Lorenzo Biagiarelli: “Niente scuse per la morte della ristoratrice e non torno in tv”

Dopo la bufera per la scomparsa di Giovanna Pedretti il food blogger è tornato sui social network per raccontare la sua versione dei fatti

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Antonella Latilla

Giornalista, esperta di tv e lifestyle

Giornalista curiosa e determinata. Scrittura, lettura e cronaca rosa sono il suo pane quotidiano. Collabora principalmente con portali di gossip e tv.

Lorenzo Biagiarelli è tornato sui social network dopo la bufera mediatica per la morte di Giovanna Pedretti. Il food blogger ha fornito la sua versione dei fatti su quanto è accaduto e ha annunciato che non tornerà in tv, a È sempre mezzogiorno! di Antonella Clerici dove era uno dei protagonisti fino a qualche settimana fa. Il compagno di Selvaggia Lucarelli ha così ricostruito quanto accaduto negli ultimi giorni, precisando però di non volersi scusare per la scomparsa della ristoratrice.

Le parole di Lorenzo Biagiarelli dopo la morte della ristoratrice

Con un video su Instagram Lorenzo Biagiarelli ha rotto il silenzio dell’ultimo periodo, nato in seguito alla morte della ristoratrice Giovanna Pedrotti. “Non posso e non voglio chiedere scusa per la morte di Giovanna Pedretti: se lo facessi, sarei uno di quelli che usa la sua morte a mio vantaggio, per riabilitarmi. E non torno nel programma su Rai 1 a È sempre mezzogiorno!: non ci sono le condizioni“, ha premesso il 34enne nel suo filmato.

Biagiarelli ha ricostruito passo dopo passo cosa è successo dal 12 gennaio, giorno in cui è iniziata a circolare la storia della recensione pubblicata dalla ristoratrice. Quando era ormai di dominio pubblico ed era ripresa anche sui giornali cartacei l’ex concorrente di Ballando con le Stelle ha deciso di indagare sulla vicenda che ha definito “una notizia dal traballante profilo di verità. Vedo la recensione, mi sembra falsa e lo scrivo, avendo però cura di censurare il nome della pizzeria, quello della titolare e pure l’ubicazione”.

“Questo perché il senso di fare debunking non è quello di smentire o esporre al pubblico ludibrio una persona comune, come è stato spesso scritto in questi giorni. Ma è smontare una notizia, specie se di diffusione nazionale, e criticare l’operato della stampa quando si alimenta di notizie non verificate, monetizzandole con i click su articoli che possono facilmente indignare”.

Poi, ha continuato, “il giorno dopo succedono alcune cose, in ordine sparso”: i carabinieri convocano la titolare della pizzeria di Lodi perché li aiuti a risalire all’autore della recensione, ma lei non è in grado di farlo. “Poi viene interpellata da un telegiornale e da un giornalista di una testata nazionale, a cui ribadisce che quella recensione è assolutamente vera e che riferendosi al mio post e alla condivisione di Selvaggia, non mi sarebbe mai aspettata di suscitare tanta cattiveria”.

“Dal momento che mi viene dato del bugiardo e del cattivo sulla stampa nazionale senza motivo, ho telefonato alla titolare per ascoltare la sua versione, concederle diritto di replica o addirittura ritrattare se il mio lavoro fosse stato smentito. Ma così non è stato e vorrei chiarire che la telefonata ha avuto dei toni cordiali e che la signora ha ribadito più volte che il pomeriggio era andata a parlare in questura di questi fatti”.

“Io per quella telefonata sono stato aspramente criticato — ha aggiunto il food blogger —, ma l’articolo 21 della Costituzione dà la libertà di parola a qualsiasi cittadino. Vi ricordo che il debunking nel caso della bidella pendolare era stato fatto da un privato cittadino”.

