Non poteva che intitolarsi Tutti i sogni ancora in volo il libro di Massimo Ranieri, un’autobiogiografia che ripercorre i suoi oltre 60 anni di carriera e in generale la sua vita, dalla quale potrebbe benissimo essere fatto un film, tante sono le cose – belle e brutte – che gli sono successe.
Il cantante e attore si è raccontato in ogni sua sfaccettatura, senza fare sconti e ha spiegato come dietro ogni traguardo, dietro ogni vittoria si nascondesse un risvolto della medaglia, una sorta di pedaggio da pagare. Lui, nato da una famiglia povera a Napoli e diventato uno dei volti più amati d’Italia, con quella voce, quel viso e quel sorriso indimenticabili.
I teatri, la televisione, Sanremo, Canzonissima, le luci della ribalta e del successo. Ma a che prezzo? Ha perso l’amore, come canta nel suo brano più celebre.
Massimo Ranieri, perdere l’amore per la carriera
Perdere l’amore è stata una scelta, o meglio, è stata un effetto collaterale messo in conto. “Ogni volta che mi sono trovato di fronte all’evidenza che per costruire una famiglia avrei dovuto cedere qualcosa sul piano professionale, rinunciare a un evento il giorno di Natale, mettere in pausa una tournée per concedermi una vacanza, il mio istinto mi ha spinto a confermare gli impegni e implorare la mia donna di rimandare i nostri piani. Illudendomi che ci fosse ancora tempo (…). È così che le ho perse, le donne che ho amato. Con tantissimo dolore e nessuna acredine: che avessero ragione loro l’ho sempre saputo”, si legge sulle pagine del suo memoir.
Nelle sue parole, però, non c’è rancore, ma anzi, una profonda onestà intellettuale: “Ho scelto io la mia vita. Per rispetto e onestà sento che non posso dare tutto a una famiglia, come do tutto al lavoro. Il giorno che smetto di cantare, mi dedicherò alla mia famiglia, ma finché non potrò farlo, non voglio infelicitare nessuno. Già mi sono infelicitato io; ho infelicitato le donne che hanno sofferto per causa mia. Perchè dovrei infelicitare altre donne o i figli? Il padre deve fare il padre: o è, o non è. Che dovrebbe dirgli la mamma: “Papà dov’è? E’ ancora fuori tesoro, non torna nemmeno stasera”, ha spiegato in un’intervista al Corriere della sera.
Massimo Ranieri, fra “i sogni ancora in volo” quello di una famiglia
A 70 anni, con 60 di carriera alle spalle, Massimo Ranieri ha ancora quello sguardo da ragazzino che lo ha portato a conquistare i registi più affermati, quel volto da “scugnizzo” in grado di sorprendersi e sognare. E infatti non nega di pensare ancora di poter avere quello a cui finora ha rinunciato per amore del palcoscenico.
Quando girai Les Parisiens, a volte la piccola Stella, nata da Claude Lelouche e Alessandra Martines, protagonista del film insieme a me, veniva a trovare i genitori sul set. Aveva cinque o sei anni e ricordo Lelouch, quasi settantenne, sollevarla per mostrarle il set. Sarei un padre ideale dato che ho il fuso orario dell’artista e prima delle tre di notte non mi addormento. Sarebbe bello scoprire che questo non è destinato a rimanere un rimpianto, ma a diventare un sogno che si realizza“.