Al Salone del Mobile di Milano torna il SaloneSatellite, l’evento dedicato ai giovani designer under 35. Nato nel 1998 da un’idea di Marva Griffin Wilshire, il SaloneSatellite si è imposto come trampolino di lancio per talenti emergenti, luogo d’incontro tra imprenditori che per l’occasione vestono i panni di “talent scout” e promettenti progettisti. In ventisei edizioni, questo visionario hub ha dato spazio a oltre 14.000 designer e 270 scuole di design internazionali; molti prototipi qui presentati sono entrati in produzione e numerosi ex partecipanti sono divenuti firme di spicco del settore. Tra i designer internazionali oggi all’apice, molti hanno esordito al Satellite – da Matali Crasset a Ilkka Suppanen, da Nendo a Deepdesign.

Indice
Tradizione e futuro: il tema “Nuovo Artigianato”
L’edizione 2025, la 26esima, ruota attorno al tema “Nuovo Artigianato: Un Mondo Nuovo”, un invito a riflettere sul valore dell’artigianato e sulla sua evoluzione nell’era contemporanea. Artigianato, sostenibilità, nuove tecnologie e inclusione sono i fili conduttori di quest’anno, intrecciati in un percorso espositivo di oltre 5.000 metri quadrati.
L’obiettivo dichiarato è esplorare come le pratiche artigianali possano innovarsi e dialogare con il design industriale per rispondere alle sfide ecologiche, economiche e sociali attuali. Tradizione e innovazione si incontrano in armonia con la natura: l’artigianato non è visto in chiave nostalgica, ma come motore di progettualità sostenibile e d’avanguardia, capace di promuovere un design in equilibrio con l’ambiente.
In quest’ottica, tecniche digitali e materiali avanzati, dalla stampa 3D ai biomateriali, entrano nei processi creativi accanto alla manualità, superando i conflitti tra produzione artigianale e industriale e aprendo nuove possibilità espressive.
Design emergente tra tecnologie e identità culturali
Al SaloneSatellite 2025 esporranno circa 700 designer da 36 Paesi e 20 scuole di design di tutto il mondo. La pluralità geografica da sempre si traduce in ricchezza di visioni: molti partecipanti hanno collaborato con artigiani delle proprie terre d’origine, portando in fiera mestieri tradizionali ancora vivi e rielaborandoli in chiave contemporanea.

Ne nasce un dialogo creativo interculturale che rende il design più inclusivo, rispettoso delle identità locali e aperto alla diversità.
Alcuni progetti fondono saperi antichi e fabbricazione digitale: è il caso di Tatami ReFAB del collettivo giapponese Honoka Lab, che recupera la secolare tradizione dei tatami intrecciando stampa 3D e materiali riciclati per riportare questa cultura nelle case moderne.
“Con il progetto Tatami ReFAB possiamo mostrare la bellezza del tatami e trasmetterne la cultura alla prossima generazione”, spiegano i sei designer di Honoka Lab, premiati al SaloneSatellite Award, il cui lavoro combina estetica giapponese e tecnologie d’avanguardia in un’ottica di sostenibilità.
Un altro esempio è Triplex Stool dello Studio Ryte (Hong Kong), uno sgabello modulare realizzato con fibra di lino (Flax), materiale bio-based leggero e resistente: questa scelta unisce innovazione e attenzione ecologica, offrendo una soluzione d’arredo sostenibile pensata per gli spazi ristretti delle metropoli contemporanee.
C’è spazio anche per progetti che intrecciano design e inclusione sociale: il duo Ahokpe+Chatelin, dal Belgio e Benin, presenta Kudoazò, un’amaca realizzata con tessuti riciclati filati in Benin, che reinterpreta tecniche tessili tradizionali africane in chiave moderna. In iniziative come queste, il recupero di materiali “poveri” e il coinvolgimento di comunità locali diventano leve per un design più equo e partecipativo.
I giovani creativi di quest’anno mostrano dunque come ogni progetto possa farsi portatore di più valori: innovazione tecnica, sostenibilità ambientale e rilevanza culturale convivono nei prototipi presentati.
“Questo tavolo colma elegantemente il divario tra i processi tradizionali di produzione di arredi e gli stili di vita moderni improntati all’interazione”, afferma ad esempio il designer britannico Mark Mitchell descrivendo la propria creazione selezionata per il SaloneSatellite.
Sestospettro: tra nuove tecnologie e upcycling
Tra i protagonisti di questa edizione anche Sestospettro, studio di design italiano fondato da Lana, che si muove al confine tra sperimentazione digitale e approccio artigianale. Lo studio si distingue per un linguaggio visionario e contaminato, che mescola estetiche retrofuturistiche a nuove tecnologie.

Abbiamo incontrato la designer di Sestospettro per farci raccontare il progetto presentato al SaloneSatellite 2025:
Cosa significa per te partecipare al SaloneSatellite 2025?
“Partecipare al SaloneSatellite 2025 è un momento fondamentale per me: sarà la prima occasione in cui presenterò i miei progetti al pubblico. Dopo un periodo di ricerca e sviluppo abbastanza esteso, poterli finalmente condividere ed esporre in un contesto prestigioso, all’interno di una vetrina internazionale, è molto emozionante. C’è una naturale dose di ansia, ma soprattutto la voglia di vedere come verranno recepiti.”

Qual è il concept che porti in fiera? In che modo interpreta il tema “Nuovo Artigianato: Un mondo nuovo”?
“Il concept dei tre arredi nasce dall’idea di un rinnovato dialogo tra passato recente e futuro, con un forte riferimento al radical design e qualche richiamo allo space age, reinterpretata in chiave contemporanea e “ipertecnologica”. Il tema del “Nuovo Artigianato: Un mondo nuovo” si traduce nella fusione tra tecnologie avanzate e readymade: intelligenza artificiale e stampa 3D combinate con materiali industriali riadattati in un’ottica di upcycling. L’obiettivo è ridurre gli sprechi e promuovere una produzione più consapevole.”

Come coniughi, nel tuo lavoro, artigianato e innovazione? Pensi possano dialogare senza perdere identità?
“Nel mio lavoro artigianato e innovazione non sono opposti, ma complementari: l’ipertecnologia e il ready-made convivono, in un processo progettuale che unisce sperimentazione digitale e sensibilità materica. Credo che il dialogo tra questi due mondi sia non solo possibile, ma necessario: l’innovazione può semplificare l’artigianato, rendendolo più democratico e accessibile, mentre l’artigianato può dare un’anima alla tecnologia, trasformandola in uno strumento espressivo e narrativo.”
Quale messaggio vorresti che il tuo progetto trasmettesse a chi lo osserva?
“Vorrei che i miei progetti sorprendessero chi li osserva, suscitando prima di tutto un senso di “inaspettato”. Al di là dell’estetica, idealmente, mi piacerebbe stimolare una riflessione sul dialogo tra tecnologia e artigianato: il design può essere sperimentale, spingendosi verso nuovi linguaggi e materiali, senza perdere la sua dimensione umana.”

Un laboratorio per il futuro del design
Da sempre il SaloneSatellite non è solo una mostra, ma un laboratorio di idee che anticipa tendenze e scenari. Edizione dopo edizione, questo avamposto creativo indaga il mondo progettuale del futuro e riflette su come affrontare le sfide di domani attraverso il design.
In un’epoca di profondi cambiamenti ambientali, sociali e tecnologici, la piattaforma milanese dimostra l’importanza di dare voce alle nuove generazioni: sono i giovani designer, con la loro visione fresca e consapevole, a suggerire soluzioni inedite per un futuro più sostenibile e inclusivo.