Dopo che la ristoratrice si è tolta la vita, “sia io che Selvaggia riceviamo minacce di morte, siamo sommersi da messaggi di odio scatenati dalla stampa, dalla radio e dalla tv che da subito e per due settimane hanno sostenuto che il nostro operato fosse il diretto responsabile del suicidio della titolare della pizzeria”.

L’accusa, ha continuato Biagiarelli, è quella di aver scatenato una “gogna social sulla signora e sulla sua pizzeria”. “Una delle tante falsità che sono state dette su questa storia, dal momento che si è dovuta persino scomodare un’agenzia di comunicazione, che si chiama Arcadia, per cercare tracce di questa gogna social. E incredibilmente non ce ne sono”.

Nessuna traccia di questa montagna di odio nei confronti della titolare nei confronti della quale invece è stato riscontrato un sentiment positivo del 90%, praticamente un plebiscito. E io stesso ho potuto riscontrare come sulla sua pagina non ci fossero insulti, al massimo una decina di commenti scettici. Non c’è stata nessuna migrazione di follower dal mio profilo o da quello di Selvaggia sulla pagina del ristorante”.

Biagiarelli ha ricordato che nonostante siano stati anche altri professionisti ad aver indagato chiamando direttamente in causa la ristoratrice “lo stigma infame dell’istigazione al suicidio viene riservato solo a me e alla mia compagna, nonostante l’assenza di questa gogna social nei confronti della ristoratrice sia stata appurata”.

Ha infine concluso: “Dietro questa gogna mediatica, questa sì, ci sono diverse ragioni e diversi mandanti. Ma non è questo il punto, anche perché né io e né Selvaggia ci siamo mai addentrati nella discussione sul suicidio, in alcun modo rifiutando ogni invito da parte di stampa, di tv, che pure sono arrivati, mentre in tv si continuava a parlarne, entrare nella vita e nella mente di questa signora con la presunzione di sapere cosa le passasse per la testa”.

“La storia di un suicidio è stata sviscerata da tutti, in qualsiasi modo, spesso contravvenendo alle indicazioni suggerite proprio dall’Organizzazione Mondiale della Sanità a riguardo. Ci sono dei modi in cui si può e non si può parlare di suicidio. Cose che si possono dire, cose che non si possono dire. E mentre noi venivamo accusati di aver fatto qualcosa che non si poteva fare, chiunque, attori, ballerine, modelle e non giornalisti, erano lì a discutere di qualcosa che dovrebbe riguardare, secondo stesso ragionamento, al massimo gli inquirenti e gli psicologi”.

Perché Lorenzo Biagiarelli non è più a È sempre mezzogiorno

Lorenzo Biagiarelli ha dichiarato: “Potrei andare avanti all’infinito. però non lo farò, vorrei solo fare una piccola considerazione personale che è questa che in molti mi hanno rimproverato scarsa umanità ma io non posso né voglio chiedere scusa, come molti mi hanno pur caldamente suggerito di fare, per la morte di Giovanna Pedretti, il cui suicidio ovviamente mi addolora come essere umano. Perché se lo facessi sarei l’ennesimo che utilizza la sua morte per il proprio vantaggio, nel mio caso per riabilitarmi, cospargendomi il capo di cenere e implorando la clemenza della pubblica piazza”.

“Io piuttosto preferisco tenermi lo stigma, il dubbio, il sospetto, piuttosto che tentare la via della pietà, affermando qualcosa che non penso. E accetterò con tranquillità tutte le conseguenze di questa scelta. Ne approfitto per comunicarvi che purtroppo non ci sono più le condizioni perché io riprenda il mio ruolo in È sempre mezzogiorno!, quindi non mi vedrete più o in onda. Ci tengo però a ringraziare tutti quelli che non hanno mai smesso di manifestarmi affetto, e sono stati tanti, perché nonostante il tentativo di distruggermi sia stato quasi un successo, mi tengo stretto quel quasi e la solidarietà dei tanti che hanno capito quale gioco sporco si stava giocando”.