Made in Italy, Greta Ferro racconta la sua adolescenza difficile

Greta Ferro, reduce dal successo della fiction "Made in Italy", torna a parlare del suo passato

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Redazione

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La vediamo così, bellissima e affascinante, nei panni della giovane giornalista Irene: la fortunata fiction Made in Italy ha dato grande notorietà a Greta Ferro, attrice emergente del panorama italiano dello spettacolo. Sembra davvero nata per recitare, eppure la sua vita fino a poco tempo fa aveva una piega completamente diversa.

Il successo di Made in Italy, la serie tv che vede tra i protagonisti grandissimi attori come Margherita Buy, Marco Bocci e Raoul Bova, ha spianato la strada alla giovane attrice – sebbene sia ormai da alcuni anni affermata sulle principali passerelle italiane come modella. Il talento di Greta è emerso con prepotenza, segno di una grande passione e di tanti sacrifici compiuti in nome della recitazione. Ma da bambina, e in seguito da adolescente, la Ferro ha vissuto momenti difficili. In una lunga intervista al settimanale DiPiù, si è raccontata a tutto tondo svelando le difficoltà incontrate lungo il suo cammino.

“Da bambina non mi piacevo per niente” – ha ammesso l’attrice – “Ero un maschiaccio e non sentivo la necessità di curarmi più di tanto, perché non sapevo come farlo”. Nata in Abruzzo ma cresciuta a Campobasso, ha trascorso un’infanzia felice, protetta dall’amore dei suoi genitori. Sua mamma Gilda, professoressa all’Università del Sannio, le è stata accanto in ogni momento: “Con lei ho girato il mondo, perché è capitato più volte che lei dovesse trasferirsi per alcuni periodi all’estero”.

Suo papà Giuseppe, invece, è un noto imprenditore e da anni amministratore delegato e titolare di un famosissimo pastificio. Visto l’impegno da lui profuso nell’azienda di famiglia, sembrava scontato che anche Greta prendesse pian piano in mano le redini dell’attività, affiancando il padre. Cosa che, in effetti, la giovane attrice aveva iniziato a fare. Eppure, all’improvviso qualcosa è cambiato.

Abituata sin da bambina ad essere indipendente e propositiva, durante il quarto anno del liceo Greta ha chiesto ai suoi genitori di poter andare un anno in Cina. Una scelta, questa, che le ha profondamente cambiato la vita: “Ho scoperto di essere attratta dal buddismo, benché ancora non sia praticante: per me non è tanto una religione quanto una filosofia di vita. Così ho scoperto realmente chi fossi, quali fossero le mie priorità. Ho capito che dovevo ascoltare me stessa”.

Tornata in Italia, la Ferro ha completato il suo percorso di studi diplomandosi al liceo classico e poi trasferendosi a Milano per l’università. Si è iscritta alla Bocconi, dove ancora oggi frequenta la facoltà di Economia. Ebbene sì, non si è ancora laureata perché nel frattempo è arrivata l’occasione della sua vita: “L’università mi impegnava tantissimo, ma di fronte c’era la scuola di recitazione Paolo Grassi e così, spinta da non so quale recondita passione che stava covando dentro di me, mi sono iscritta ad alcuni corsi serali”.

Un giorno, alla fermata del tram, Greta è stata notata da due talent scout ed è entrata a far parte della scuderia di Giorgio Armani, dando il via alla sua carriera da modella. Fin quando, grazie ad un cortometraggio intitolato La Giacca, non è stata scelta per il suo ruolo in Made in Italy. Tutto il resto è ormai storia. Eppure, c’è ancora qualcosa che le manca: “Ho promesso a mamma che mi laureo. Mi mancano solo cinque esami, glielo devo”.