Nella vita ci si innamora solo tre volte. E per ragioni ben precise

Nella vita ci si può innamorare tante volte, ma secondo la scienza il cuore batte davvero soltanto in tre occasioni. E a te è già successo?

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Redazione

DiLei è il magazine femminile di Italiaonline lanciato a febbraio 2013, che parla a tutte le donne con occhi al 100% femminili.

Pubblicato: 13 Dicembre 2022 12:51Aggiornato: 19 Novembre 2024 10:49

È la classica domanda dalla risposta imprevedibile: quante volte ci siamo innamorati durante la nostra vita? C’è chi è sicuro di aver sentito battere il cuore all’impazzata soltanto una volta, e chi, invece, eternamente innamorato dell’amore ha perso il conto dei “Ti amo” sussurrati nel corso della vita.

E però, secondo la scienza, una risposta a questa domanda esiste eccome. A quanto pare, infatti, nella vita ci si innamora solo tre volte, e ogni  “innamoramento” corrisponde a una fase ben precisa e a un momento di crescita personale.

C’è una costante, però, ogni volta che ci si innamora. Pare che, infatti, alcune relazioni siano cicliche con tanto di inizio, evoluzione e fine. Ma c’è un risvolto positivo in tutto questo: nonostante la sofferenza e il dolore, tutto è mirato alla costruzione di una relazione più matura e consapevole che, si spera, sia anche l’ultima.

L’amore giovanile: i primi batticuore

Secondo la teoria dei tre amori, dunque, ogni relazione importante corrisponde a una precisa fase di crescita che, badate bene, non ha sempre a che fare con l’età anagrafica, tranne nel caso del primo amore, s’intende.

Il primo è quello che “non si scorda mai”, idealistico e idealizzato,  quello giovanile. Fatto di primi batticuore, scoperte, sogni a occhi aperti.

Quando si sperimenta questo primo sentimento si è immaturi e inesperti: lo si vive con la convinzione che sarà l’unico della vita e non importa se a volte è difficile da portare avanti, o contrastato da amici o genitori, perché si pensa che il vero amore sia proprio così. Anche se è dura da accettare, bisogna capire che questo primo amore non è la favola che avevamo idealizzato: con il senno di poi accetteremo il fatto che si trattava di una semplice infatuazione e che in alcuni casi ha in parte annullato la nostra personalità per far contenta la persona con cui stavamo.

Il secondo amore, quello più difficile

Il secondo amore è quello “complicato”, drammatico, perché siamo noi stessi a essere diventati più complessi. Siamo cresciuti, stiamo formando il nostro carattere e cominciamo a capire cosa vogliamo davvero dall’amore. Ma siamo ancora talvolta contraddittori, insicuri e volubili nei sentimenti. Questo amore è anche fonte di sofferenza: provoca dolore e rabbia, perché non sempre quello che si vorrebbe dall’amore è quello che offre la persona con cui si sperimenta questo tipo sentimento. È un innamoramento che potrebbe durare molto di più rispetto agli altri due e che per questo potrebbe rivelarsi sfibrante per la nostra autostima.

Questo secondo amore, ricco di alti e bassi, momenti di euforia alternati ad altri di rabbia a cattiveria, può ripetersi con più persone: a molti capita di non riuscire a passare oltre e di perdersi in relazioni che contribuiscono solo a minare la fiducia nell’amore.

L’amore inaspettato e duraturo

Il terzo amore è quello che non sembra mai arrivare, ma poi irrompe nella vita senza preavviso: è quello che rende chiaro il motivo per cui prima gli altri non hanno funzionato. Quando arriva, siamo meno giovani e per questo un po’ più esperti, quindi non cadiamo nell’idealizzazione dell’altra persona e non cerchiamo una relazione a tutti i costi.

È un amore che non conosce tormenti e che, però, rende felici proprio per la semplicità con cui tutto accade: può non essere “da favola” come il primo o “ricercato” come il secondo, ma è proprio il fatto di non avere aspettative che permette di essere spensierati.

È un amore maturo, equilibrato. Che aggiunge e non toglie niente, che non fa perdere il sonno la notte, ma che ci fa sentire al sicuro tra le braccia dell’altro quando ci addormentiamo. Ed è sincero perché non ci sono pressioni che ci spingono a essere chi non siamo. È quello giusto, l’unico che possiede tutti gli ingredienti per diventare speciale e, forse, anche l’ultimo.