionista e designer, Karl Lagerfeld scelse questa villa come ultimo rifugio. Battezzandola affettuosamente “Villa Louveciennes”, vi condusse un paziente lavoro di restauro durato quattro anni. Curò personalmente ogni dettaglio, allestendo salotti con i suoi arredi del cuore: poltrone anni ’20, vasi decorativi e sculture, tappeti pregiati e soprattutto una vasta biblioteca a tutta altezza inondata di luce.

Come lui stesso confessò, quella villa rappresentava la “versione più vera di me stesso”, un mondo domestico costruito pezzo dopo pezzo con i ricordi e le passioni di una vita.
Eppure, Lagerfeld vi trascorse pochissimo tempo. Terminati i lavori di ristrutturazione, vi soggiornò appena un’unica notte e fu difficile trovarlo qui: due sole serate nel 2018, un ricevimento annullato per malattia, poi più nulla. La villa rimase dunque un rifugio quasi segreto: piena degli “oggetti a lui più cari”, ma in realtà raramente abitata, un santuario silenzioso dove il couturier custodì le sue storie interiori senza mai trasformarlo davvero in una casa vissuta.
I segreti e le curiosità nella dimora di Louveciennes
Tra gli arredi e le curiosità del luogo, spiccano riferimenti alla Germania di un tempo caro a Lagerfeld: mobili dal design tedesco anni ’20, in particolare pezzi di Bruno Paul, e una decorazione di poster pubblicitari tedeschi d’inizio Novecento.

Le sale della villa custodivano anche tesori d’epoca, come un grande pianoforte d’epoca e una sala da musiche con camini d’epoca, tutti oggetti intensamente amati dal couturier. Non manca poi il tocco romantico di leggende ottocentesche: si dice che proprio in queste stanze si spense il poeta Leconte de Lisle, la cui malinconica “Rosa di Louveciennes” ricorda ancora oggi il passato letterario della dimora.