Acne in età adulta: da cosa dipende e come curarla

Acne negli adulti: vediamo quando si presenta questa fastidiosa condizione, come curarla e come prevenirla seguendo pareri e consigli di esperti e dermatologi

Foto di Andrea Costantino

Andrea Costantino

Medico chirurgo

Medico abilitato alla professione, iscritto all'albo dei Medici e degli Odontoiatri di Siena.

L’acne (in gergo scientifico definita “acne volgare”) è una malattia cronica della pelle ad evoluzione benigna causata dall’infiammazione del follicolo pilifero e della ghiandola sebacea ad esso annessa, che determina la formazione del più noto “brufolo” o “foruncolo”. Sebbene sia comunemente associata all’adolescenza, colpisce anche soggetti in età adulta, causando imbarazzo e fastidio.

Ci sono varie tesi sull’origine del termine acne: la più accreditata farebbe riferimento ad un’errata trascrizione del termine acme, infiorescenza, che si ritrova per la prima volta negli scritti del medico greco Aezio di Amida come ἁκμή (akmḗ).

Le tipologie di acne

Tra le modalità con cui si può classificare questo disturbo, abbiamo una stratificazione sulla base dell’età dei pazienti. L’acne si distingue, quindi, principalmente in acne giovanile o adolescenziale e in acne tarda o tardiva, cioè post adolescenziale o dell’adulto.

L’acne giovanile compare al momento dello sviluppo sessuale, potendosi limitare a questa fase ella crescita o, in alcuni casi, persistere fino all’età adulta. In questo gruppo dobbiamo citare l’acne neonatale, un’eruzione cutanea derivante da un’eccessiva attività delle ghiandole sebacee del lattante e che tende a manifestarsi intorno al quarto mese di vita. L’acne tarda o tardiva compare nell’adulto anche senza aver sofferto di acne giovanile.

Un’altra classificazione, più strettamente clinica, identifica vari sottogruppi sulla base delle lesioni elementari di tale disturbo. Parleremo, quindi, di:

  • Acne comedonica (variante non infiammatoria, dominata dalla presenza dei “comedoni”, corrispondenti ai fastidiosissimi punti neri)
  • Acne cistica/papulosa/nodulare (varianti infiammatorie)
  • Acne conglobata (forma cronica che si mostra maggiormente sul dorso e sul torace, meno sul viso)
  • Acne fulminans (forma rara, acuta, ulcerativa, associata a uno stato febbrile)
  • Acne cheloidea (forma caratterizzata dalla presenza di follicolite, più comune nei soggetti con pelle nera o asiatici.)

Fisiopatologia dell’acne in età adulta

Gli eventi biologici riconosciuti come determinanti nella formazione delle lesioni acneiche sono:

  • Eccessiva produzione di sebo (per iperreattività ed iper-responsività della ghiandola sebacea);
  • Ostruzione del follicolo con sebo e cheratinociti;
  • Colonizzazione dei follicoli da Cutibacterium acnes (precedentemente Propionibacterium acnes), un normale anaerobio umano;
  • Rilascio di più mediatori dell’infiammazione intra e perifollicolare.

L’esatta sequenza di questi fenomeni non è completamente compresa: è dimostrato come fenomeni infiammatori siano presenti in sede peri-follicolare già dalle prime fasi dello sviluppo delle lesioni acneiche, al punto che oggi si può considerare l’infiammazione come possibile evento primario della cascata patogenetica dell’acne.

Le cause dell’acne tardiva

La causa principale deriva da un aumento di ormoni che provoca degli squilibri con incremento della produzione di sebo. Questa, a sua volta, causa un’ostruzione dei follicoli e di conseguenza la proliferazione batterica. In genere l’acne colpisce maggiormente le donne in quanto soggette a squilibri ormonali durante il ciclo mestruale, la gravidanza od in presenza di formazioni cistiche ovariche. In tutti questi casi c’è un aumento di androgeni, che sono degli ormoni tipicamente maschili.

Ovviamente, la predisposizione familiare e l’ambiente giocano un ruolo importante nel favorire la comparsa di lesioni acneiformi. Tra le altre cause possiamo citare lo stress, l’assunzione di farmaci (tra i quali ricordiamo soprattutto i corticosteroidi, i prodotti a base di iodio, litio, la fenitoina, l’isoniazide, l’acido valproico), l’alta umidità e sudorazione, alcuni prodotti cosmetici che possono contenere dei prodotti aggressivi per la pelle che scatenano la produzione di sebo.

