Si è spento a 74 anni Mauro Di Francesco, volto amatissimo del cinema italiano degli anni Ottanta, indimenticabile Uberto nel film Sapore di Mare 2 – Un anno dopo. Attore ironico e disincantato, Di Francesco apparteneva a quella generazione di interpreti che hanno saputo raccontare un’Italia piena di contraddizioni ma ancora in grado di ridere di sé stessa.
Negli ultimi anni si era ritirato in Toscana, lontano dai riflettori e dal clamore del mondo dello spettacolo. Non per malinconia, ma per scelta. “Mi hanno cercato tanti, avrò detto almeno venti no”, raccontava qualche tempo fa con il suo solito sorriso un po’ sornione. Diceva che si sarebbe rimesso in gioco solo se a chiamarlo fossero stati Sorrentino, Tornatore o Pupi Avati, magari persino Quentin Tarantino: “Allora ci ripenserei”, scherzava. La voglia di ridere e di far ridere, quella, non l’aveva mai persa.
Gli esordi
La carriera di Mauro Di Francesco comincia prestissimo. A soli quindici anni è già sul palco con Giorgio Strehler, il maestro che ha formato generazioni di attori. Poi l’incontro con Ugo Tognazzi, che lo coinvolge nel film Scusa se è poco, insieme a Monica Vitti. A Il Corriere della Sera aveva raccontato un aneddoto irresistibile: “Loro due avevano i camerini vicini. Monica detestava l’aglio. Ugo, quel disgraziato, ne comprò una treccia e ordinò al segretario di soffriggerne qualche spicchio per tutto il giorno sul fornelletto, lasciando la porta aperta…”.
Dopo il teatro arrivano gli anni più scatenati e creativi: il Derby Club di Milano, fucina di talenti e laboratorio di comicità, da cui sarebbero usciti nomi come Diego Abatantuono, Giorgio Faletti, Massimo Boldi ed Enzo Jannacci. Di Francesco ricordava con orgoglio quel periodo: “Con Faletti, Boldi, Porcaro e Thole fondammo i Repellenti. Diego sul palco ce lo portai io. Era l’elettricista dei Gatti di Vicolo Miracoli, ma lo licenziarono perché invece di accendere il faro era sempre chiuso in bagno con qualche ragazza. Così gli dissi: ‘Dai, vieni con me'”.
Non mancavano, ovviamente, le bravate. Raccontava di essere stato sospeso dal Derby per una delle sue goliardate: “Mentre Jannacci era in scena, io dietro le quinte, per ridere, mi abbassavo i pantaloni e mostravo le chiappe ai presenti. ‘Non si fa’, mi disse. E mi sospese”.
Sapore di Mare e la fama
È proprio negli anni Ottanta che arriva la popolarità cinematografica. Per amicizia con Abatantuono rifiuta il primo Sapore di Mare, ruolo che poi va a Jerry Calà, ma torna nel seguito, Sapore di Mare 2 – Un anno dopo. Qui interpreta Uberto, ragazzo romantico e leggermente impacciato, che il pubblico ancora ricorda con affetto.
Sul set si innamora della collega Pascale Reynaud, e anche questa volta la vita finisce per imitare la finzione: “Stavo con Laura Belli, confessai il mio sbandamento ma tornai a casa. Lei però mi fece trovare le valigie fuori dalla porta”.
Con la solita ironia ricordava anche le sue “avventure sentimentali”: “Ne ho avute tante, mi sono divertito, ero giovane, carino, simpatico. Non ero l’unico: Teo piaceva molto, Diego pure, Faletti conquistava con la chitarra. Solo Boldi era tutto casa e chiesa”.
Negli ultimi anni, tra le colline toscane, Mauro Di Francesco aveva trovato una dimensione nuova. Non cercava la nostalgia, ma la serenità di chi ha vissuto intensamente. E anche se aveva smesso di recitare, restava un uomo di teatro nell’anima, con quello sguardo ironico e malinconico che raccontava meglio di mille parole la sua generazione di “scapestrati”.