Regista di film e fiction che hanno riscosso grande successo in televisione, Luca Manfredi ha ereditato il suo talento dal papà, che è stato senza alcun dubbio uno degli attori più celebri del panorama cinematografico italiano. Insieme hanno collaborato a lungo, sebbene inizialmente Luca avesse intenzione di dedicarsi a tutt’altro, nella sua vita.
Classe 1958, secondo dei tre figli che Nino Manfredi ha avuto da sua moglie Erminia Ferrari, Luca ha avuto un’infanzia piuttosto movimentata. È cresciuto infatti prevalentemente con la mamma, sentendo forte la mancanza di una figura paterna. Ospite a Oggi è un altro giorno, lo show condotto da Serena Bortone, il regista ha raccontato: “Nino è stato un padre assente. ha dedicato tutta la vita al suo lavoro che amava tantissimo, più di ogni altra cosa. In casa non c’era mai”.
Da giovanissimo, Luca sognava di diventare un oncologo come suo zio. Essendo molto timido, in effetti, non aveva mai preso in considerazione una carriera nel mondo dello spettacolo. Tuttavia, al quarto anni di Medicina, è svenuto assistendo ad un intervento e si è reso conto che quella non era la strada giusta per lui. “Quando dissi a papà che volevo lasciare per fare pubblicità, mi disse: ‘Se sbagli un’altra volta sarai un fallito’” – ha ammesso Manfredi, che però non si è scoraggiato.
Diplomatosi presso l’Istituto Europeo di Design come copywriter, ha mosso i suoi primi passi come aiuto regista ed è poi approdato nel mondo delle pubblicità. Proprio in questo campo ha avuto modo di rincontrare suo padre: “Insieme abbiamo fatto più di 100 spot, tra cui quelli del caffè Lavazza”. Negli anni ’90, infine, Luca è sbarcato in televisione come regista di film e fiction che hanno riscosso molti consensi tra il pubblico.
Nel 2004, Nino Manfredi ci ha lasciati dopo lunghi mesi di debilitazione a causa di due ictus. È stato in occasione dei suoi funerali che Luca ha conosciuto la sorellastra, nata da una relazione extraconiugale dell’attore e cresciuta in Bulgaria. Ai microfoni di Oggi è un altro giorno, il regista ha voluto dedicare molto spazio a suo padre raccontando la storia della sua infanzia difficile.
“Papà era emigrato dalla Ciociaria a Roma con la famiglia, perché mio nonno faceva il poliziotto. A 15 anni si prese una pleurite bilaterale che si trasformò in tubercolosi. Venne ricoverato in sanatorio per tre anni e superò due estreme unzioni. Ha assistito alla morte di tutti i suoi compagni. Questa esperienza l’ha segnato tantissimo” – ha spiegato Luca. In seguito, Nino ha scoperto la passione per la recitazione: “Con la caparbietà del ciociaro, si laureò in Legge e si diplomò all’accademia d’arte drammatica, diventando un grande attore”.