Kledi: “Mio figlio Gabriel ha la meningo-encefalite”. Su Instagram racconta la malattia

A quasi un anno dalla nascita, Kledi Kadiu racconta su Instagram della malattia del figlio Gabriel e del difficile percorso intrapreso finora

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Nicoletta Fersini

Giornalista, Content Editor, SEO Copywriter

Giornalista ed evocatrice di parole: appassionata di lifestyle, tv e attualità. Inguaribile curiosa, osserva il mondo. Spesso sorseggiando un calice di vino.

Seguire i nostri vip preferiti sui social ci dà la possibilità di entrare a far parte, anche solo per un momento, delle loro vite. Quello che spesso dimentichiamo è che talvolta dietro i sorrisi, le foto patinate e i successi si nasconde una realtà ben diversa da quanto potremmo immaginare. Ne è un esempio l’ultimo post condiviso su Instagram da Kledi Kadiu. Il ballerino ha rivelato, a distanza di qualche mese dalla nascita del secondogenito Gabriel, che il piccolo soffre di una rara malattia chiamata meningo-encefalite. E ha deciso di raccontare il calvario che lui e la moglie Charlotte Lazzari hanno vissuto.

Kledi Kadiu racconta la malattia del figlio su Instagram

“Charlotte ed io abbiamo deciso di raccontare un pezzo della nostra storia sperando che questa condivisione possa essere d’esempio alle mamme e i papà che stanno percorrendo un viaggio simile al nostro”. Con queste parole inizia il racconto via social di Kledi Kadiu, che ha scelto di condividere con i follower dopo mesi che hanno messo a dura prova sia lui che la moglie Charlotte, ma il piccolo Gabriel in primis.

Non c’è gioia più grande di accogliere un piccolo frugoletto in famiglia e allo stesso modo non c’è tragedia più straziante di vederlo soffrire, sentendoti impotente. “A 13 giorni dal parto Gabriel ha manifestato febbre e forti convulsioni – racconta il ballerino -, espressione di una diagnosi piuttosto complessa: meningo-encefalite. L’inizio di un calvario che ci ha davvero messi a dura prova”.

Il racconto di Kledi prosegue con qualche dettaglio in più sul percorso che hanno dovuto affrontare, con un ricovero in terapia intensiva neonatale di oltre un mese e mezzo, esami su esami e, infine, la lunga riabilitazione: “Dopo oltre un mese e mezzo di ricovero in terapia intensiva e tanti, tantissimi esami siamo tornati a casa, consapevoli che il percorso di ripresa sarebbe stato lungo e impegnativo. Abbiamo intrapreso fin da subito un percorso di riabilitazione precoce che ci ha permesso di capire fino in fondo come aiutare nostro figlio al meglio attraverso il gioco e la stimolazione finalizzata“. In casi del genere, come spiega bene il ballerino, la presenza e l’intervento dei genitori è fondamentale per contribuire alla ripresa del bambino.

Cos’è la meningo-encefalite e perché è pericolosa

Febbre e forti convulsioni sono i sintomi descritti da Kledi Kadiu nel suo racconto e sono gli stessi che in genere caratterizzano il quadro clinico della meningo-encefalite. Una malattia pericolosa per chiunque, a maggior ragione per un bambino piccolo come Gabriel che non ha neanche compiuto un anno.

La meningo-encefalite non è altro che una grave infezione che colpisce le meningi e l’encefalo, entrambi parti sostanziali del cervello e del sistema nervoso. Per questo motivo nei pazienti colpiti da questa malattia si riscontrano sintomi come quelli descritti da Kledi nel suo post, ai quali si aggiungono anomalie del comportamento, movimenti involontari, stato confusionale e deficit di altro tipo. Le cause possono essere varie, tutte legate all’azione di patogeni come virus e batteri.

Kledi Kadiu, un messaggio di speranza per tutte le mamme e i papà

Ci vuole tanto coraggio per affrontare una situazione così inaspettata e difficile e non è così scontato riuscire a trovare le parole per raccontarlo. Kledi Kadiu ci ha provato, con la semplicità e l’umiltà che lo hanno sempre contraddistinto, consapevole dell’impatto di una notizia del genere nel cuore delle persone. Il suo non vuole essere né una favola irreale, né tanto meno un modo per smuovere gli animi a compassione.

“Non vogliamo nasconderci dietro alle parole fingendo che sia tutto semplice – ha scritto nel post – ma crediamo immensamente nella neuro plasticità, nella sconfinata forza di volontà del nostro piccolo guerriero, nella costanza e nell’ amore come miglior stimolo all’apprendimento. Ed è proprio per questo che abbiamo deciso di condividere la nostra storia”.

Un racconto crudo e spiazzante, ma anche un messaggio di speranza per tutte le mamme e i papà che devono fronteggiare una malattia terribile come questa, accudendo i propri figli. E proprio per loro ha un consiglio speciale: “Quando succedono cose del genere si tocca il fondo e può essere difficile trovare la forza per tornare in superficie. La differenza possono farla le persone che si sceglie di avere al proprio fianco e i professionisti a cui si affida la crescita del proprio bambino”.

Ci si potrebbe aspettare delusione e rabbia nelle parole di un genitore che vede il proprio bimbo in balia di un brutto male. Eppure dal racconto di Kledi traspare tutt’altro, perfino gratitudine. Alla fine ciò che conta è avere il piccolo Gabriel al proprio fianco, che “ogni giorno ci insegna quanto prezioso sia il dono della vita”.