Salone Satellite 2025, artigianato, tecnologie e visioni future

Tra sostenibilità, cultura materiale e design emergente, torna al Salone del Mobile di Milano l’edizione “Un nuovo mondo”

Foto di Christian Conovalu

Christian Conovalu

Esperto in Interior Design

Appassionato di interior design, ne ha fatto tema di studio spinto da sempre dalla creatività e dalla condivisione di pillole sull'abitare.

Pubblicato: 1 Aprile 2025 12:00

Al Salone del Mobile di Milano torna il SaloneSatellite, l’evento dedicato ai giovani designer under 35. Nato nel 1998 da un’idea di Marva Griffin Wilshire, il SaloneSatellite si è imposto come trampolino di lancio per talenti emergenti, luogo d’incontro tra imprenditori che per l’occasione vestono i panni di “talent scout” e promettenti progettisti. In ventisei edizioni, questo visionario hub ha dato spazio a oltre 14.000 designer e 270 scuole di design internazionali; molti prototipi qui presentati sono entrati in produzione e numerosi ex partecipanti sono divenuti firme di spicco del settore. Tra i designer internazionali oggi all’apice, molti hanno esordito al Satellite – da Matali Crasset a Ilkka Suppanen, da Nendo a Deepdesign.

Foto di gruppo con la fondatrice Marva Griffin Wilshire (al centro in verde): il cuore pulsante del SaloneSatellite, accanto ai talenti emergenti da tutto il mondo.
Fonte: Foto di Ludovica Mangini
Foto di gruppo con la fondatrice Marva Griffin Wilshire (al centro in verde): il cuore pulsante del SaloneSatellite, accanto ai talenti emergenti da tutto il mondo.

Tradizione e futuro: il tema “Nuovo Artigianato”

L’edizione 2025, la 26esima, ruota attorno al tema “Nuovo Artigianato: Un Mondo Nuovo”, un invito a riflettere sul valore dell’artigianato e sulla sua evoluzione nell’era contemporanea. Artigianato, sostenibilità, nuove tecnologie e inclusione sono i fili conduttori di quest’anno, intrecciati in un percorso espositivo di oltre 5.000 metri quadrati.

L’obiettivo dichiarato è esplorare come le pratiche artigianali possano innovarsi e dialogare con il design industriale per rispondere alle sfide ecologiche, economiche e sociali attuali. Tradizione e innovazione si incontrano in armonia con la natura: l’artigianato non è visto in chiave nostalgica, ma come motore di progettualità sostenibile e d’avanguardia, capace di promuovere un design in equilibrio con l’ambiente.

In quest’ottica, tecniche digitali e materiali avanzati, dalla stampa 3D ai biomateriali, entrano nei processi creativi accanto alla manualità, superando i conflitti tra produzione artigianale e industriale e aprendo nuove possibilità espressive.

Design emergente tra tecnologie e identità culturali

Al SaloneSatellite 2025 esporranno circa 700 designer da 36 Paesi e 20 scuole di design di tutto il mondo. La pluralità geografica da sempre si traduce in ricchezza di visioni: molti partecipanti hanno collaborato con artigiani delle proprie terre d’origine, portando in fiera mestieri tradizionali ancora vivi e rielaborandoli in chiave contemporanea.

Uno scorcio tra gli stand del SaloneSatellite, pensati come spazi aperti per stimolare lo scambio tra designer, scuole e visitatori
Fonte: Foto di Ludovica Mangini
Uno scorcio tra gli stand del SaloneSatellite, pensati come spazi aperti per stimolare lo scambio tra designer, scuole e visitatori

Ne nasce un dialogo creativo interculturale che rende il design più inclusivo, rispettoso delle identità locali e aperto alla diversità.

Alcuni progetti fondono saperi antichi e fabbricazione digitale: è il caso di Tatami ReFAB del collettivo giapponese Honoka Lab, che recupera la secolare tradizione dei tatami intrecciando stampa 3D e materiali riciclati per riportare questa cultura nelle case moderne.

Con il progetto Tatami ReFAB possiamo mostrare la bellezza del tatami e trasmetterne la cultura alla prossima generazione”, spiegano i sei designer di Honoka Lab, premiati al SaloneSatellite Award, il cui lavoro combina estetica giapponese e tecnologie d’avanguardia in un’ottica di sostenibilità.

Un altro esempio è Triplex Stool dello Studio Ryte (Hong Kong), uno sgabello modulare realizzato con fibra di lino (Flax), materiale bio-based leggero e resistente: questa scelta unisce innovazione e attenzione ecologica, offrendo una soluzione d’arredo sostenibile pensata per gli spazi ristretti delle metropoli contemporanee.

C’è spazio anche per progetti che intrecciano design e inclusione sociale: il duo Ahokpe+Chatelin, dal Belgio e Benin, presenta Kudoazò, un’amaca realizzata con tessuti riciclati filati in Benin, che reinterpreta tecniche tessili tradizionali africane in chiave moderna. In iniziative come queste, il recupero di materiali “poveri” e il coinvolgimento di comunità locali diventano leve per un design più equo e partecipativo.

