L’icona sexy del cinema italiano anni ’70 e ’80, Dalila Di Lazzaro, si è lasciata andare in una lunga intervista in cui racconta le ferite che ancora le segnano l’anima. A 72 anni, la diva friulana confessa di aver subito la perdita più terribile: “La vita mi ha dato tanto ma mi ha tolto la cosa più bella” , dice riferendosi alla morte del figlio Christian.
Nonostante il fascino rimasto intatto, Dalila parla apertamente di un dolore profondo che convive con lei da trent’anni, legato tanto alla tragedia personale quanto a gravi problemi di salute.
Il dolore infinito di Dalila Di Lazzaro per la perdita del figlio
Nell’intervista rilasciata a Repubblica non poteva mancare il ricordo straziante di suo figlio Christian, morto a soli 22 anni in un incidente stradale mentre prestava servizio da carabiniere. Per Dalila, Christian non era solo un figlio, ma “l’uomo che ho amato di più” : lo aveva avuto appena adolescente, a 15 anni, e i due erano cresciuti insieme.
Era lui a rincuorarla quando era giù di corda, tanto che una volta, tornando a casa triste, le preparava un uovo al tegamino per farla sorridere.
Oggi la sua sofferenza è ancora enorme: non riesce nemmeno a sognarlo, perché quel dolore “fa troppo male”. Grazie ad alcuni amici fidati, però, Dalila ha potuto dargli l’ultimo addio. Si è infilata in obitorio completamente bendata per accarezzarlo e dargli l’ultimo bacio, ricordando in modo piuttosto crudo “Mi sarei uccisa. Ma grazie agli amici ho potuto dirgli addio”.
“Non cerco pietà”: i 30 anni di lotta contro il dolore fisico
Ma il dolore della perdita non è l’unico che ha segnato la sua vita. Dalila Di Lazzaro racconta di combattere da decenni anche contro un dolore fisico atroce: un incidente in motorino le provocò una frattura alla prima vertebra, trasformata da una diagnosi arrivata in ritardo in un terribile dolore neuropatico cronico.
Con amarezza spiega di essere stata undici anni a letto, con ogni movimento divenuto un tormento e spese mediche che hanno superato i 750 mila euro .
Nonostante tutto, dice che non è in cerca di pietà. Donna profondamente credente, Dalila parla infine anche del tema dell’eutanasia: per lei, quando la sofferenza è tale da togliere “autonomia, dignità, speranza, dovrebbe esserci una legge che ti permetta di scegliere”.
Dalila Di Lazzaro, dagli inizi difficili al mito del cinema italiano
Prima di diventare una star, Dalila Di Lazzaro racconta di essersi trasferita a Roma con appena 30.000 lire in tasca. Lì doveva arrangiarsi: puliva vetrine e svolgeva ricerche porta a porta per il Censis.
Proprio spinta da un amico, un giorno si presentò a un provino per una pubblicità ed ebbe un colpo di fortuna: fu scelta al primo tentativo. Da lì la carriera cinematografica decollò rapidamente: arrivarono registi internazionali come Andy Warhol e Alberto Lattuada e i grandi nomi del cinema italiano, da Dario Argento a Luigi Comencini fino ad Alberto Sordi.
Con Sordi, ad esempio, visse un aneddoto memorabile: l’attore la convinse ad affrontare la paura di volare per un viaggio a Marrakesh, così lei dovette prendere un sonnifero pur di salire sull’aereo.
“Con Sordi presi un sonnifero per salire. Lui non sapeva nulla e cercava di svegliarmi. “Bella mia, che stai a dormì?” mi diceva”, ricorda.