Acne e dieta ipercalorica. Un legame pericoloso?

Cosa portare in tavola e cosa ridurre. Il ruolo della vitamina A e le nuove evidenze scientifiche sul ruolo del cioccolato

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Luana Trumino

Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, da oltre 15 anni scrive di benessere, occupandosi prevalentemente del rapporto tra nutrizione e salute.

È la patologia dermatologica più cercata su Google e l’ottava malattia più frequente nel mondo: l’acne è un incubo per la grande maggioranza degli adolescenti (oltre il 90% dei teenager è colpito almeno una volta nella vita dal disturbo), ma non risparmia neanche le persone adulte. Gli ultimi dati in possesso degli esperti indicano, infatti, un aumento della prevalenza soprattutto tra le donne con più di 25 anni, con risvolti psicologici che possono influenzare i rapporti affettivi e sociali.

Perché insorge

Le cause dell’acne sono molteplici, i fattori genetici, immodificabili, contribuiscono in maniera rilevante. Anche i fattori ambientali hanno un ruolo. È possibile però intervenire il prima possibile con trattamenti adeguati, poiché bisogna considerarla principalmente come una patologia infiammatoria che colpisce la pelle e che non rappresenta solo un problema estetico. Per questo è importante evitare cure fai da te e di rivolgersi al dermatologo quando il problema è in fase iniziale.

Tuttavia, nonostante sia un problema molto diffuso e frequente su questa malattia esistono però molti luoghi comuni e leggende metropolitane, soprattutto legati all’alimentazione. Di questo argomento si è parlato anche nel nuovo progetto di comunicazione LaPelleSiCura!, il primo progetto nazionale che vuole educare, sensibilizzare ed informare cittadini, pazienti, caregiver, Istituzioni e media sulle oltre 3.000 patologie che possono colpire la nostra cute. 

A proposito dell’alimentazione, il prof. Vincenzo Bettoli, medico dirigente presso la Sezione di Dermatologia del Dipartimento di Medicina Clinica e Specialistica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Arcispedale Sant’anna di Ferrara, ha spiegato che “in qualche caso può esistere un rapporto tra alcuni cibi e l’acne. Tutto sommato però la dieta quotidiana, nell’insieme della problematica acne, non sembra avere un ruolo così importante nell’insorgenza e nel mantenimento del disturbo”. Niente privazioni, quindi, ma se si è affetti dalla malattia dermatologica, soprattutto se si è in sovrappeso, dovrebbe comunque essere limitato il consumo di cibi ad alto carico glicemico e quindi di carboidrati a pronto assorbimento, consigliano gli esperti. 

I cibi sì e i cibi no

Cosa si dovrebbe dunque portare in tavola o ridurre? “Pasta, riso, latticini sono da consumare con parsimonia. Al contrario, zuccheri a lento assorbimento come quelli di cereali non raffinati, frutta, verdura o legumi sono preferibili”, ha dichiarato il prof Bettoli. Che ha anche affrontato l’argomento ‘cioccolato, per anni demonizzato e ritenuto uno dei fattori scatenanti dell’acne. In realtà, “studi più recenti sembrano orientare invece verso il suo non coinvolgimento specifico nell’insorgenza della malattia. Bisogna comunque non eccedere con il consumo di cioccolato e questa regola è sempre valida sia per i giovani che per gli adulti”, consiglia l’esperto.

Il ruolo della vitamina A

Grazie alla sua spiccata azione antiossidante, è diventata utile nel trattamento dell’acne (o anche delle rughe). “Perciò diventa essenziale provvedere alla giusta assunzione attraverso un regime alimentare variegato e completo al tempo stesso. La vitamina A – continua il dermatologo – si trova in molti alimenti di origine animale, come il tuorlo d’uovo, i latticini (formaggio e yogurt), il pesce azzurro, ma anche in frutta e verdura (albicocche, peperoni, spinaci), caratterizzate dalle cosiddette pro-vitamine A, ovvero carotenoidi che poi il nostro organismo trasforma in vitamina. Infine può essere assunta, attraverso delle apposite formulazioni, per via topica o sistemica. Quest’ultime sono impiegate soprattutto per il trattamento e la cura delle forme più gravi di acne”, conclude l’esperto.