Un baby monitor, una casa a Roma e un cantautore inconsapevolmente protagonista di una spy story familiare. A metterla in scena, secondo la Procura, sarebbe stata Nicole Pravadelli, ex compagna di Alex Britti, che nel maggio 2022 avrebbe trasformato un dispositivo per bambini in una telecamera a distanza puntata sulla vita privata dell’artista. L’obiettivo sarebbe stato quello di costruire un dossier domestico da usare in tribunale e ottenere la gestione esclusiva del figlio.
Momenti che avrebbero potuto sembrare innocui: confidenze, scambi leggeri, un’atmosfera rilassata, ripresi da una videocamera che sarebbe stata piazzata con la precisa intenzione di catturare quell’intimità da far valere in aula.
Il materiale raccolto, secondo quanto risulta dagli atti, mostrerebbe scene simili a quelle dei reality, con la differenza che nessuno avrebbe dato il consenso. Quei frammenti sarebbero poi finiti in un fascicolo civile e successivamente all’attenzione della Procura, che avrebbe deciso di aprire un procedimento per violazione della sfera privata.
Alex Britti, il dispositivo per bambini usato per registrare
Secondo gli inquirenti, un semplice baby monitor si sarebbe trasformato in un alleato scomodo nella guerra per l’affidamento. Dotato di videocamera e accesso remoto, il dispositivo sarebbe stato riadattato da Nicole Pravadelli per controllare a distanza la casa di Alex Britti. Nel maggio del 2022, mentre si trovava a Milano, la donna avrebbe avuto modo di accedere alle immagini in tempo reale dalla residenza romana del cantante, dove il figlio era temporaneamente con lui.
Non si sarebbe trattato di un gesto impulsivo: la telecamera sarebbe stata spostata strategicamente in modo da puntare sul corridoio, una zona di passaggio che avrebbe garantito inquadrature utili. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, si sarebbero trovati una raccolta di video in cui Britti apparirebbe in momenti di normalissima vita privata, insieme a un’altra donna. Nessun comportamento illecito, solo scene domestiche che, stando alla ricostruzione, Nicole avrebbe voluto utilizzare per ottenere l’affidamento esclusivo del figlio.
Dai documenti emerge un mosaico di gesti, parole e silenzi ripresi senza che Britti ne sapesse nulla. Tra le righe degli atti si legge di sorrisi, toni leggeri e complicità. Materiale che Pravadelli avrebbe considerato utile per insinuare che il cantante avesse costruito una nuova routine familiare e che quindi non fosse la figura più adatta a detenere l’affidamento esclusivo del figlio nato nel 2017.
Indagine aperta per violazione della privacy
A insospettire il giudice del procedimento civile è stata l’origine del materiale audio e video presentato. Da qui, la segnalazione alla magistratura penale. La Procura ha aperto un fascicolo, e la pubblica accusa ha contestato a Pravadelli il reato di interferenza illecita nella vita privata. La pm Caterina Sgrò ha ritenuto che la condotta della donna integrasse il reato previsto dall’articolo 615 bis del codice penale, ottenendo il suo rinvio a giudizio.
Il procedimento penale è oggi in corso presso il tribunale competente, con la donna imputata davanti al giudice Salvatore Iulia. Alex Britti si è costituito parte civile nel processo, mentre la difesa punta a dimostrare l’intento genitoriale dietro l’uso del dispositivo.
Dalla convivenza alla battaglia in tribunale
Nel 2017 la storia tra Britti e Pravadelli aveva segnato il suo momento più luminoso con la nascita del loro bambino. Ma la tregua dura poco: nel 2019 i due prendono strade diverse. Lei radicata a Milano, lui legato a Roma, e un figlio nel mezzo da gestire tra due città e due vite. La questione dell’affidamento finisce inevitabilmente in mano ai giudici.