Enrico Mentana ha detto addio a una persona tra le più care, che ha segnato il suo percorso con l’amore e gli insegnamenti che solo una donna d’esperienza può donare. Il direttore del TG La7 ha salutato la zia Marisa Cingoli con un lungo post su Instagram, in cui ha raccontato la persona e la sua vita con un ritratto sentito e commovente.
Enrico Mentana, il triste addio alla zia Marisa
“Era una donna tenace e sorridente. ‘Era’, perché se n’è andata poche ore fa“. Inizia così il post condiviso da Enrico Mentana sul suo profilo Instagram, che introduce un argomento triste e doloroso. La perdita della zia Marisa Cingoli lo ha segnato profondamente ed è per questo motivo che nel giorno più difficile ha deciso di dedicarle parole di affetto e stima, in modo che tutti – tra amici e semplici fan – possano conoscere una figura che è stata determinante nella sua vita.
“Molti l’avevano conosciuta solo agli ultimi capitoli, in questa situazione, volontaria alla Stazione Centrale di Milano al tempo del più massiccio arrivo di profughi dalla Siria e dal Nord Africa – prosegue il post -. Marisa Cingoli era una forza della natura, una splendida ottantenne. Ha continuato fino a pochi mesi fa a insegnare l’italiano a gruppi di immigrati, prima di ritrarsi per il male che l’aveva attaccata. Fino all’ultimo è stata serena e ottimista“.
La storia di Marisa Cingoli, tra guerra e impegno per gli ultimi
Già dalle prime parole di Enrico Mentana si capisce lo spessore dell’amata zia scomparsa. Una donna che, nonostante l’età e i naturali acciacchi, non ha mai smesso di spendersi per gli ultimi: “Aveva sempre lavorato nella vita, nelle società di import export e poi nella moda a Milano. Sapeva staccare, esser piena di amici, stare sola, girare il mondo. Una donna indipendente e curiosa, senza chiusure o paure”. Marisa Cingoli ha operato come volontaria a Milano per l’emergenza dei profughi siriani, ha insegnato l’italiano agli immigrati fuggiti dall’orrore della guerra e approdati nel nostro Paese in cerca di una seconda chance.
La guerra, qualcosa che purtroppo lei stessa ha vissuto in prima persona, quando era soltanto una bambina. “L’aveva vaccinata alla vita l’esperienza degli ultimi due anni di guerra, quando lei, bambina ebrea, fu nascosta in un fienile sui monti delle Marche per sfuggire alle retate naziste, insieme ai genitori e a Lella, la sorella maggiore che dieci anni dopo mi avrebbe messo al mondo”, ha spiegato il giornalista. Poi ha concluso con un ultimo saluto, nel ricordo della madre Donatella: “Ciao zia, fai buon viaggio e salutami mamma”.
“Nessuno muore mai in terra, se vive nel cuore di chi lo ha amato”, ha commentato un utente su Instagram. “Una persona davvero speciale, per noi ‘la Piri’. Era proprio così, generosa, aperta, curiosa e allegra. Ci mancherà. Condoglianze a tutta la famiglia”, ha scritto qualcuno che ha avuto l’onore di conoscerla. Tante le condoglianze anche da parte di volti noti dello spettacolo come Mara Venier, Caterina Balivo, Andrea Delogu, Marco Carrara e Tommaso Labate, vicini al giornalista.