Arisa è nella bufera per delle sue dichiarazioni politiche che hanno fatto molto adirare il suo pubblico. La cantante, non contenta di ciò che è successo nelle scorse ore, è tornata all’attacco proprio contro i suoi fan, accusati di non sostenerla abbastanza e di giudicarla per il suo pensiero. Le sue parole a favore della premier Giorgia Meloni erano una non tanto velata polemica contro la comunità LGBTQ+, che compone una grossa fetta del suo pubblico, e per la quale lei stessa in passato si era spesa. Una caduta di stile, certamente, specie per le dichiarazioni contri i suoi fan, in un periodo difficile per la sua carriera, come da lei stessa definito in questi mesi.
Arisa, le parole a favore di Giorgia Meloni e la polemica del web
Tutti scrivono le stesse cose: Arisa fermati. Quando un artista si scaglia contro una fetta cospicua del suo pubblico, specie in un periodo politico e sociale molto difficile e di controversie, magari bisognerebbe imparare a pesare le parole. Il che non significa non esprimere il proprio pensiero, ma cercare di farlo senza causare facili fraintendimenti. Che Arisa sia dalla parte della comunità LGBTQ+ da sempre non ci sono dubbi, e pur volendo credere alla sua buona fede, le sue parole sono sembrate discordanti con le sue azioni del passato, compreso essere la madrina del Pride 2022.
“Giorgia Meloni mi piace perché ha molta cazzimma – ha detto la cantante – Sui diritti LGBTQ+ le sue non sono posizioni aperte ma secondo me si comporta da mamma severa e spaventata. Ci vuole tempo e da parte nostra un cambio di atteggiamento, non sempre in lotta ma in dialogo”. Per quanto legittima la stima dell’artista al Presidente del Consiglio, ciò che ha stonato è stata il suo difenderla attaccando la comunità che l’ha sempre sostenuta e ha permesso, non neghiamolo, alla sua carriera di avere sviluppi molto positivi, anche quando lei stessa affermava che veniva esclusa da manifestazioni musicali e programmi tv.
Che Arisa ci giochi molto sulle provocazioni è ormai chiaro, e ci piace pensare che questa sia una di esse, però quando si parla di diritti, magari, se ne potrebbe fare a meno. Gli attacchi sui social sono tanti e pesanti, ma lei stessa li aveva previsti, premettendo che le sue dichiarazioni non sarebbero piaciute a molti. E dunque, in questo clima già teso, perché farle? Perché non essere lei questa portavoce di dialogo invece di essere complice dell’ennesimo “pasticcio” social?
Una posizione più lineare e senza attacchi nei confronti di Arisa è arrivata da Vladimir Luxuria, che ha voluto spiegare alla cantante perché le sue parole sono risultate pesanti: “Cara Arisa una mamma può essere dolce o severa ma deve esserlo con tutti i figli, non fare figli e figliastri lasciando indietro uno dei suoi figli solo perché diverso dagli altri e trattarlo come un brutto anatroccolo: quella non è severa, è una mamma ingiusta“.
Arisa contro i fan: “Non comprate neanche i miei dischi”
La polemica poteva chiudersi qui, ma è stata la stessa Arisa a alimentarla, gettando benzina sul fuoco, attaccando i suoi fan in un duro sfogo social, uno di quelli, ormai, l’artista ci ha abituati: “Io non vi chiedo mai niente, perché non vi chiedo nulla. E non faccio affidamento sul supporto che mi date o che mi comprate i dischi. Perché voi i dischi manco me li comprate. Io dovrei essere Lady Gaga.” Perché, invece di spiegarsi, attaccare proprio i suoi fan?
Ribadendo comunque la sua presenza ai vari Pride di giugno, Arisa ha voluto lanciare anche una stoccata ai suoi colleghi che danno sempre ragione ai fan: “Ci vediamo al Pride il 10 giugno e poi a quello di Milano. Il consiglio è: parliamo liberamente e riflettiamo sulle cose e diffidate di chi vi dice sempre e solo sì. Chi vi dice solo sì vi usa. Invece chi vi parla anche mettendo a repentaglio la propria faccia vi ama davvero. Cioè io la penso così nella vita. Amo molto di più le persone che mi dicono dei no e che certe volte la pensano diversamente da me, ma continuano a starmi vicino. Le preferisco a chi mi dice solo sì e mi usa”.
La polemica è destinata a non chiudersi qui, la libertà di espressione è tale sino a che non intacca gli altri, e questa volta il silenzio sarebbe stato più efficace.