Una vera e propria tempesta, quella che si è imbattuta sull’azienda Dolcezza di Riviera, un tempo salvata dal fallimento grazie all’intervento del noto conduttore televisivo Fabio Fazio, oggi non più coinvolto nella gestione. La società, che commercializza i suoi prodotti con il marchio Lavoratti, è finita nel mirino delle autorità dopo un’ispezione condotta dai Carabinieri del reparto Tutela agroalimentare di Torino il 23 febbraio 2024. Il risultato? Tredici sanzioni amministrative per un totale di quasi 100000 euro.
I risultati delle indagini sulle denominazioni in etichetta
L’indagine, nata da sospetti su etichette non conformi, ha portato alla luce irregolarità nella segnalazione della provenienza degli ingredienti utilizzati nei prodotti dolciari. In particolare, come riporta La Verità, sarebbero state indicate alcune denominazioni protette – come il pistacchio verde di Bronte DOP, la nocciola tonda di Giffoni IGP e il sale marino di Trapani – che però, secondo i militari, non corrispondevano ai prodotti effettivamente impiegati. Al loro posto, pistacchi generici di origine siciliana e nocciole piemontesi.
L’azienda ha riconosciuto la contestazione e ha deciso di procedere al pagamento immediato della sanzione, ottenendo così uno sconto del 30%. La multa è stata quindi ridotta a 62400 euro. Ma la vicenda non si chiude qui: il Codacons, associazione per la difesa dei consumatori, ha annunciato che chiederà il risarcimento dei danni per tutti coloro che hanno acquistato prodotti dichiaratamente DOP o IGP, ma che in realtà non lo erano.
Secondo quanto previsto dall’articolo 2, comma 3 del decreto legislativo 297 del 2004, chiunque fornisca indicazioni ingannevoli sulla provenienza o sulle qualità essenziali di un prodotto è passibile di sanzione amministrativa. Ma la questione potrebbe assumere anche rilievo penale. La condotta dell’azienda, infatti, rientrerebbe nella fattispecie di frode in commercio, come descritto dall’articolo 515 del Codice Penale: fornire un prodotto diverso da quello dichiarato in termini di origine, qualità o quantità può comportare la reclusione fino a due anni o una multa.
Durante l’ispezione, le autorità hanno anche sequestrato 1198 confezioni di cioccolato e praline etichettate in modo non conforme, per un valore commerciale complessivo di oltre 18000 euro. A queste si aggiungono 5400 etichette destinate a uova pasquali che riportavano le stesse indicazioni errate: tutto il materiale è stato destinato alla distruzione.
Il coinvolgimento di Fabio Fazio
Nel frattempo, l’organigramma societario è cambiato in modo significativo. Fabio Fazio ha lasciato la presidenza della Dolcezza di Riviera il 29 febbraio 2024, poco dopo l’ispezione. Anche la moglie, Gioia Selis, ha abbandonato il consiglio di amministrazione. Attualmente l’azienda è guidata da Alessia Parodi, moglie di Davide Petrini, uno dei soci e già amministratore delegato. Una coincidenza temporale che non è passata inosservata, soprattutto alla luce della tempesta mediatica che si è abbattuta sull’impresa.
Il coinvolgimento di Fazio nella vicenda, seppure ormai formale solo nel passato, ha attirato inevitabilmente l’attenzione dell’opinione pubblica. E sebbene il conduttore non abbia più ruoli operativi, il suo nome resta legato al salvataggio dell’azienda e alla promozione di un progetto imprenditoriale che faceva della qualità e della trasparenza i propri cavalli di battaglia.
Ora, con l’ombra delle sanzioni e la richiesta di risarcimento da parte del Codacons, l’immagine dell’impresa ne esce inevitabilmente danneggiata. Resta da vedere se e come la nuova dirigenza saprà riconquistare la fiducia dei consumatori. E se la storia del “cioccolato-gate” finirà davvero qui.