L’entrata di Edoardo Tavassi al Grande Fratello Vip è stato il coup de théâtre di questa edizione. Boccata di ossigeno dentro una Casa dominata, come sempre da ripicche, gelosie, voltafaccia e scaramucce di bassa lega.
Lui, che il pubblico televisivo aveva già avuto modo di conoscere e apprezzare all’Isola dei Famosi, appena varcata la porta rossa ha subito manifestato l’ironia e la sfacciataggine che lo avevano fatto amare in Honduras. Di fronte alle coinquiline freezzate, chiarendo da subito che una di loro sarebbe diventata la madre dei suoi figli, è riuscito a “percularle” una ad una, da Micol Incorvaia vista su Instagram ma non riconosciuta perché senza filtri, a Pamela Prati, che abituata ad un marito fantasma nel cambio ne guadagnerebbe uno in carne ed ossa. Da Nikita, che “pensa come sarebbe bello un figlio nostro alto, occhi azzurri e capelli verdi” a Carolina Marconi che “conosco il tuo fidanzato, meglio di no che quello mena”.
Perché quello che i concorrenti dimenticano, tanto lì quanto negli altri reality, e che l’Edoardo Tavassi di turno, fortunatamente ricorda è che si tratta pur sempre di un gioco. Dove prendersi troppo sul serio, tirando fuori la parte peggiore di sé, non fa bene ai concorrenti né al programma. E soprattutto, sempre di prodotto di intrattenimento (e leggerezza) si parla: farli diventare delle vetrine di casi umani, delle tribune di pubblica condanna o assoluzione stravolge e appesantisce la natura del programma, nato proprio come occhio esterno sulle dinamiche sociali, non palazzo di giustizia popolare. E forse questo anche Signorini lo ha un po’ dimenticato. Ma per fortuna che “Edo c’è”