Non tutti i compleanni si festeggiano con una torta. Alcuni si attraversano con il cuore in mano. E Zak Williams, figlio dell’indimenticato Robin Williams, ha voluto onorare quello che sarebbe stato il 74esimo compleanno del padre con parole piene di grazia, dolore e memoria. Un post su Instagram, una foto dal film Good Morning Vietnam e un lungo messaggio che è arrivato dritto al cuore di migliaia di fan.
Zak Williams e il peso leggero della memoria
“Today would have been my dad’s 74th birthday” ha scritto Zak, 42 anni, accompagnando uno scatto che mostra Robin Williams sorridente, nel pieno della sua energia contagiosa. Una foto che da sola basta a evocare quella capacità tutta sua di far sentire chiunque visto, compreso, accolto. Ma il post va oltre la nostalgia: è un piccolo manifesto sul lutto, sull’amore che resta e sulla missione di chi sopravvive.
Zak è oggi un attivista per la salute mentale, e non è un caso. La perdita del padre – morto suicida nel 2014 – ha lasciato segni profondi, ma ha anche acceso un senso di responsabilità verso chi combatte ogni giorno con dolore invisibile.
“Ogni anno, questa stagione arriva con gravità” ha scritto Zak, spiegando che nel giro di appena sessanta giorni ricorrono la Festa del Papà, il compleanno di Robin e l’anniversario della sua morte. “È un periodo tenero e complicato. Che chiede molto al cuore”.
Un cuore che, a distanza di 11 anni, non smette di ricordare. Ma che non si limita a commemorare. Perché nel messaggio di Zak c’è un invito a trasformare il dolore in missione: “Il modo migliore per onorare chi abbiamo perso è vivere secondo i valori che rappresentavano. Guidare con il servizio e la compassione. Sollevare gli altri quando sono giù. E cercare sentieri di luce, anche negli angoli bui”.
Un’eredità che il padre gli ha lasciato senza mai scriverla, ma incarnandola ogni giorno. “Mio padre viveva per far sentire le persone viste” ha detto Zak. “Dava il permesso di sentire profondamente e di ridere attraverso il dolore. In sua assenza, quella missione continua”.
Una foto e un’eredità emotiva che non si spegne
Il post di Zak ha scosso i social. Non per la retorica del dolore, ma per l’onestà con cui racconta un lutto che non ha forma fissa. “Per me, il dolore non è lineare” scrive. “Si avvolge, risuona, si ammorbidisce, poi esplode di nuovo”. Chi ha perso qualcuno sa che è proprio così: non esiste un calendario del cuore. Non ci sono tappe certe. Ma ci sono ricordi che brillano e fanno compagnia.
E così anche un compleanno che non si festeggia può diventare un altare emotivo. “Buon compleanno, papà. Ti amerò per sempre” è la frase con cui Zak conclude il suo messaggio, lasciando spazio a chi legge per mettersi in ascolto. Perché non è solo un tributo privato: è un abbraccio collettivo a chiunque stia portando un lutto, piccolo o grande che sia.
“Non sei solo” scrive Zak rivolgendosi a chi sta soffrendo. “Fai parte di un passaggio d’amore e connessione che non finisce mai”.
Robin Williams e il dolore nascosto: la verità emersa dopo la morte
La scomparsa di Robin Williams nel 2014 ha sconvolto il mondo. In apparenza, era il comico geniale, l’attore premio Oscar, l’uomo che trasformava ogni intervista in uno spettacolo improvvisato. Ma dietro quel sorriso si nascondeva un malessere profondo. Solo dopo la sua morte fu rivelata la verità: Robin Williams soffriva di una forma avanzata di demenza a corpi di Lewy, una patologia neurologica che spesso viene confusa con il Parkinson ma che ha sintomi devastanti anche a livello cognitivo e psichiatrico.
Nel 2021, Zak aveva già parlato apertamente del dolore vissuto dal padre a causa di questa diagnosi sbagliata. “Quello che stava attraversando non corrispondeva ai sintomi classici del Parkinson” ha raccontato. “Era molto a disagio. Quelle medicine sono davvero forti. Dure per la mente e per il corpo”. Un disagio che, purtroppo, ha avuto conseguenze fatali.
Zak ha anche confessato che dopo la morte del padre è caduto in un vortice di sofferenza. “Bevevo molto per gestire la mia salute mentale, e questo ha creato problemi molto gravi. Ho vissuto episodi di psicosi e sono stato poi diagnosticato con un disturbo da stress post-traumatico” ha dichiarato.