I giovani creativi di quest’anno mostrano dunque come ogni progetto possa farsi portatore di più valori: innovazione tecnica, sostenibilità ambientale e rilevanza culturale convivono nei prototipi presentati.

Questo tavolo colma elegantemente il divario tra i processi tradizionali di produzione di arredi e gli stili di vita moderni improntati all’interazione”, afferma ad esempio il designer britannico Mark Mitchell descrivendo la propria creazione selezionata per il SaloneSatellite.

Sestospettro: tra nuove tecnologie e upcycling

Tra i protagonisti di questa edizione anche Sestospettro, studio di design italiano fondato da Lana, che si muove al confine tra sperimentazione digitale e approccio artigianale. Lo studio si distingue per un linguaggio visionario e contaminato, che mescola estetiche retrofuturistiche a nuove tecnologie.

Lana, mente creativa dietro lo studio Sestospettro, tra artigianato, intelligenza artificiale e immaginari retrofuturistici.
Fonte: Ufficio stampa di Sestospettro
Lana, mente creativa dietro lo studio Sestospettro, tra artigianato, intelligenza artificiale e immaginari retrofuturistici.

Abbiamo incontrato la designer di Sestospettro per farci raccontare il progetto presentato al SaloneSatellite 2025:

Cosa significa per te partecipare al SaloneSatellite 2025?
“Partecipare al SaloneSatellite 2025 è un momento fondamentale per me: sarà la prima occasione in cui presenterò i miei progetti al pubblico. Dopo un periodo di ricerca e sviluppo abbastanza esteso, poterli finalmente condividere ed esporre in un contesto prestigioso, all’interno di una vetrina internazionale, è molto emozionante. C’è una naturale dose di ansia, ma soprattutto la voglia di vedere come verranno recepiti.”

Un oggetto visionario tra design e upcycling: Anellide di Sestospettro, realizzato con materiali industriali reinterpretati in chiave contemporanea.
Fonte: Ufficio stampa di Sestospettro
Un oggetto visionario tra design e upcycling: Anellide di Sestospettro, realizzato con materiali industriali reinterpretati in chiave contemporanea.

Qual è il concept che porti in fiera? In che modo interpreta il tema “Nuovo Artigianato: Un mondo nuovo”?
“Il concept dei tre arredi nasce dall’idea di un rinnovato dialogo tra passato recente e futuro, con un forte riferimento al radical design e qualche richiamo allo space age, reinterpretata in chiave contemporanea e “ipertecnologica”. Il tema del “Nuovo Artigianato: Un mondo nuovo” si traduce nella fusione tra tecnologie avanzate e readymade: intelligenza artificiale e stampa 3D combinate con materiali industriali riadattati in un’ottica di upcycling. L’obiettivo è ridurre gli sprechi e promuovere una produzione più consapevole.”

La collezione Muta, firmata da Sestospettro, fonde texture digitali e sperimentazione materica in un linguaggio estetico radicale.
Fonte: Ufficio stampa di Sestospettro
La collezione Muta, firmata da Sestospettro, fonde texture digitali e sperimentazione materica in un linguaggio estetico radicale.

Come coniughi, nel tuo lavoro, artigianato e innovazione? Pensi possano dialogare senza perdere identità?
“Nel mio lavoro artigianato e innovazione non sono opposti, ma complementari: l’ipertecnologia e il ready-made convivono, in un processo progettuale che unisce sperimentazione digitale e sensibilità materica. Credo che il dialogo tra questi due mondi sia non solo possibile, ma necessario: l’innovazione può semplificare l’artigianato, rendendolo più democratico e accessibile, mentre l’artigianato può dare un’anima alla tecnologia, trasformandola in uno strumento espressivo e narrativo.”

Quale messaggio vorresti che il tuo progetto trasmettesse a chi lo osserva?
“Vorrei che i miei progetti sorprendessero chi li osserva, suscitando prima di tutto un senso di “inaspettato”. Al di là dell’estetica, idealmente, mi piacerebbe stimolare una riflessione sul dialogo tra tecnologia e artigianato: il design può essere sperimentale, spingendosi verso nuovi linguaggi e materiali, senza perdere la sua dimensione umana.”

Uno dei booth più fotografati: Sestospettro porta in scena un dialogo tra tecnologie avanzate e forme organiche, in una scenografia total white.
Fonte: Ufficio stampa di Sestospettro
Uno dei booth più fotografati: Sestospettro porta in scena un dialogo tra tecnologie avanzate e forme organiche, in una scenografia total white.

Un laboratorio per il futuro del design

Da sempre il SaloneSatellite non è solo una mostra, ma un laboratorio di idee che anticipa tendenze e scenari. Edizione dopo edizione, questo avamposto creativo indaga il mondo progettuale del futuro e riflette su come affrontare le sfide di domani attraverso il design.

In un’epoca di profondi cambiamenti ambientali, sociali e tecnologici, la piattaforma milanese dimostra l’importanza di dare voce alle nuove generazioni: sono i giovani designer, con la loro visione fresca e consapevole, a suggerire soluzioni inedite per un futuro più sostenibile e inclusivo.