Lorella Cuccarini, chi veste la co-conduttrice di Sanremo 2024: la scelta controcorrente

Lorella Cuccarini a Sanremo 2024 promette sorprese e stupore, a partire dal suo look! Nessun brand, solo abiti vintage: una scelta vincente?

Foto di Giorgia Prina

Giorgia Prina

Lifestyle Specialist

Web Content Creator e Internet addicted che ama la complessità del reale. La passione più grande? Sciogliere matasse con occhio critico e ironia.

Chi veste Lorella Cuccarini a Sanremo 2024? Una domanda legittima: Sanremo è musica, è competizione, ma è anche, in gran parte, stile. Preceduta nella prima serata da Marco Mengoni, da Giorgia nella seconda e dalla comica Teresa Mannino nella terza, Lorella Cuccarini nella serata dei duetti certo non teme il confronto con i colleghi, in fondo non è il suo primo Sanremo. La showgirl torna alla (co)conduzione dopo 31 anni e sarà vestita dei suoi valori. Lorella Cuccarini ha scelto la sostenibilità e indossa abiti di seconda mano. Ma scopriamone di più.

Lorella Cuccarini veste vintage a Sanremo 2024

La moda sostenibile è un argomento caldo nell’ambiente. Scelte del singolo e del brand possono contribuire a impattare in modo minore (o migliore) sull’ecosistema? Lorella Cuccarini pensa di sì, e lo dimostra portando vestiti di seconda mano a una delle serata più attese del Festival di Sanremo, quella dei duetti. A vestirla una selezione vintage che la porta a chilometri di distanza dalle scelte dei colleghi che l’hanno preceduta e che la seguiranno.

Nelle precedenti serate infatti la scelta di Marco Mengoni era quella di porgere omaggio al Made in Italy vestendo Emporio Armani, Valentino, Fendi e VersaceGiorgia si è invece lasciata ispirare dall’amica Maria Grazia Chiuri, scegliendo Dior. In ultimo, Teresa Mannino ha portato sul palco lo stile di un suo conterraneo, Fausto Puglisi, ora direttore creativo di Roberto Cavalli. Ora Lorella Cuccarini, ancora una volta, sorprendente con una scelta sicuramente controcorrente e non banale. Ma per lei Sanremo 2024 non è certo il primo. È stata cantante in gara, più volte ospite conduttrice e giurata. Parlando di moda, nel 1987 fu testimonial di POP84, brand di jeans, capitanandone il corpo di ballo. Nel 1993, inoltre, presentò l’indimenticabile Sanremo accanto a Pippo Baudo.

“Per il numero di apertura”, ha scritto all’inizio della quarta puntata di Sanremo 2024 – “ho scelto di omaggiare due grandi personalità: Domenico Dolce e Stefano Gabbana. Uno spettacolo allegro in un mix di vecchio e nuovo dal duo Italiano, nella Primavera-Estate del 2003. Una collezione sensuale, aggressiva, divertente, che prendeva forma mentre le modelle venivano allacciate nel backstage in abiti erotici, modernissimi e anticonformisti. L’abito raccoglie esperienze e racconti di un momento importante e per questo ho deciso di omaggiarli nel momento del ballo, dove posso raccontare il messaggio di un percorso fatto di passione, rischio e fantasia. Un abito comunicativo, ma mai volgare, ricordando un’epoca dove tutto era concesso. Grazie Stefano e Domenico per aver significativamente cambiato stereotipi cristallizzati, lasciandoci una nuova visione e speranza nel panorama del nostro Made in Italy”.

Per il secondo look della serata Lorella ha scelto un abito nero di Gianfranco Ferré: “Architetto della moda – con la sua personalità riservata e romantica è riuscito a concettualizzare e fondere perfettamente il binomio di architettura e moda. Non si trattava di abiti, ma di veri e propri progetti, realizzati per risaltare messaggi chiari sul corpo di chi li indossava. Goloso, affettuoso, generoso, come le forme ed i volumi che voleva risaltare. Un grande compagno di viaggio che ha segnato il panorama del nostro Made in Italy in modo irrinunciabile ed irreversibile: un amico e, sicuramente, un genio. L’apertura sul palco la dedico a lui, che ha saputo omaggiare non solo me, ma la storia della moda italiana. Un abito semplice, nero e bianco, complesso e semplice allo stesso tempo. Mi ha accompagnato su questo palco nel ‘95 con Un Altro Amore No e a lui va la mia gratitudine e il mio affetto, attraverso questo abito di collezione dei primi anni 2000. Un sincero e profondo grazie Gianfranco: il tuo prezioso lavoro non ci lascerà mai”.

Il terzo abito è un vero capolavoro. “Roberto Cavalli è lo stilista rockstar, l’artista della moda, nipote di un macchiaiolo che ha fatto dei patchwork il suo marchio di fabbrica. Ispirato dalla pittura, ma anche dall’eccentricità del suo genio creativo, ha brevettato una vera e propria tecnica di stampa capace di riportare lo spettatore ad osservare un quadro non più appeso, ma indossato. Eccessivo, prorompente, mai passato inosservato, Roberto Cavalli ha segnato profondamente il panorama del settore Moda. Amante della natura e dell’arte, lo stilista fiorentino ci racconta abiti dalle fantasie uniche e irreversibili. Compagno di viaggio e grande genio, vorrei omaggiare Roberto con questo abito della collezione del 2003, completamente in seta e ispirato al firmamento. Sul palco di Sanremo, il cielo della moda è pieno di stelle, vorrei che una di queste fosse lui. Grazie Roberto, il tuo modo di risaltare la forte grinta e la personalità delle opere che hai prodotto è unica ed irrinunciabile”.

Chi veste Lorella Cuccarini a Sanremo? La moda sostenibile

Quella di Lorella Cuccarini è una mossa interessante. Usa il megafono offerto dall’esperienza sanremese per valorizzare una scelta individuale che può diventare comune. Inoltre la showgirl si dimostra in grado di strizzare l’occhio alle generazioni più giovani, attente alla salvaguardia dell’ecosistema e alle scelte second handed. “È bello vedere il mercato vintage evolversi per un pubblico mondiale ed essere apprezzato dalle generazioni più giovani“, aveva spiegato a Forbes. “Non solo il vintage è diventato rilevante nella cultura pop moderna e nella moda degli ultimi anni ma le masse ora lo vedono come un modo sostenibile di vestirsi“.

E poi: “Sostenibile in termini green e sostenibile anche come spesa per le famiglie e le persone che vorrebbero vestirsi con capi di qualità senza necessariamente aprire un mutuo”, ha aggiunto.

“È importante che l’industria della moda guardi indietro per andare avanti ma spero che la ricchezza di ispirazione portata dalla moda d’archivio non venga sfruttata come spesso succede, ma diventi veramente un nuovo inizio”, ha osservato nella stessa intervista. “La moda sostenibile non é solo la scelta di non inquinare, va oltre. Mia madre era una sarta, ho conosciuto da vicino il processo di creazione di un abito ed é per questo che non credo nell’usa e getta bensì nella durevolezza e la resistenza di qualcosa che anche dopo anni é sempre lo stesso, con il suo significato, il suo messaggio e la sua essenza”, ha aggiunto.