La Casa di Carta 5, come sarà il gran finale della serie

Il capitolo finale della serie targata Netflix promette scintille, in tutti i sensi: la nostra recensione

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Redazione

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Dopo tanta attesa e un febbrile conto alla rovescia, La Casa di Carta 5 sta finalmente per arrivare. Il 3 settembre usciranno i primi cinque episodi della serie spagnola targata Netflix (gli altri saranno distribuiti a dicembre) che ha stupito e incollato alla tv – e ogni altro dispositivo – milioni di persone. Un fenomeno mondiale, che si appresta a vivere il suo ultimo atto.

Abbiamo avuto la possibilità di vedere in anteprima i primi due episodi di quest’ultima stagione, con la dovuta raccomandazione di evitare ogni tipo di spoiler. Una cosa però possiamo dirla: la tensione è alle stelle.

Perché, se ricordate bene, La Casa di Carta 4 si era concluso con il più grande dei colpi di scena: il Professore che viene scoperto da Sierra, proprio nel momento in cui le sorti del colpo prendevano una nuova piega a favore della banda, con l’evasione e il ricongiungimento di Lisbona al resto del gruppo.

Non vi diremo cosa accadrà, vi basti sapere che da questo momento ogni strategia salta e tutta la minuziosità con cui il Professore aveva orchestrato il piano sembra andare in frantumi di fronte all’unica possibilità che non aveva contemplato. Ma sarà davvero così? La serie ci ha abituato a ribaltamenti di fronte continui, in cui nulla può dirsi perduto e mai niente è come sembra. E di certo i nuovi ingressi giocheranno ruoli non indifferenti nel rendere epico l’epilogo.

E su questa ambivalenza si gioca anche la quinta stagione, in cui – se possibile – i contorni di chi sono i buoni e chi sono i cattivi sfumano ancora di più fin quasi a scomparire. Un processo al quale abbiamo assistito continuamente e che nelle ultime tre stagioni è diventato sempre più marcato e – diciamo la verità – anche un po’ eccessivo.

Chi già criticava La Casa di Carta giudicandola come una serie action che abbonda del concetto di sospensione della realtà in favore dell’adrenalina di certo non apprezzerà questi ultimi episodi. Perché se guerra deve essere, che guerra sia. E allora tanto vale farlo in grande. La serie che ci aveva conquistato per la sua imprevedibilità ora diventa quasi prevedibile nella sua costanza. Ma in fondo non le si chiede di vincere premi della critica o di andare a fondo nei meandri della mente dei protagonisti. Le si chiede di intrattenerci, di lasciarci col fiato sospeso fino all’ultimo secondo chiedendoci cosa si inventerà questa volta quel genio del Professore per farla franca. E in questo, ne siamo certi, ci riesce benissimo.