Sanremo 2026, bandita la gara: l’aspetto economico e i paletti. Rimarrà in Rai?

Come si svolge la gara per l'assegnazione al Festival di Sanremo: le fasi, gli aspetti economici e i paletti. La Rai "irritata" dalla decisione del Comune

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Serena De Filippi

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Pubblicato: 5 Marzo 2025 11:47

È stata bandita la gara per l’organizzazione del Festival della Canzone Italiana dal Comune di Sanremo: la gara è pubblica e riguarda le edizioni del 2026, del 2027, del 2028, ma non solo, perché c’è la possibilità della proroga biennale. Sul piatto ci sono paletti, aspetti economici, ma soprattutto la concreta possibilità che venga aumentata la posta in gioco. Il Comune aveva fatto ricorso contro la sentenza del Tar, ma i tempi sono stretti, troppo: il Festival non è un evento che si può organizzare a ridosso della data di partenza.

Festival di Sanremo, la gara: aspetti economici e paletti

Sanremo è la Rai, e a riconoscerlo è stato persino il diretto concorrente Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato di Mediaset. Ma Sanremo è anche in subbuglio, considerando che l’affidamento diretto del Festival alla Rai è stato considerato illegittimo. E da qui parte tutto: a bandire la gara pubblica è stato il Comune di Sanremo, a poco meno di un mese dall’ultima edizione, condotta da Carlo Conti, che ha ottenuto uno share altissimo.

I vertici Rai sarebbero “irritati” dalla scelta del Comune, poiché sarebbe contraddittoria, stando a quanto riportato da Ansa, ma ciò è dovuto ai tempi del Festival, la cui organizzazione non è di certo breve e c’è bisogno di risolvere il prima possibile. Le tempistiche per la presentazione delle offerte, in ogni caso, saranno definite nei prossimi giorni. Per quanto riguarda l’aspetto economico, invece, il Comune alza la posta: 6,5 milioni di euro l’anno, anziché 5 milioni, oltre all’1% degli introiti pubblicitari. Rientrano poi Sanremoinfiore, che dovrà essere trasmesso, e un evento a scelta dell’amministrazione, più due spettacoli in diretta, di cui uno in estate.

A chi si rivolge il bando

Il bando è rivolto agli “operatori economici fornitori di servizi di media audiovisivi a diffusione nazionale in chiaro, titolari di un canale generalista nazionale e con dimostrate capacità di organizzazione di eventi di particolare rilevanza”. Questo naturalmente significa che, al pari della Rai, anche altre emittenti televisive possono presentare la propria offerta. Mediaset? Molto in forse, viste le parole di Pier Silvio Berlusconi. Ma Discovery, per esempio, potrebbe farsi avanti e riportare ipoteticamente il Festival nelle mani di Amadeus.

Gli elementi di valutazione della selezione

La procedura, dunque, seguirà due fasi, la prima “selettiva”, in cui i progetti saranno valutati a 360°; quindi, verranno considerati elementi come la qualità artistica, la possibilità di valorizzare ulteriormente la kermesse, la coerenza, perché Sanremo è Sanremo e non può essere stravolto totalmente, così come il marchio, il territorio e ancora il ritorno promozionale. Successivamente si terrà la fase negoziale con il partner selezionato.

Cosa sappiamo per ora

Il Festival di Sanremo 2025 si è concluso da pochissime settimane con la vittoria di Olly. Il conduttore designato dalla Rai per l’edizione 2026 è sempre Carlo Conti, che ha già definito “impensabile” un Sanremo fuori dalla Rai, anche se poi ha aggiunto un “mai dire mai”. Intanto il bando è stato commentato da Enzo Mazza, CEO di Fimi: “Sanremo non è più sostenibile dal punto di vista economico per le aziende”. C’è anche una data da non perdere di vista: il 22 maggio, giorno della pronuncia del Consiglio di Stato sul ricorso presentato dalla Rai.