Allergia all’ambrosia: quali sono i sintomi e i rimedi naturali

Sempre più persone soffrono di allergie, soprattutto nelle metropoli. Quella all'ambrosia è sempre più diffusa. Ma come si manifesta e come si cura?

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Ivana Barberini

Giornalista specializzata in Salute e Benessere

Giornalista ed economa dietista, scrive articoli su salute, alimentazione e benessere ed è specializzata nell’editing di volumi e pubblicazioni medico-scientifiche.

Pubblicato: 27 Maggio 2024 08:37

L’allergia all’ambrosia è sempre più diffusa e sono tantissime le persone che, con l’arrivo della bella stagione, si trovano a fare i conti con questo problema.

Ma cos’è l’ambrosia? Una pianta erbacea tipica del Nord America, ma molto diffusa anche in Italia. Fin qui nulla di particolare, eppure il polline dell’ambrosia ha il potere di scatenare una forte reazione allergica agli occhi e alle vie respiratorie, causando spesso l’asma.

Cos’è l’ambrosia

Dalla famiglia delle Asteraceae, è un’erba annuale dal fusto eretto e lievemente peloso nella parte superiore. Fiorisce da agosto a settembre e cresce in terreni aridi, quindi la puoi trovare nei terreni, aiuole, bordi di sentieri e campi agricoli.

È una pianta infestante, ma è anche in grado di provocare una brutta allergia con rinite, congiuntivite, asma e dermatiti.

All’inizio del secolo i suoi semi sono arrivati via mare, a bordo delle navi, dal Nord America in Europa. Qui hanno trovato terreno fertile e si sono diffusi prima nei Balcani e poi anche in Italia, soprattutto nella pianura padana.

La diffusione dei pollini è accentuata dalla forte escursione termica tipica dell’autunno, con temperature diurne che sfiorano i 28 gradi e notturne che scendono di quindici gradi.

Inoltre, il cambiamento climatico e l’aumento delle temperature stanno causando una seconda fioritura di alcuni pollini e la loro diffusione permanente.

L’ambrosia è causa di una delle principali allergie ai pollini, ma è una pianta dannosa non solo per l’uomo ma anche per l’ambiente.

L’innalzamento delle temperature e delle concentrazioni anidride carbonica favorisce la produzione e la diffusione di polline di ambrosia, facilitano il rilascio degli allergeni.

In Europa, sarebbero più di 30 milioni le persone sono sensibili al polline di ambrosia, un numero che potrebbe raddoppiare nei prossimi decenni.

Inverni secchi e caldi potrebbero causare, infatti, a una più alta diffusione della pianta in altre zone europee, aumentando la gravità dei sintomi a causa di concentrazioni più alte di polline per periodi prolungati.

Quando inizia l’allergia all’ambrosia?

La fioritura relativamente tardiva dell’ambrosia in agosto e settembre è un problema per gli allergici, poiché determina un prolungamento della stagione dei pollini, cioè arriva quando gli altri pollini sono ancora presenti anche se in basse concentrazioni.

Quindi, i fiori si affacciano sulla pianta i primi di agosto ma il polline raggiunge valori “allergeni” nella terza o quarta settimana del mese, per poi mantenersi a livelli efficaci fino a settembre.

L’unico modo per contrastare la diffusione dell’ambrosia è evitare che fiorisca e produca i pollini, la cui massima dispersione appunto accade tra agosto e settembre/ottobre.

Se l’inverno è mite, la germinazione può perfino iniziare già a metà marzo e anticipare la fioritura estiva. La pianta va quindi estirpata nelle prime fasi di vita, quando le radici sono ancora poco saldate al terreno.

Per questo molti comuni italiani si stanno attivando per promuovere un programma mirato di “pulizia” da questa pianta nelle aree pubbliche.

Quali sono i sintomi dell’allergia all’ambrosia?

