Acne giovanile: cosa fare?

L'acne è un incubo per molti adolescenti. Scopriamo insieme all'esperto come riconoscerla e curarla con successo

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Serena Allevi

Editor specializzata in Salute & Benessere

Da sempre innamorata della scrittura e dei libri, lavora come editor e copywriter da circa vent’anni nel mondo del benessere a tutto tondo.

L’acne giovanile è un vero problema per moltissimi ragazzi. Quando iniziano a spuntare i famigerati brufoli non solo si cade nello sconforto ma spesso non si sa nemmeno cosa fare. Non mangiare più salame, patatine e cioccolata? Lavarsi il viso con “qualcosa di forte”? Mettere il dentifricio o impiegare creme specifiche?

Per portare chiarezza (e speranza) nell’universo acne, abbiamo parlato con il Dott. Stefano Veglio, Specialista in Dermatologia.

Cosa si intende per acne giovanile

Un brufolo non è per forza acne. O magari ne è l’esordio. Abbiamo chiesto all’esperto di spiegarci cosa si intende esattamente per acne giovanile.

«L’acne giovanile è un problema estremamente comune che porta un’eruzione cutanea principalmente sulle zone più dotate di ghiandole sebacee, quindi il viso e il tronco. Dal poro dilatato si creano delle pustole, dei noduli e anche delle piccole cisti (comedoni)» spiega il Dott. Veglio «È un’eruzione che oscilla nel tempo: parte con l’adolescenza e con gli stimoli ormonali presentando degli alti e bassi particolarmente noiosi e fastidiosi per i ragazzi che, ovviamente, desiderano risolvere il problema nel più breve tempo possibile».

Ma quali sono i primi segnali con cui si manifesta l’acne?

«La pelle diventa tendenzialmente più grassa, iniziano a formarsi dei punti neri che sono delle piccole cisti aperte in cui si intravede questo puntino nero, che corrisponde a cheratina ossidata. Le impurità cutanee evolvono in piccole papule che si trasformano poi in pustole che possono ingrandirsi e risultare quindi sempre più visibili» spiega il Dott. Veglio.

A che età si manifesta e chi colpisce

L’acne ha una predilezione per i visi giovani. Infatti, è uno dei tormenti dell’adolescenza.

«Normalmente l’età di esordio dell’acne corrisponde all’inizio dell’adolescenza, momento nel quale gli ormoni hanno un picco: il testosterone in particolare, ormone tipicamente maschile ma presente anche nelle ragazze, mostra un aumento di secrezione. Quindi possiamo dire che ha un esordio intorno ai 12-13 anni ma ovviamente segue quello che è lo sviluppo e l’evoluzione puberale di ciascun individuo» precisa l’esperto.

Se vi è una componente genetica per la quale sembra vi sia più possibilità di sviluppare l’acne se un familiare prossimo ne ha sofferto, rispetto al genere sessuale di predilizione, invece, è una falsa credenza il fatto che colpisca maggiormente i maschi. D’altro canto, però, è vero che sui maschi può “accanirsi” maggiormente.

«I sessi sono colpiti entrambi in egual misura, quindi la frequenza potrei dire che è la stessa. Ma l’intensità con la quale il viso e il tronco sono colpiti maggiormente è spesso più marcata nei maschi a causa dei maggiori livelli di testosterone presenti nell’uomo» spiega il Dott. Veglio.

Trattamento e rimedi

«Vi sono diversi mezzi utili e che possono dare degli ottimi risultati: vanno da cure locali con creme, lozioni e detergenti a trattamenti che il dermatologo può effettuare nel proprio studio come peeling, luce pulsata per ridurre l’infiammazione e anche strumenti laser per ridurre le cicatrici che l’acne può, a volte, generare. La cura deve essere però scelta da un dermatologo in base al tipo di pelle del soggetto e alla tipologia e modalità in cui l’acne si manifesta» afferma l’esperto.

«Nello specifico, il dermatologo può utilizzare sostanze sebo-riducenti e cheratolitiche come derivati della vitamina A (retinoidi) ed alfa idrossiacidi, antibiotici e antisettici locali. In questo modo si riescono ad aprire i pori sebacei, grazie ad un pool di terapie che devono sempre tener conto della tollerabilità della pelle e che non devono mai essere improvvisate» conclude il Dott. Veglio.

Cioccolato sì o no?

Da generazioni e generazioni, l’acne è sempre stata correlata a un’alimentazione sbagliata. Dunque, sul banco degli imputati sono saliti: patatine, cioccolato, salumi. Ma è vero che l’alimentazione sbagliata causa l’acne?

«Siamo quasi tutti cresciuti con l’idea che un’alimentazione sbagliata fosse la causa dell’acne ma si è ormai capito che le cause sono da ricercare altrove. Principalmente negli squilibri ormonali tipici dell’adolescenza, in fattori emozionali e in una predisposizione genetica» spiega l’esperto «L’alimentazione gioca un ruolo assolutamente limitato. Bisogna quindi escludere che il cioccolato sia la causa del problema. Esistono però indicazioni alimentari volte a evitare peggioramento dell’acne, come evitare diete molto sbilanciate verso carboidrati a rapido assorbimento che aumentano l’infiammazione cutanea. Ma è assolutamente da segnalare che l’acne non è un problema legato al fegato o che possa essere curato modificando i regimi alimentari. Si tratta solo di luoghi comuni che non aiutano a risolvere il problema ma, anzi, demotivano ragazzi e famiglie che vedono allontanarsi dai risultati».

Fino a quando dura?

«Questa patologia in genere tende a risolversi spontaneamente quando il ragazzo raggiunge un maggior equilibrio ormonale quindi sul terminare dell’adolescenza e all’inizio dell’età adulta. Bisogna però rimarcare come spesso persone che hanno una forte predisposizione genetica ad avere il problema, possano mostrare manifestazioni acneiche anche fino ai trent’anni e oltre» spiega il Dott. Veglio.

«In particolar modo, è frequente un problema di acne in donne che hanno squilibri ormonali derivanti da un ovaio policistico o anche altre situazioni nelle quali gli ormoni non sono ben bilanciati. Consiglio sempre di eseguire un controllo ginecologico con un’ecografia ovarica in casi di acne persistente, per cercare di andare a fondo al problema. Spesso, infatti, una terapia ormonale concordata con un bravo ginecologo, aiuta a ottenere ottimi risultati» conclude l’esperto.

Come trattare le cicatrici da acne

Purtroppo l’acne può lasciare dei segni sulla pelle. Ma affidarsi a un bravo esperto può aiutare moltissimo e fare davvero la differenza.

«Per quanto riguarda i segni permanenti, purtroppo in molti casi questi si verificano se l’acne non viene curata in tempo e in modo efficace. È comunque possibile evitarli quando vengono messe in cantiere delle cure efficaci e intense, soprattutto nei momenti di maggiore fioritura. Per gli esiti cicatriziali abbiamo, per fortuna, anche ottime risposte da parte di laser e trattamenti dermatologici estetici che hanno contribuito a ridurre di molto l’impatto di queste cicatrici, che così tanto segnano anche nell’animo le persone che ne sono affette» conclude il Dott. Veglio.