Un volto, una promessa di qualità. Il mondo della musica (e della televisione) piange Peppe Vessicchio (Giuseppe Vessicchio), morto a Roma l’8 novembre. Il direttore d’orchestra è “deceduto per una polmonite interstiziale precipitata molto rapidamente”, a confermarlo l’Ospedale San Camillo, dove era stato ricoverato. La famiglia ha fatto invece sapere che i funerali saranno svolti in forma strettamente privata.
Un volto amatissimo e una mente musicale sopraffina, era noto e amato in particolar modo per il suo ruolo di direttore d’orchestra al Festival di Sanremo. Ma non solo. La sua simpatia è andato ben oltre il mondo della kermesse musicale di Rai 1, bucando lo schermo e conquistando i social. La musica era la sua vita e per il prossimo anno aveva in programma un nuovo evento, il tour teatrale Ecco che incontro l’anima insieme a Ron.
Morto Peppe Vessicchio, addio a un direttore d’orchestra diventato “iconico”
“Dirige l’orchestra il maestro, Peppe… Vessicchio!”. Una frase diventata iconica per un uomo, un artista, che ha accompagnato negli anni il Festival di Sanremo. Una colonna della kermesse e una certezza per gli appassionati, anche per i più giovani, che, soprattutto dall’ “era Amadeus” si erano interessati alla sua figura, discreta e gentile. Si è spento dopo essere stato ricoverato all’Ospedale San Camillo di Roma in seguito a una polmonite interstiziale. Le sue condizioni di salute sono precipitate troppo velocemente.
La sua forza stava proprio nella sua umanità. “Ogni persona è come una corda, diceva, “e possiede una capacità di vibrazione. Quando incrociamo le nostre vere passioni, iniziamo a suonare davvero”. Una ricerca costante di equilibrio, dentro e fuori dalla musica accademica, cercando sempre l’espressione si se stessi nel migliore dei modi. Peppe Vessicchio ci mancherà. Lascia sì un’eredità enorme a noi telespettatori, ma lascia anche sua moglie, Enrica Mormile, e una figlia, Alessia.
L’addio di Amadeus, Fazio e i colleghi di una vita
Non hanno tardato ad arrivare i messaggi di cordoglio e di dolorosa sorpresa di chi ha condiviso momenti di vita con il maestro Peppe Vessicchio.
“La scomparsa del Maestro Vessicchio è per me un dolore forte e improvviso. Ci conoscevamo da 30 anni e fino a pochi giorni fa abbiamo riso e scherzato, in onda e dietro le quinte. Mancherai tanto a tutti. Ciao Peppe”. Così ha scritto Amadeus sul proprio account Instagram.
“È difficile crederci. Mi sembra impossibile. Mi vengono in mente i tuoi occhi sempre sorridenti e comprensivi. Occhi che esprimevano saggezza, autorevolezza, gli occhi di un grande Maestro, non solo d’orchestra ma di vita. Ti sorrido e tu sorridi a mezza bocca come sempre. Ti voglio bene”. Questo il messaggio rilasciato da Maria De Filippi, incredula di fronte alla notizia della scomparsa dell’amico e collega.
“Peppe Vessicchio è stato amato”, scrive invece Luciana Littizzetto, “in maniera trasversale, dalla famiglia, dalle persone che hanno lavorato con lui e dal pubblico, ed è l’unica cosa che ci possa consolare in questo momento. Era musica lui stesso, faceva crescere le piante di pomodori con le note di Mozart… È diventato un mito, da vivo, stando in silenzio, facendo solo il suo mestiere con precisione, amore, ascolto”.
Anche Enrico Mentana ha voluto rendergli omaggio: “In un ambiente in cui certo non sono mai mancate gelosie e rivalità lui è stato un elemento di equilibrio, un esempio di professionalità, un antidoto al divismo, un uomo perbene, disponibile e sereno. Addio maestro Vessicchio”.
Da Amici a Sanremo, una carriera per la musica per tutti
Il nome di Peppe Vessicchio è legato indissolubilmente alla storia della musica italiana. Nato a Napoli il 17 marzo 1956, collaborò prestissimo con i “grandi”: da Gino Paoli (con il quale collaborò a successi come Ti lascio una canzone e Cosa farò da grande) a Edoardo Bennato a Peppino di Capri. Dal 1990 è stato presenza fissa al Festival di Sanremo. Come direttore d’orchestra vinse ben quattro edizioni (nel 2000 con gli Avion Travel, con il brano Sentimento, nel 2003 con Alexia, con il brano Per dire di no, nel 2010 con Valerio Scanu, con Per tutte le volte che, e nel 2011 con Roberto Vecchioni, Chiamami ancora amore).
Nel corso della quarta serata del Festival di Sanremo 2022 si è esibito insieme a Le Vibrazioni suonando il piano nella cover di Live and Let Die dei Wings, mentre l’anno seguente, sempre per Sanremo, vestì i panni di opinionista fisso nel podcast di Fedez Muschio Selvaggio. Nel 2024 poi tornò alla guida dell’orchestra di Sanremo come ospite, dirigendo, insieme a Leonardo De Amicis, i Jalisse, ospiti nella serata delle cover.
Come arrangiatore ha collaborato con nomi del calibro di Andrea Bocelli, Roberto Vecchioni, Zucchero, Elio e le Storie Tese, Ornella Vanoni, Ron e Biagio Antonacci. La capacità di unire la competenza musicale e professionale con una popolarità trasversale confermata anche dal suo ruolo di insegnante ad Amici di Maria De Filippi, in televisione, lo ha contraddistinto.
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