Ospite decisamente speciale al podcast di Diletta Leotta, dal titolo Mamma Dilettante. A sedersi sulla poltrona dinanzi a lei c’è stata infatti Giorgia Meloni. Niente spazio per la politica in questa chiacchierata, che ha mirato a mostrare l’aspetto più umano della premier.
Giorgia Meloni mamma
Da tempo la giornalista Diletta Leotta ospita nel suo podcast mamme celebri, pronte a raccontare la propria esperienza. La vera protagonista di questa chiacchierata, dunque, è stata la figlia della presidente del Consiglio, Ginevra, che oggi ha 7 anni. Una bambina venuta al mondo quando Meloni aveva 39 anni, con l’ex compagno Andrea Giambruno.
Un po’ di confessioni legate alla vita di tutti i giorni con la sua piccola. È particolarmente sveglia e tenera. Le scrive ad esempio dei biglietti dolcissimi, che le sciolgono il cuore. In cambio, lei le regala “la giornata del sì”. Qualcosa che non stenta a definire un “girone infernale”.
Fare la mamma single è però un lavoro estenuante e, dunque, difficilmente conciliabile con un ruolo tanto delicato come quello del capo di governo. Giorgia Meloni ha confessato d’avere una persona fidata al fianco, che è con loro fin dalla nascita di Ginevra: “A lei mi affido moltissimo. Poi c’è il padre, mia mamma (gli altri nonni sono a Milano) e tante mamme della classe. Ho trovato in loro tanta solidarietà. Non è questione di adesione politica ma tante di loro mi danno una mano e vedo che si aiutano a vicenda”.
A suo dire, non ritiene si tratti di solidarietà tra donne. Quella spesso non esiste, ha sottolineato. Questa è una vera e propria solidarietà tra mamme, che è qualcosa di diverso: “È un po’ come tra i veterani al fronte”.
Sensi di colpa
Come detto, quello della mamma è un ruolo complesso, com’è ben noto. Ha un impatto nel profondo, generando anche numerosi sensi di colpa. Giorgia Meloni ne ha tanti, soprattutto connessi al suo lavoro. Le è impossibile andare a prenderla a scuola, ad esempio.
Poi c’è il caso, che vuole un calendario scolastico atroce: “Quando è stato fissato il saggio di danza di Ginevra? Il primo giorno del G7. L’unica cosa in un anno che non potevo spostare. Un inferno. L’ha presa malissimo”.
Dinanzi a sé la premier sa bene quale sia la strada giusta e quella diseducativa, del sì libero e detto in balia dei sensi di colpa. Molto spesso, però, cede e tenta di colmare il vuoto delle sue assenze con dei sì che altri momenti non avrebbe pronunciato.
“Bisogna di dire di no, anche se hai i sensi di colpa, invece non ce la faccio. Per colmare le assenze, dico di sì. Sono brava in teoria, non in pratica”. Esiste però un momento della giornata in cui la sua presenza non può mancare assolutamente.
Si parla della sera: “Ci devo essere io. Se le tolgo il dormire insieme, la prende come una cattiveria. Tutte le volte che posso, dunque, la porto con me, per stare insieme. All’estero provo a spiegarle meglio cosa fa la mamma. Provo a dirle quanto è importante il lavoro che svolgo e spero che possa non farmi detestare in futuro. Le amiche mi dicono che lo capirà. Speriamo”.
Guardandosi alle spalle, un po’ si rivede in sua madre, al netto delle ovvie differenze legate al ruolo ricoperto. Anche lei è infatti cresciuta con una mamma non tanto presente: “Alla fine le devo tutto. Anche l’assenza è stata importante”.
Un ultimo senso di colpa è connesso al secondo figlio, che avrebbe voluto ma non è giunto. Ha atteso per diventare mamma e alla fine Ginevra è giunta quando lei aveva 39 anni. Il tempo per un secondo tentativo non era così tanto e alla fine la sua piccola crescerà come figlia unica. Qualcosa che ancora oggi un po’ le fa male.