Solitamente la reazione allergica si manifesta sotto forma di congiuntivite, tosse secca, rinite, prurito alla gola e al naso. La classica rinite allergica, caratterizzata da starnuti, tosse, lacrimazione oculare che spesso degenera in congiuntivite e, per i soggetti predisposti, anche in crisi asmatiche o orticaria.

Si tratta di reazioni che il nostro organismo produce quando si sente “minacciato” da corpi estranei, chiamati allergeni, contenuti nei pollini.

Il nostro sistema immunitario reagisce rilasciando istamine e sono proprio queste a causare i sintomi allergici.

L’ambrosia, rispetto ad altri pollini, determina disturbi piuttosto fastidiosi e intensi, vista la grande quantità di particelle che si disperdono nell’aria e sono trasportate dal vento.

Moltissime persone sensibili all’ambrosia subiscono anche gli effetti delle graminacee e dell’alternaria, una muffa che cresce su verdura e frutta in decomposizione.

Ci sono poi diversi alimenti, come frutta e verdura non adeguatamente pulita, che possono peggiorare i sintomi, provocando una “reazione crociata”, come prurito, nausea, dolori addominali e diarrea.

Come si cura l’allergia all’ambrosia?

Prima di tutto è essenziale stare alla larga dalla pianta, tenendo presente anche il calendario delle fioriture e delle concentrazioni di pollini.

La terapia per l’allergia include sia farmaci topici, sia orali prescritti dal medico. È fondamentale seguire scrupolosamente le sue indicazioni.

Per alleviare la rinite si possono usare decongestionanti nasali, ma solo per pochi giorni e tenendo conto delle controindicazioni (ipertensione, età, gravidanza). I farmaci di prima scelta sono i corticosteroidi spray nasali, spesso combinati con antistaminici topici.

Ci sono poi gli antistaminici orali, farmaci che riducono sintomi come gonfiore, prurito, starnuti, naso che cola e lacrimazione, ma hanno un effetto minore sulla congestione nasale. Tra gli effetti collaterali c’è la sonnolenza, quindi attenzione.

Seguono i cromoni, sostanze usate soprattutto per la prevenzione, prima del periodo di fioritura. Sono efficaci se assunti regolarmente, richiedono più somministrazioni giornaliere e hanno pochi effetti collaterali.

Tra gli altri medicinali ci sono i broncodilatatori, che “rilassano” la muscolatura bronchiale, i corticosteroidi soprattutto in caso di asma e i farmaci biologici, utilizzati dagli specialisti.

Infine, l’immunoterapia, che può modificare l’evoluzione della malattia allergica, ma solo su indicazione dello specialista.

Quali sono i rimedi naturali?

Oltre ai trattamenti farmacologici tradizionali, ci sono diversi rimedi naturali che possono aiutare ad alleviare i sintomi. Non aspettarti però miracoli, sono strategie che possono essere utili soprattutto nei casi più lievi. Se l’allergia si manifesta con una sintomatologia che impatta sulla vita quotidiana e il sonno, allora è meglio rivolgersi al medico per la prescrizione di farmaci specifici. Anche se non risolvono, sono un supporto per convivere al meglio con l’allergia.

Eccone alcuni

Lavaggi nasali con soluzione salina

Sono un rimedio naturale efficace per rimuovere il polline dalle vie respiratorie e ridurre la congestione nasale e l’irritazione.

È facile da utilizzare a casa e utile per chi soffre di rinite allergica stagionale, poiché migliora la respirazione.

Integratori di quercetina

La quercetina è un flavonoide presente in molti alimenti ed è un composto naturale dalle proprietà antinfiammatorie e antistaminiche che possono aiutare a ridurre la reazione allergica. Uno studio pubblicato su Journal of Allergy and Clinical Immunology ha dimostrato che la quercetina può inibire il rilascio di istamina, aiutando a diminuire i sintomi allergici.

