Sabato 12 ottobre è in onda un nuovo appuntamento con Verissimo, la trasmissione condotta da Silvia Toffanin che, di puntata in puntata, svela il lato più intimo e umano dei grandi nomi dello spettacolo. Oggi in studio arriva la bellissima Nadia Bengala, l’ex Miss Italia ormai lontana dagli schermi, che ha trovato il coraggio di raccontare del suo più grande dolore. Quello di una madre costretta a guardare la figlia distruggersi a causa di dipendenze e pericolose frequentazioni.
Nadia Bengala, a Verissimo il dolore di una madre
Dopo il consueto spazio dedicato alle soap opera, che ha avuto come protagonista l’affascinante Murat Unalmis, che interpreta il cattivo Gulcemal ne La rosa della vendetta, Silvia Toffanin ha accolto in studio Nadia Bengala. L’ex Miss Italia 1998 purtroppo non è arrivata per raccontare – come spesso gli ospiti del popolare show fanno – di una bella novità, ma per lanciare un grido d’aiuto. Bengala si trova infatti ad affrontare uno dei dolori più grandi per una madre, il vedere la propria figlia distruggersi con le proprie mani.
Diana, 28 anni, è tossicodipendente e, dopo essere finita in giri pericolosi ed essere stata persino condannata al carcere, si trova oggi in comunità nel tentativo di guarire dalla dipendenza. Una strada in discesa verso l’abisso che è iniziata, ha raccontato Bengala, quando, come molte ragazze della sua età, Diana ha scelto di andare a vivere da sola in una nuova città. Si è trasferita a Londra, dove “ha cominciato a essere sola, libera, voleva essere indipendente. Ma si è fatta attrarre da cose sbagliate, era fuori dal mio controllo, dalla mia vista…”.
La ragazza stava assieme a un uomo più grande, che la madre disapprovava. Di fronte all’ennesimo commento di Nadia, Diana si è stizzita e ha tagliato ogni contatto con la famiglia: “Per un anno e mezzo è sparita, non chiamava, non rispondeva. L’ho sempre cercata, chiedevo notizie ai suoi amici, ma è stata dura non avere il contatto”. Con gli occhi lucidi, l’ex Miss ha raccontato il dolore di non sapere come stia la persona che più si ama.
La figlia Diana, la condanna e i contatti con il killer
Infine, Diana è tornata a casa, a Roma, “ma non era più lei”. Nadia ha ripercorso non senza fatica gli ultimi mesi: “L’ultimo anno è stato orribile. Era imbarazzante vedere come si era ridotta, era insostenibile incontrarla”. La ragazza è arrivata persino ad essere violenta con la madre, ed è stato in quel momento che Bengala ha capito di dover agire. “Ho cominciato ad accompagnarla al Sert, le sono stata dietro dalla mattina alla sera, ho dormito al suo fianco tutte le notti”. Fino alla condanna per furto, tentata rapina e lesioni, che ha costretto Diana Schivardi alla permanenza in comunità, dove un team di specialisti la supporta nel percorso di uscita dalla tossicodipendenza.
E si spera che il peggio sia passato, seppur la paura resta. Specie a ripensare a cosa sarebbe potuto succedere. Solo poco tempo fa, Nadia ha scoperto che la figlia era in contatto con l’uomo definito il killer di Prati che, nel 2022, uccise tre donne in poche ore. Diana sarebbe potuta essere la quarta: l’assassino quella mattina l’aveva chiamata chiedendole insistentemente di raggiungerlo. “Non sapevo nulla ma sentivo che c’era un pericolo. – ha confidato la madre – Non dormivo mai, ho trascorso gli ultimi due anni vegliando tutte le notti”.