Alba Parietti racconta i disturbi mentali della madre Grazia: “Diventava un’altra, ne era consapevole”

Dopo il monologo de "Le Iene", Alba Parietti Racconta la malattia che aveva colpito sua madre Grazia

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Martina Dessì

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Content editor di tv, musica e spettacolo. Appassionata di televisione da sempre, designer di gioielli a tempo perso: ama i particolari, le storie e tutto quello che brilla.

Pubblicato: 26 Marzo 2025 12:04

Siamo abituati a vederla bellissima, sorridente e brillante ma Alba Parietti nasconde un dolore di cui parla pochissimo. Recentemente è però tornata sulle problematiche di natura mentale che affliggevano sua madre Grazia Di Pietromaria, una donna a cui oggi deve tutto e soprattutto la persona che è diventata. Oggi, quella sofferenza appartiene a un passato che fa ancora parte del suo presente ma che, grazie al lavoro fatto su se stessa, non la condiziona più.

Alba Parietti, le parole sulla malattia della madre Grazia

“Una donna bellissima. Colta, spiritosa, un’avida lettrice e una raffinata pianista. In casa, se sentivi la Primavera di Vivaldi voleva dire che si era in pace, se invece nell’aria c’era l’Inverno allora si avvicinava la burrasca”, ha raccontato Alba Parietti a Corriere della Sera, a cui rivela che nel corpo di sua madre si nascondevano “due Grazia”. Da una parte, una madre che ricorda con grande tenerezza e, dall’altro, una furia che si scatenava senza un apparente motivo. Come tanti, anche lei ha dovuto convivere con lo stigma del disagio mentale e senza alcuna diagnosi, dato che in quegli anni era ancora un tabù parlare di malattie psichiatriche.

Nessuna diagnosi lo ha mai potuto definire, perché lei rifiutava di farsi visitare dai medici. E così in casa si viveva questa situazione paradossale: c’era una donna allegra e premurosa che, nel giro di poco tempo, diventava sospettosa, aggressiva, a tratti violenta con mio padre. Si auto-convinceva che era in atto un complotto contro di lei, dichiarava che i miei amici o noi stessi della famiglia fossimo una specie di Associazione votata a fare del male”.

La madre di Alba Parietti è scomparsa a 78 anni nel 2010, ma il monologo che le ha dedicato a Le Iene – in cui parla proprio del disagio vissuto dai pazienti psichiatrici – è del 18 marzo 2025. “Ricordo quando lei e papà ingaggiavano forti litigi. Mio padre — sbagliando, ma oggi posso capirlo — minacciava di lasciarla e allora lei dichiarava che mi avrebbero spedito in collegio. Al solo sentire quella parola scoppiavo a piangere, mi buttavo a terra. A un’amica dissi che mi avevano fatto una puntura che non faceva più sentire dolore. È evidente che cercavo di proteggermi dal dolore psichico traslandolo sul piano fisico. Ancora oggi ho una soglia di sopportazione del dolore altissima”.

Il rapporto con la madre

Nonostante tutto, l’amore che nutriva per sua madre non è mai venuto meno malgrado il dolore vissuto per il suo stato mentale: “[…] Se oggi sono quella che sono — una donna realizzata, una mamma a mia volta e una professionista —, è stato anche grazie a mia madre. Oggi, da adulta, provo a ragionare con lucidità: Grazia era malata, ma all’epoca era difficile fare i conti con le malattie mentali. Vigeva una sorta di ‘non detto’ per cui bisognava ‘tenere tutto in famiglia’ e mio padre ha scelto di fare così per proteggerla. Perché, vede, negli Anni Sessanta l’unica alternativa era il manicomio”.

Sua madre ha tenuto un suo diario dettagliato, scritto dall’età di 7 anni, in cui ha annotato ogni suo pensiero. Alba Parietti ha spiegato di aver scoperto un mondo che non conosceva e in cui ha scoperto che Grazia Di Pietromaria era consapevole di quello che stava vivendo e parlava di lei in terza persona. Suo zio Aldo, invece, era affetto da schizofrenia: “Ricordo quando lo vidi per la prima volta: lo sguardo perso, l’odore di borotalco. Ero poco più di una bambina, non potevo capire, solo oggi affronto con obiettività tutto questo e il dolore mi ha insegnato che, dietro la malattia mentale, si celano sensibilità uniche, menti geniali. Mia madre era raffinata e ironica, mio zio era un intellettuale”.

E infine, un messaggio per i familiari delle persone che soffrono di una malattia mentale: “Che non deve provare vergogna. La vergogna la deve provare chi non mette a disposizione strutture per sostenere sia i malati che le famiglie. Costringere queste persone al silenzio significa ucciderle. Mia madre, come molto spesso succede, fingeva di star bene per non diventare uno scarto della società. E allora dico: aprite il cuore, ascoltate queste persone”.