Stress, disturbi ormonali (tiroide in disordine, per esempio), uso di farmaci, fumo, errori nella scelta dei cosmetici, una cattiva esposizione solare o l’abuso di lampade sono alcuni dei fattori incriminati sullo sviluppo dell’acne. Alla base c’è un’attività anomala delle ghiandole sebacee che provoca una sorta di tappo nel poro della pelle, favorendo lo sviluppo di alcuni batteri sugli altri innescando l’infiammazione. Ecco, allora, nascere le papule (lesioni tondeggianti, di varia misura, rosse, dure, dolorose), la cui evoluzione porta alle pustole (brufoli con il pus). Una volta riassorbito il pus, la lesione si attenua e comincia la riparazione, in genere senza lasciare tracce, se non una temporanea macchia rossastra. Alcune forme di acne, però, vanno oltre e lasciano sulla pelle cisti o noduli con il rischio di cicatrici permanenti, i temuti segni derivati dall’acne.
Per chi ne soffre, il caldo estivo e l’uso continuo della mascherina possono peggiorare il problema. Il 90% dei pazienti infatti attribuisce il peggioramento di acne e rosacea all’uso della mascherina e un 30% dichiara che la patologia si è slatentizzata o riacutizzata a causa della stessa. L’uso della mascherina per molte ore al giorno – comunque importantissima per la prevenzione dei contagi da Covid-19 – determina infatti una occlusione che può provocare l’alterazione del microbiota cutaneo e quindi del film lipidico.
L’acne è una patologia della pelle che, pur essendo un disturbo tipicamente adolescenziale, interessa anche il 15% degli adulti, ma alcuni accorgimenti nella dieta quotidiana possono venire in aiuto.
Indice
Ruolo dell’alimentazione nell’insorgenza di brufoli e pelle grassa
Zuccheri
Un regime alimentare sano ed equilibrato fa bene alla salute della pelle, ma c’è di più. Secondo le più moderne ricerche in ambito dermatologico, i veri colpevoli del legame tra cibo e pelle impura/acneica sono gli zuccheri e i cereali raffinati che, avendo un elevato indice glicemico, provocano un picco d’insulina e aumentano i livelli di glicemia. Ciò si traduce in oscillazioni ormonali che innescano infiammazione, aumento del sebo e comparsa di impurità. Questo tipo di alimentazione, non caso, è quella più diffusa tra gli adolescenti.
In particolare, uno studio giapponese condotto su più di 8.000 studenti universitari ha rilevato che il consumo giornaliero di bevande analcoliche zuccherate aumenta significativamente il rischio di acne, da moderata a grave. Ciò è vero soprattutto quando l’assunzione di zucchero supera i 100 grammi al giorno. Stiamo parlando di zuccheri aggiunti, quelli che, secondo le ultime linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità, dovrebbero restare al di sotto del 10% del fabbisogno calorico giornaliero, ovvero 50 grammi, con l’auspicio di arrivare a meno del 5%, circa 25 grammi, per avere ulteriori benefici per la salute.
Cioccolato
Inoltre, recentemente sono stati sfatati altri falsi miti sul rapporto tra dieta e pelle impura, come quello che il cioccolato faccia venire i brufoli. Da quando, nella seconda metà del Settecento, il naturalista svedese Linneo diede alla pianta del cacao il nome Theobroma, dal greco “bevanda degli dei”, il cacao è stato sempre demonizzato e solo di recente ha ricevuto l’assoluzione da parte di tutto il mondo scientifico, che gli ha riconosciuto qualità straordinarie. Tra queste, la proprietà di combattere la carie invece che provocarla, l’azione antinfiammatoria e la capacità di stimolare il metabolismo, grazie all’enorme quantità di polifenoli, potenti antiossidanti, che lo compongono, un’azione che lo vede protagonista anche nei cosmetici e nelle spa dove i trattamenti al cioccolato sono diventati decisamente cool. “L’importante – scrivono Pucci Romano, dermatologa, e Nicola Sorrentino, nutrizionista, nel loro volume “Beauty Food: la dieta della bellezza” (Sperling & Kupfer) è scegliere quello fondente, almeno al 75%, e stare attenti alla quota di zuccheri che contiene, ma solo per l’apporto calorico. Sì al cioccolato, quindi, anche se si hanno i brufoli!”
Salame
I due esperti hanno anche affrontato un altro falso mito: quello dei salumi, e del salame in particolare, come responsabili della comparsa di acne. Secondo gli autori, anche questa credenza va sfatata: non c’è alcuna rilevanza scientifica che la confermi. “Privarsi di un panino al salame o alla mortadella non aiuterà a guarire dall’acne”, affermano. “ È sicuramente vero però che l’abuso degli insaccati non è salutare, a causa della presenza di due conservanti: il nitrito di sodio e il nitrato di potassio (indicati con le sigle E251 ed E252). Sono sostanze cancerogene e il loro abuso è assolutamente da sconsigliare. Esistono in commercio affettati che non li contengono e che lo dichiarano sulla confezione: avranno una durata di conservazione più breve e un colorito meno brillante, ma sono senz’altro da preferire. Comunque, il prosciutto crudo di buona qualità non ne contiene, gli unici suoi conservanti sono il grasso e il sale”, dichiarano gli esperti.