A tal proposito, “è bene dunque scegliere prodotti non comedogenici, che non si depositano e ostruiscono i pori, e scegliere cosmetici privi di sostanze oleose. Il consiglio è di leggere bene le etichette e sospendere l’uso di un prodotto in presenza di reazioni indesiderate. È bene poi struccarsi sempre prima di andare a dormire e non condividere gli strumenti usati per applicare i trucchi”, ha raccomandato il prof. Costanzo (Responsabile di Dermatologia in Humanitas e docente di Humanitas University).

La diagnosi dell’acne in età adulta

La diagnosi di questa condizione è, evidentemente, clinica. Può essere caratterizzata dalla presenza di comedoni che appaiono sottoforma di punti bianchi o neri. I punti bianchi (comedoni chiusi) sono lesioni palpabili color carne o biancastre, di 1-3 mm di diametro; i punti neri (comedoni aperti) hanno un aspetto simile, ma con una zona centrale scura.

Papule e pustole sono lesioni rosse di 2-5 mm di diametro. Le papule sono relativamente profonde. Le pustole sono più superficiali. I noduli sono più ampi, più profondi e più duri delle papule. Tali lesioni di natura infiammatoria, se non adeguatamente inquadrate e trattate dallo specialista dermatologo fin dalle fasi iniziali, possono determinare la formazione di cicatrici permanenti.

Le parti più colpite sono viso, spalle, dorso e regione pettorale del torace.

Trattamento dell’acne in età adulta

Per fortuna, la maggior parte dei rimedi e delle terapie contro l’acne in età adulta danno degli ottimi risultati. La terapia deve essere prescritta da un dermatologo che sarà in grado di proporre il trattamento più mirato sulla base della tipologia delle lesioni presenti sulla cute del soggetto affetto. Il trattamento dell’acne comprende vari agenti topici e sistemici, affiancati o meno da una terapia antibiotica, diretti a ridurre la produzione di sebo, la formazione di comedone, l’infiammazione e la conta batterica e a normalizzare il processo di cheratinizzazione.

Tra le strategie terapeutiche utilizzate nelle forme più severe, è opportuno ricordare l’impiego dei farmaci retinoidi. I retinoidi sia topici che sistemici agiscono inibendo la proliferazione e la differenziazione dei sebociti. Riducono il volume delle ghiandole sebacee e portano a una minor produzione di sebo. Tali farmaci assunti per via sistemica non sono, comunque, privi di effetti collaterali e vanno perciò assunti sotto precisa indicazione medica.

Per quanto riguarda le soluzioni topiche, ricordiamo che un ruolo importante è giocato dal micropeeling. Il micropeeling consiste nel frizionare le zone interessate dall’acne con la lozione glicoalcolica composta da acido glicolico e salicilico a bassa concentrazione. Questa lozione disinfetta e aumenta l’azione desquamante, liberando i follicoli dai comedoni e quindi, nel tempo, spegnendo l’acne. Poiché la tecnica del micropeeling non comporta l’uso di farmaci, il trattamento può essere fatto da tutti e protratto anche per anni, cioè fino a che l’acne non regredisce spontaneamente.

Le donne che in età avanzata presentano manifestazioni acneiformi associate ad altri sintomi quali irsutismo, ovaio policistico, alopecia dovranno effettuare una valutazione endocrinologica al fine di individuare eventuali cause di iperandrogenismo alla base del disturbo.

Fonti bibliografiche:

  • Marisa Taylor, Gonzalez Maria, Porter Rebecca, Pathways to inflammation: acne pathophysiology, in European Journal of Dermatology, vol. 21, n. 3, 2011, pp. 323-33, DOI:10.1684/ejd.2011.1357, PMID 21609898
  • Emil A. Tanghetti, The Role of Inflammation in the Pathology of Acne, in J Clin Aesthet Dermatol, vol. 6, n. 9, 2013, pp. 27-35.
  • Franz Kudlien, Aetius of Amida, in Dictionary of Scientific Biography, vol. 1, New York, Charles Scribner’s Sons, 1970, pp. 68-69, ISBN 0-684-10114-9.
  • HumanitasAcne
  • Manuale MSDAcne vulgaris