Un dolore del passato, quello fatto emergere da Simona Ventura, che potrebbe rappresentare una lezione per tutti. La conduttrice torinese, che ha sempre mostrato una tempra d’acciaio, si è spesso trincerata tra forza e fragilità. E, ora che ha raggiunto la giusta maturità professionale per esporsi, ha voluto raccontare un episodio che riguarda proprio il suo percorso televisivo.
Sentita da Corriere della Sera, la conduttrice è tornata sul periodo in cui è stata vittima di diffamazione e accusata ingiustamente di fare abuso di sostanze: “Per anni ho fatto l’esame del capello. Questa calunnia era talmente dominante sui giornali che mi sono detta: ora con il primo che ci riprova mi rifaccio casa”.
Un pregiudizio difficile da estirpare, soprattutto se radicato negli anni, che non le ha però impedito di affermarsi come conduttrice lavorando con i più grandi della televisione, del cinema e della musica. Il sorriso è stato la sua arma vincente ed è quello con la quale ha saputo dare una lezione a tutti i detrattori, a tutti i profeti di sventura.
Il ritorno in televisione con Paola Perego e Citofonare Rai2 è una risposta e un messaggio da dare a tutti coloro che si sentono vinti dal tempo e dalla situazione. Simona Ventura non ha mai mollato, neanche quando il telefono ha smesso di squillare e il lavoro è diminuito, talvolta per una sua precisa scelta.
Stare vicina alla famiglia è stata una priorità e, in particolare, quando si è innamorata di una persona come Giovanni Terzi: “Sognavo un uomo che non fosse geloso del mio successo e non entrasse in competizione con me. Se riesco a fare tante cose è anche grazie alla serenità che mi dà. La nostra, più che una famiglia allargata è una comune. Abbiamo 5 figli, i miei più i suoi, Ludovico e Giulio. E per noi vale il detto “tutti per tutti”.
La coppia si è stretta ancora di più nella malattia, quella che Terzi si è trovato ad affrontare giorno per giorno. Il suo compagno soffre infatti di una patologia autoimmune che ha compromesso i polmoni ma contro la quale sta combattendo perché le sue condizioni migliorino e la battaglia possa dirsi finalmente vinta.