“Paura e speranza”: Giorgia Soleri celebra le sue cicatrici

Giorgia Soleri celebra su Instagram le sue cicatrici a un anno dall'intervento per l'endometriosi: una piccola guerriera "di cuore e di pancino"

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Redazione

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Nella vita non c’è cosa più bella di festeggiare i propri successi, traguardi tanto desiderati e finalmente raggiunti. Accade anche nei momenti più difficili quando può arrivare la svolta che attendi con tanta ansia, quella da cui ripartire per tornare in pista più forte di prima. Giorgia Soleri ha voluto celebrare su Instagram il suo fatidico momento, l’intervento per l’endometriosi che ha subito esattamente un anno fa con “paura e speranza”. Con il dolore ha sempre convissuto e continua a farlo ancora oggi, perché per il suo male non esiste una cura, ma nel suo cuore vibra la consapevolezza che le cicatrici che segnano il suo ventre sono come medaglie al valore della sua personale battaglia. E per questo vanno celebrate.

Giorgia Soleri celebra con orgoglio le sue cicatrici

L’adolescenza dovrebbe essere il periodo della spensieratezza, quello in cui vivere le prime esperienze con curiosità e con tutto l’entusiasmo del mondo. Eppure non è così scontato, come ci ha più volte raccontato Giorgia Soleri che, sin da giovanissima, ha dovuto affrontare il dolore. Quello sfiancante e invalidante, quello che ti fa vedere tutto nero e ti impedisce di mordere ogni istante come vorresti. Da anni la bella Giorgia convive con l’endometriosi, una patologia di cui soffre circa una donna su dieci e di cui ancora non si parla abbastanza.

Giorgia si batte affinché venga riconosciuta per quel che è: una malattia, non il capriccio di un momento né un’esagerazione. Le diagnosi di endometriosi sono lente, le donne spesso non vengono credute e si ritrovano a convivere con dolori inimmaginabili a lungo, rinunciando persino a diventare madri. Per la modella e influencer la malattia è stata (e continua a essere) invalidante, tuttavia esattamente un anno fa, dopo l’attesa diagnosi, ha potuto finalmente subire un intervento che non l’ha guarita del tutto, ma le ha permesso di riconquistare almeno in parte la sua vita.

Il suo ultimo post di Instagram è proprio una celebrazione di quel fatidico momento e di quelle cicatrici che ormai segnano il suo ventre, che lei adorabilmente chiama “pancino”. Cicatrici che raccontano tanto, delle paure e delle ansie ma anche della speranza che non l’ha mai abbandonata: “Se dovessi descrivere il 20 agosto con una parola sarebbe: checkpoint. Un anno fa affrontavo, con paura e speranza, un momento per me importantissimo: l’intervento di endometriosi. E nonostante ad oggi non ci sia ancora una cura, e di fatto non ci si possa considerare fuori pericolo, ogni volta che sto male so di non poter tornare indietro, si riparte da lì. Tanti auguri pancino ora non più tanto nuovo. Sei stato la mia condanna, ma senza te non avrei tanta della meraviglia che oggi fa parte della mia vita”.

Giorgia Soleri, il coraggio di una giovane guerriera

Pensare alle cicatrici sul corpo ci rimanda inevitabilmente all’immagine dei grandi condottieri dei romanzi, fieri e valorosi. Quelli pronti a battersi anche a costo di rimetterci, che non si abbattono neanche di fronte al drago o al mostro più feroce e potente. Giorgia Soleri è una piccola guerriera “di cuore e di pancino”, come l’ha definita amabilmente Andrea Delogu in un commento al suo ultimo post, perché non ha mai perso occasione di mettersi a nudo e di raccontare la sua storia, usandola come un’arma per esorcizzare il suo dolore, ma non solo.

Le sue battaglie sono anche le nostre, quelle di chi soffre per via di quella tremenda malattia ma in generale di tutte le donne che pretendono (giustamente) di aver riconosciuti i propri diritti, primo fra tutti quello alla salute. È stata fortunata Giorgia, come ha ammesso li stessa, perché ha potuto affrontare tutto questo circondata dal calore di una famiglia che non l’ha mai lasciata sola e con il suo Damiano al proprio fianco, sempre pronto a sostenerla con la sua presenza e con l’amore. E le sue parole sono importanti più che mai: donare coraggio e speranza, anche solo a una persona, è una piccola goccia nel mare ma significa tanto.