Silvia Toffanin ha ospitato nello studio di Verissimo i finalisti di Amici: una puntata ricca di emozioni, che ha visto tra i suoi protagonisti Aka7even, uno dei cantanti più amati del talent show condotto da Maria De Filippi.
Luca Marzano – questo il vero nome dell’artista – ha parlato del suo percorso all’interno della scuola, che l’ha fatto crescere e maturare. È difficile ancora metabolizzare tutte le emozioni legate alla finale di Amici e alla strada che si sta aprendo davanti a lui: “Ho cercato di non farmi prendere dall’agitazione, ma appena sono entrato in studio è arrivata l’ansia (…). Il mio obiettivo alla finale era divertirmi, non pensavo alla vittoria”.
Aka7even non è riuscito a trattenere l’emozione parlando dei suoi genitori, i suoi primi fan, che non gli hanno mai fatto mancare il loro sostegno. Soprattutto perché da piccolo ha dovuto affrontare una sfida più grande di lui, come ha raccontato alla Toffanin:
Ho avuto un’encefalite che mi ha portato in coma per 7 giorni. I medici pensavano che non avrei più dato segni di vita, ma alla fine mi sono svegliato e per i medici è stato un miracolo. In quell’occasione ho trovato tutta la famiglia presente, parenti, amici. Mio fratello poi aveva l’abitudine di mettermi le cuffie e di farmi sentire la sua voce mentre cantava e io piangevo. Per i medici era un riflesso naturale, ma mia madre non ci ha mai creduto e ha sempre saputo che mi sarei svegliato. E così è stato!
Il suo nome d’arte è proprio legato a quella malattia che gli ha cambiato la vita: un coma di 7 giorni, quando aveva appena 7 anni. Da allora la musica per lui è diventata una terapia e ha cominciato a studiare come non aveva mai fatto: “Uscito dal coma ho avuto un approccio diverso alla musica, ho iniziato a studiare pianoforte, batteria e da lì anche a cantare. Cinque anni dopo ho iniziato a scrivere per esigenza ed è iniziato il percorso che mi ha portato ad Amici“.
Il sostegno dei genitori non è mancato neanche quando il giovane ha deciso di abbandonare la scuola per coltivare il sogno della musica:
Mia madre e mio padre sono stati quelli che mi sono stati a fianco sempre. C’è stato un periodo in cui ho lasciato la scuola a tre mesi dall’esame di maturità, ma loro non volevano che lavorassi (…). Loro mi hanno detto: ‘Ti aiutiamo noi, però devi fare musica e devi farlo bene’. Da quel momento ho capito che il loro sostegno era totale.