Adrian, le confessioni dello storico batterista di Celentano

Gianni Dall'Aglio, storico batterista di Celentano, svela i retroscena di Adrian e il vero motivo del flop. Ma promette che Adriano sorprenderà ancora.

Foto di Federica Cislaghi

Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

Pubblicato: 9 Dicembre 2019 11:21

Gianni Dall’Aglio è lo storico batterista di Adriano Celentano, al suo fianco anche nell’ultima contestata avventura di Adrian.

Ha cominciato a suonare a 13 anni col Molleggiato, formando insieme a Gino Santercole, il suo primo gruppo. Ora si racconta in un’autobiografia, Batti un colpo. E in una lunga intervista a Il portale del Ticino svela cosa sta dietro ad Adrian e i motivi del flop.

Dall’Aglio fa un’analisi lucida di quanto sta accadendo allo show di Celentano che si sta rivelando forse il suo più grande insuccesso, anche se la ripresa a mesi di distanza dal primo lancio in tv ha dato risultati migliori.

“La mia opinione personale è questa: Adriano negli anni ha sempre anticipato i tempi, con la musica, la scenografia, il dialogo con il pubblico e queste sue prediche o sermoni, le pause… Erano delle primizie che in tv non si erano mai viste e tutti i giornali ne parlavano. Però ha sempre avuto, nel cassetto dei suoi desideri, un personaggio “messianico” che ci riporta a Joan Lui. Che è poi il suo alter ego”.

Il musicista confessa a tio.ch che il messaggio di Celentano non è stato capito e questa volta è apparso vecchio e superato: “Il messaggio che Adriano vorrebbe dare alla gente è quello di un mondo pulito, ecologicamente consapevole del dono ricevuto, nel quale possano coesistere una città moderna e le tradizioni culturali, storiche e naturali. Una perfetta unione di nuovo e tradizionale. Nel 2019 riproporre questo tipo di messaggio sa di già visto, anche un po’ di vecchio se vogliamo. Vuoi perché Greta Thunberg ha dato questa grossa spinta all’ecologia, vuoi che le persone mettono tutto insieme e fanno confusione…”.

Lo scorso gennaio è stato difficile gestire il flop di Adrian, perché, sottolinea Dall’Aglio: “Le persone hanno visto la débâcle come un insuccesso diretto di Celentano, e non del progetto televisivo.” Poi Adriano ha deciso di cambiare e così ha iniziato a cantare e parlare. Anche se le modifiche hanno migliorato i dati d’ascolto, il successo vero non è arrivato, anche se: “Tre milioni di persone davanti a uno schermo, oggi, capendo che non c’è più un Celentano che può fare 8-9 milioni di telespettatori come una volta: non è un risultato da sottovalutare”.

Al sito ticinese il musicista rivela anche che: “Sia lui [Celentano] che i produttori di Mediaset, tutto sommato, sono contenti dell’audience di quest’ultima parte”. E promette che presto il Molleggiato tornerà a sorprenderci.