Acqua: 10 false credenze sull’alimento più prezioso per il corpo umano

È vero che un’acqua ricca di calcio può favorire la formazione di calcoli renali? L’acqua frizzante fa male alla salute? Tante curiosità svelate dagli esperti

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Luana Trumino

Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, da oltre 15 anni scrive di benessere, occupandosi prevalentemente del rapporto tra nutrizione e salute.

Pubblicato: 23 Novembre 2020 08:00

L’acqua è il principale costituente del corpo umano e rappresenta circa il 60% del peso corporeo nei maschi adulti, dal 50 al 55% nelle femmine (caratterizzate da una maggiore percentuale di grasso corporeo rispetto ai maschi), e fino al 75% in un neonato. Bere adeguatamente durante la giornata è fondamentale e anche l’European Food Safety Authority (EFSA) ha accertato un rapporto di causa ed effetto tra l’assunzione giornaliera d’acqua e il mantenimento delle normali funzioni fisiche e cognitive.

Tante però sono ancora le false credenze legate a questo straordinario e vitale alimento. Dai suoi effetti sulla linea a quelli per la salute. 

Linea e mantenimento del peso corporeo

Per esempio, che l’acqua faccia ingrassare. L’acqua non contiene energia e le variazioni di peso dovute all’ingestione o eliminazione dell’acqua sono momentanee e ingannevoli. E non è vero che bere molta acqua provochi maggiore ritenzione idrica. Questa condizione, quando non sia dovuta a particolari patologie, dipende dal sale o da altre sostanze contenute negli alimenti, non dalla quantità di acqua che ingeriamo, assicurano gli esperti del Crea nelle Linee guida per una sana alimentazione (revisione 2018).

Un altro falso mito riguarda la cellulite: non è vero che occorra preferire le acque oligominerali rispetto alle acque maggiormente mineralizzate per mantenere la linea o “curare la cellulite”. I sali contenuti nell’acqua e l’acqua stessa favoriscono l’eliminazione di quelli contenuti in eccesso nell’organismo. Nei bambini, in particolare, sarebbe bene non utilizzare esclusivamente acque oligominerali, ma bisognerebbe alternarle con quelle più ricche di minerali, suggerisce il team di esperti. 

Calcio e calcoli renali

C’è chi pensa che il calcio presente nell’acqua non venga assorbito dal nostro organismo. Falso. La capacità dell’intestino di assorbire il calcio contenuto nell’acqua (spesso presente in quantità consistente) è simile a quella del calcio contenuto nel latte e prodotti lattiero-caseari. 

L’acqua ricca di calcio può favorire la formazione dei calcoli renali? No. Le persone predisposte a formare questo tipo di calcoli – si legge nelle Linee guida – devono bere abbondantemente e ripetutamente nel corso della giornata, senza temere che il calcio contenuto nell’acqua possa favorire la formazione dei calcoli stessi. Anzi, è bene ricordare che anche le acque minerali ricche di calcio possono costituire al riguardo un fattore protettivo. 

Inoltre, non è vero che le acque a basso contenuto di sodio siano utili per chi soffre di ipertensione. Il sodio contenuto nelle acque è in quantità talmente bassa che la sua assunzione è irrilevante sia riguardo alla salute che riguardo all’estetica. 

L’acqua gassata fa male?

Assolutamente no. Né l’acqua naturalmente gassata, né quella addizionata con anidride carbonica – si legge nel documento – creano problemi alla salute, anzi l’anidride carbonica migliora la conservabilità del prodotto. Solo quando la quantità di gas è molto elevata, si possono avere lievi sintomi in individui che già soffrono di disturbi gastrici e/o intestinali per la temporanea pressione a livello dell’apparato gastrointestinale. 

Acqua ai pasti sì o no?

Infine, non è vero che l’acqua debba essere bevuta al di fuori dei pasti. Al contrario, una adeguata quantità di acqua (non oltre i 600-700ml) è utile perché migliora la consistenza e la diluizione degli alimenti ingeriti con conseguente migliore digestione e assorbimento.

Dell’argomento si è occupato anche il prof. Pier Luigi Rossi, medico specialista scienze della alimentazione ad Arezzo, che ha spiegato come l’affermazione di non bere acqua ai pasti sia destituita da ogni fondamento scientifico perché la digestione dei principi nutritivi (proteine, lipidi, carboidrati) si realizza attraverso enzimi chiamati idrolasi, in grado di inserire una molecola di acqua nelle proteine, lipidi e carboidrati, realizzando questa reazione: R’’ – R’ + H2O > enzima digestivo > R’’ OH + R’H. Senza un adeguato volume di acqua nell’intestino questa reazione è compromessa, quindi non si ha digestione completa degli alimenti ingeriti. L’acqua non è in grado di diluire in modo significativo gli acidi gastrici. E se nell’intestino non è presente un adeguato volume di acqua, perché non si è bevuto prima durante o dopo i pasti, l’intestino deve far passare acqua dal sangue. 

Il consiglio dell’esperto, dunque, è quello di bere 2 bicchieri d’acqua prima del pasto per favorire la digestione.