Miele

Consumato regolarmente, il miele può aiutare l’organismo ad adattarsi ai pollini, inclusi quelli dell’ambrosia. È un metodo che si basa sul principio dell’immunoterapia naturale, in cui ci si espone gradualmente agli allergeni in piccole quantità per formare una tolleranza. Tuttavia, le prove scientifiche a supporto di questo metodo sono ancora limitate.

Il miele offre comunque numerosi benefici per la salute. È un potente antibatterico e antiossidante, favorendo la guarigione delle ferite e combattendo le infezioni.

Allevia mal di gola e tosse, sostenendo il sistema immunitario. Ricco di nutrienti, fornisce energia naturale e supporta la digestione.

Integratori di butterbur

Il butterbur è una pianta medicinale usata da secoli per trattare vari disturbi, tra cui le allergie, l’emicrania, le infiammazioni delle vie respiratorie e i disturbi gastrointestinali. Una ricerca pubblicata sul British Medical Journal ha rilevato che l’estratto di butterbur può essere efficace quanto gli antistaminici tradizionali nel ridurre i sintomi dell’allergia senza causare sonnolenza.

Il butterbur, nome scientifico Petasites hybridus, è una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae. Cresce prevalentemente in ambienti umidi come lungo i corsi d’acqua e nei prati umidi.

Tuttavia, l’uso del butterbur può avere effetti collaterali e non è privo di rischi soprattutto per il fegato.

Olio essenziale di menta piperita

L’olio essenziale di menta piperita ha proprietà antinfiammatorie e può aiutare a liberare le vie respiratorie.

Diffondere questo olio nell’aria con un diffusore per aromaterapia o applicarlo diluito sulla pelle può offrire un sollievo temporaneo dai sintomi allergici.

È un olio apprezzato per i suoi tanti benefici. Allevia mal di testa e tensioni muscolari; in più ha proprietà rinfrescanti e antibatteriche, utili per la salute orale. Stimola la concentrazione e può essere efficace contro disturbi digestivi come nausea e indigestione.

Probiotici

Noti per i loro benefici sulla salute intestinale, possono avere un effetto positivo sulle allergie. Alcuni studi, come la ricerca pubblicata su Clinical and Experimental Allergy, suggeriscono che i probiotici possono aiutare a modulare la risposta immunitaria, ridurre l’infiammazione associata alle allergie, migliorando la tolleranza agli allergeni.

Integrarli nella dieta può contribuire a diminuire sintomi come prurito, starnuti e congestione nasale.

Sono microrganismi vivi che apportano numerosi benefici non solo alla salute intestinale, ma rafforzano le nostre difese e aiutano a mantenere l’equilibrio della flora intestinale. Utili contro diarrea e sindrome dell’intestino irritabile, favoriscono anche l’assorbimento dei nutrienti e contribuiscono al benessere generale dell’organismo.

Consigli utili

L’allergia all’ambrosia si fa sentire dalla metà di agosto fino a inizio ottobre. Se soffri di questa allergia, ecco alcuni consigli pratici per affrontarla al meglio:

  • Controlla il polline. Restare in casa quando la concentrazione di polline è alta, è una buona idea. Ci sono siti e app che ti aiutano a monitorare i livelli di polline. Di solito, le concentrazioni sono maggiori nelle giornate secche, ventose e soleggiate, tra le 10 e le 16.
  • Chiudi le finestre, ma anche i finestrini dell’auto, usa il condizionatore e cerca di evitare attività all’aperto o passeggiate in campagna.
  • Pulisci casa usando l’aspirapolvere e spolvera spesso i mobili con un panno umido per raccogliere polvere e polline.
  • Indossa mascherine antipolvere durante i lavori all’aperto. Nei periodi in cui c’è più polline evita di fare giardinaggio.
  • Indossa occhiali da sole all’aperto; la luce del sole può peggiorare i sintomi oculari.
  • Non fumare in casa e non lasciare che lo facciano gli altri. Il fumo irrita naso, occhi, gola e vie respiratorie, peggiorando i sintomi.
  • Prendi con regolarità i farmaci prescritti dal medico.

Fonti bibliografiche